25. A passi lenti, ma poi ti prendono

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- E non ci credere quando ti dicono che sei speciale. I complimenti costano poco e certe volte non valgon di più. Quello che sei, dove vai, ciò che vuoi lo sai soltanto tu. E non ti mettere tutto quel trucco che ti sta male. A me mi piaci perché sei dolce quando sei normale. 

(...) Perché da oggi devi stare attenta a tutta questa gente, che ti riempie la testa di cose, di facce e di miti, che non potrai veramente sapere a cosa sono serviti. Quindi bambina non credere a niente che non sia amore.
Lorenzo Jovanotti Cherubini, Chissà Se Stai Dormendo (Ti Vedo Scritta Su Tutti i Muri).

- È bello qualcosa che, se fosse nostro, ci rallegrerebbe, ma che rimane tale anche se appartiene a qualcun altro.
Umberto Eco, Storia della Bellezza.

Josephine

Ho messo piede in cucina neanche dieci minuti fa con addosso i miei soliti jeans e scarponcini dai lacci consumati. Immancabile il maglione over size.

"Dovresti cercare di sembrare elegante, Josie. Almeno un pochino." Subito che arriva la predica di mio fratello.

"Prestami la tua cravatta allora, e non rompere." E giusto perché mi annoio, vado a stropicciargli quel colletto ben stirato.

Col sorrisetto compiaciuto, mi metto a ridere, al contrario di Niall. "E sta' ferma, cazzo!" Dice. "Non so neanche stirare bene." Si vede, fratello. "E comunque la mia cravatta ci starebbe male." E se la sistema.

"Ti prendevo in giro. Non vado bene per il brunch? Prendere o lasciare Niall, non ho altro da mettere."

Harry entra in cucina e "Sono pronto" avverte del suo ingresso – ha fatto bene a farlo, perché almeno posso prepararmi psicologicamente e metabolizzare la visione di lui – wow. Sta benissimo nel suo look total black. I jeans non sono strappati sulle ginocchia, la camicia è chiusa ermeticamente sullo stomaco fasciando perfettamente ogni suo muscolo, ma aprendosi sul petto e mostrando, come è solito fare, i suoi tatuaggi e un piccolo pendente con la forma di un timone.

I bottoni laccati sono anch'essi neri... mi vene in mente che sembrano facili, quei bottoni. Sembra chiedano di essere scanalati dalle loro cavità. Come fossero un invisibile sentiero verso il suo paradiso privato... Gli anfibi oggi sono color ocra. I tre centimetri di altezza in più – forse quattro – lo rendono mastodontico per davvero. Si mette un Fedora sulla testa riducendo così il volume dei suoi selvaggi capelli ondulati, poi prende il trench nero.

"Vieni così o cosa?" Mi chiede, giocando con le parole.

Faccio proprio schifo, evidentemente.

"Che c'è che non va?"

Lui mi risponde continuando ad osservarmi attentamente. "E' che sei troppo casual. Anzi, stai indossando una delle tue solite magliette sbrindellate. Ci balli dentro, cazzo." Niall sta dietro il mio interlocutore e sta annuendo. Ha una fastidiosa espressione in viso – un mix tra te lo avevo detto e fai schifo, conciata così.

Mi lagno mostruosamente e senza preoccuparmi di storpiare la mia espressione, quasi batto un piede a terra e "Non metterò uno stupido vestitino!"

"Non credo sia necessario uno stupido vestitino – come dici tu, idiota!" Niall mi lancia un tovagliolo appallottolato, urtandomi un sopracciglio. Per poco non mi cava un occhio, il coglione. "Magari metti una giacca o delle scarpe che ti slancino un po', sei una fottuta nana. Non hai un paio di scarpe col tacco? Tutte le donne amano le scarpe, che cazzo hai che non va?"

"Chiese il ragazzo dalla statura tascabile." La risposta a tono indispensabile è nata specialmente perché la differenza di statura dei due uomini di fronte a me è lampante.

The Runaway (Harry Styles AU)Where stories live. Discover now