CAPITOLO PRIMO - parte 2

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-Asya, devi calmarti adesso!- continuava a gridare Berto, scuotendola con entrambe le mani. Ma la ragazza continuava a piangere, con i capelli a coprirle il volto pieno di lacrime. Non sembrava neanche sentire ciò che lui le stava ripendendo da quasi mezzora.
Arrivò Jason, con un bicchiere d'acqua in mano. -Dalle questo- disse.
-Su, Asya, bevi- esclamò Berto appoggiandole il bordo del bicchiere contro alle labbra. La ragazza buttò giù un sorso, poi lo scansò via con una mano e per poco non lo rovesciò a terra.
-Stai meglio?-.
Scosse la testa.
No che non stava meglio.
Continuava a rivivere quel momento, ripercorrendo con la mente le immagini di quel mostro in smoking che trascinava via Tim. Erano già passate più di quattro ore, e nel frattempo si era fatto buio. Dov'era lui adesso? Stava bene?
Aveva provato più volte ad alzarsi dalla sedia, ma ogni volta Berto la afferrava costringendola a rimettersi a sedere. Non voleva che andasse nel bosco, tantomeno adesso che era in stato di shock.
-Devo andare...a cercarlo, capisci?- farfugliò asciugandosi le lacrime. -Non credo che Tim riesca a camminare, e... Quel mostro gli farà del male-.
Berto alzò un sopracciglio. Lui non era presente quando l'uomo alto si era fatto vivo, e non credeva ad una singola delle parole pronunciate dalla ragazza. -Sei ancora scossa, Asya; stai delirando-.
-Non mi credi?!- gridò lei tentando ancora una volta di alzarsi. Questa volta fu Jason ad afferrarla, avvolgendole le braccia sul petto.
-Lasciami!- gridò lei, dimenandosi come poteva. Il contatto con quel porco schifoso la fece rabbrividire.
-Okay, calma, calma- rispose lui mollando la presa, con fare innocente.
-Stammi lontano!- aggiunse ritraendosi. Voltò lo sguardo verso il capo, e disse con voce tremante: -È stato lui!-.
Berto la guardò accigliato. -Che stai dicendo?-.
-Quella sera.... È stato lui! - balbettò la ragazza, in preda ad una crisi di panico -È... È stata colpa sua!- gridò ancora.
-Deve essere proprio scossa- commentò Jason, intrecciando le braccia sul petto.
-Sei un bastardo! Perché non dici la verità?!-. La ragazza balzò in piedi e venne afferrata prontamente da Berto, che la fermava per la decima volta o forse più.
-Tim è quasi morto a causa tua! Bastardo!- gridò a pieni polmoni, cercando di sfogare almeno in parte quella soffocante rabbia.
-Hei, hei, hei!- si difese lui agitando le braccia. -Guarda che io ho visto cosa è successo. La colpa dell'incidente è solo tua, e lo sai. Che c'entro io? Sei tu che hai attraversato la strada, io stavo buttando la spazzatura-.
Asya restò immobile a guardarlo per una manciata di secondi. Non riusciva a credere che lo stesse dicendo davvero, che stesse mentendo così spudoratamente.
Però aveva ragione; la colpa dell'incidente, era sua.
-Dai Asya, torna a sederti- le disse Berto facendo pressione sulle sue spalle e costringendola così a mettersi di nuovo a sedere.
-Non devi credergli...- farfugliò -Lui ha cercato di violentarmi!-.
-Adesso basta! Stai delirando, te ne rendi conto!- gridò infine l'uomo, esasperato -Devi calmarti, Asya! Per l'amor del cielo, ragiona!-.
La ragazza scosse il capo. Era evidente che non le credesse, e di conseguenza era inutile che lei continuasse a cercare di spiegargli come stavano le cose.
-Lasciala stare- intervenne Jason -Ha bisogno di calmarsi... Diamole tempo-.
-Sì, lo capisco- ripose Berto, grattandosi la barba -Ma tu hai visto cosa è successo?-.
-No. Quando sono arrivato ho trovato la finestra rotta e...-.
-Bugiardo!- lo interruppe la ragazza, scoppiando nuovamente in un terribile pianto esasperato.
-Dai, basta adesso- disse ancora Berto -Dobbiamo calmarci tutti, ok?-.
Ma la ragazza, con i pugni stretti e lo sguardo disperato, non lo ascoltò neppure questa volta. -Io devo andare a cercare Tim!-.
Balzò in piedi un'ultima volta, e riuscì a sfuggire alle braccia di Berto che tentarono di afferrarla per l'ennesima volta. Tuttavia, venne afferrata da Jason.
-Lasciami!-.
-Asya devi calmarti! Stai immaginando tutto non capisci!?- gridò Berto, sbuffando. -Io non so che sia successo, ma di sicuro nessun mostro può aver portato via Timothy. Se ne sarà andato e basta, e mi ha pure fatto un bel danno alla finestra-.
-Perché ti ostini a non ascoltami!?-.
-Perché ciò che dici non ha senso!- ripose lui. -Jason, vedi se riesci a calmarla un po, eh? Io devo preparare gli antipasti. Il locale apre tra meno di mezz'ora-.

Masky - La fineWhere stories live. Discover now