2. A saperlo prima mica ci tornavo a casa

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- "Alice, ma tu ogni tanto impari qualcosa dalle tue esperienze passate o cosa?" 
"Cosa".
Lewis Carroll, Alice Nel Paese Delle Meraviglie.

Ore 01.08 p.m. 2 Marzo 2015, New Orleans.

Harry

"Ecco, tolto."

E' proprio bella, quindi. E' bella ma lontana, forse è l'immagine che ho davanti offuscata. Però io non voglio levarle le mani dal viso, intanto le rimuovo il denso color pesca sbafato sul mento e pelle chiara.

Poi se ne esce con un "Ci credi nel colpo di fulmine?" E' secco e deciso, senza alcuna esitazione, questa volta. Non sento il suo profumo, non lo percepisco, ma ci vedo il mio riflesso in quegli occhi tutti blu.

"Non lo so. Penso di no. Non ci ho mai creduto al colpo di fulmine."

"Dovresti." Questa volta mi dice così, a differenza dell'ultima. O di quella prima.

Poi arriva quel taxi merdoso e "Penso che prenderò questo taxi. Ho bisogno di cambiare aria. E mi viene da vomitare."

Dov'è, la macchina? Non la vedo. Non l'ho sentita.

Poi dico: "Sì. 'Notte, eh."

Mi saluta con la mano, un po' disorientata, da lontano e "Harry?" Mi sembra sia la sua voce a chiamarmi. Forse non è ancora andata via, allora inizio a piroettar nel centro della strada ma neanche la macchina c'è.

"Harry!" Cosa? Che c'è? Urlo a nessuno: il cazzo di vicolo buio adesso è pure vuoto.

"Harry, svegliati. E' quasi ora di pranzo."

"Ouhnmhmd." E apro gli occhi.

"Ouhmd, certo. Sveglia, dai!"

Strada sparita, speranze pure. Dileguate, vaporizzate nell'umidità dell'asfalto inglese che ora neanche c'è più.

Letto morbido ad attutire la caduta precipitosa da sogno a realtà, cuscino accartocciato e luce troppo forte negli occhi. Ah, poi Niall che rompe i coglioni.

Sognavo ancora. Sognavo lei, ancora.

"Vaffanculo" faccio, faticando a parlare.

"Buongiorno anche a te. Prepari tu il pranzo, no?" La sua mano mi scuote leggermente per una spalla.

"Vaffanculo!" Ripeto. E non ho intenzione di sprecarmi a dire altro.

A Niall il mio tremendo umore sembra far ridere, comunque. "Sei di molte parole oggi. Alza il culo, Hazzy."

Mi sollevo a sedere e mi stropiccio gli occhi. "Adesso arrivo, stronzo. Dammi un minuto."

"Certo. Ma sbrigati, che ho fame." Esce dalla stanza, lui e quel suo sorriso idiota stampato sulla faccia.

"Devi davvero imparare a cucinare, amico!" Glielo dico da un sacco di tempo. Lui continua a non afferrare il messaggio di: non sono il tuo fottuto cuoco personale.

"Seh, seh." Ridacchia. Esce e chiude la porta della mia camera.

Solo, finalmente. Almeno posso tornare ad autocommiserarmi come ormai ho preso a fare per la maggior parte delle volte in cui mi sveglio, dopo averla sognata.

Londra mi perseguita. Quegli occhi pure. Perché continuo a sognare una ragazza ubriaca che ho incontrato oltre due anni fa? Perché mi sta tormentando in questo modo?

Resto in silenzio ancora un po', ad ascoltare i brontolii del mio stomaco prima di alzarmi per andare a pranzare con il mio coinquilino stressa anima, che quando ci si mette è tanto allegro e sorridente da irritare.

The Runaway (Harry Styles AU)Where stories live. Discover now