10. L'odore di mare è famiglia, lo sconosciuto è foresta

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- I preferred it before, we should ring dad more. Lost our house. Hold me close. I stopped by, just to wash my clothes. I know it's me that's supposed to love you. And when I'm home you know I got you. Is there somebody who can watch you?
The 1975, Is there somebody who can watch you?

Josephine

Mi fa male il collo, mi solletica la faccia e c'è qualcosa che mi sta entrando nella pancia. Mi sveglio di colpo, di merda, e senza capire effettivamente dove io sia o che ore siano o se il fuso è americano o quello europeo, a confondermi ancora.

Fin quando, poi, non afferro l'oggetto sotto la mia pancia che riconosco come il telecomando della TV; sono ancora in salotto, sul divano, con una coperta addosso. E mi solletica ancora la faccia, quindi cerco di alleviare il prurito con le unghie, ma un corpo estraneo attaccato alla pelle entra in contatto coi miei polpastrelli. La fonte del mio prurito è un post-it – seriamente? – incollato sulla mia guancia. Immaginando che sia lei l'artefice, maledico Cleo per questa trovata originale; i post-it non sono stati fatti per essere attaccati sulla faccia delle persone.

Con la piantana accanto al divano faccio luce sul foglietto e mi stropiccio gli occhi pigramente, cercando di interpretare la calligrafia vagamente infantile di Cleo.

Tuo fratello dice che ti devi comprare un telefono perché fai ride ai polli. Testuale. E pure che domani verrà a prelevarti da qui per toglierti dai coglioni. Sempre testuale, eh.
P.S. Io ho da studiare, quindi se non potremo salutarci domani sappi che ti ho dato un bacio (e un frontino) mentre dormivi. Ciao psicopatica.

Sono completamente sfasata che mi pare di non aver compreso, ma l'idea di rivedere mio fratello mi scalda il petto e lo stomaco; il costoso orologio da polso lì sul tavolino segna le 3:40 a.m. Non ricordo a che ora io mi sia addormentata, ma sono certa fosse ancora pomeriggio. Muoio di fame infatti, ma sono troppo stanca anche per mangiare, quindi mi trascino su per le scale fino in camera di Cleo per sfilarmi, con pigrizia, i jeans trasandati che avevo indossato oggi, abbinati alla maglia di Zayn. Rubo una T-shirt a caso tra la pila di panni puliti appoggiati su un ripiano in corridoio, indossandola. Getto tutti gli indumenti che sembrano miei – o che semplicemente potrei voler indossare in un futuro prossimo – nella valigia disorganizzata e ormai piena di capi non miei.

Poi torno a dormire tutta sorridente, perché mi manca tanto mio fratello e domani lo rivedrò.

Harry

Caffè e divano e occhi chiusi. Sigaretta fra le labbra e grafite ancora fra le dita. Gli ultimi minuti per rilassarmeli me li godo così, prima che le 2.00 p.m. arrivino e insieme ad esse anche il turno al Music Store.

Mi rilasserei se Niall non facesse il suo trionfale ingresso caotico nell'appartamento, con tanto di sorriso e ciuffo platino spettinato.

Badaboom fanno le valige nel corridoio, lui le guarda esausto ed esasperato. Poi guarda me, sul divano.

"Ma le chiavi di casa ti sei portato?" Gli faccio, aggrottando la fronte.

"Ciao, eh. Bentornato andava bene" dice.

"Nel senso; che cazzo ci fai con le chiavi dell'appartamento a New York da tuo padre? Non hai motivi." Faccio spallucce e torno al mio disegno.

Lui sbuffa. "Sì, se fossi tornato e non c'eri?"

"Pensavo avresti chiamato e sarei venuto a prenderti all'aeroporto."

"Come no." Lo sgabello sotto l'isola diventa il suo sostegno momentaneo – sembra esausto e scocciato.

"Comunque non mi sei mancato. Sei stato via solo due giorni. Era tanto merdoso, dagli Horan 2.0?" Niall mi lancia uno sguardo truce, io quindi aggiungo un sorriso e "Forza. Vieni ad abbracciare il tuo bro."

The Runaway (Harry Styles AU)On viuen les histories. Descobreix ara