CAPITOLO UNDICESIMO - parte 2

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Nel momento in cui Tim lasciò la mano di Asya per correre dritto verso quel mostro, la ragazza sentì una voragine aprirsi nel suo stomaco. Una sensazione di malessere e disagio indefinito, quella che si prova nel momento in cui si realizza che le cose stanno per cambiare per sempre.
Tim avanzò velocemente, nonostante le sue evidenti difficoltà di movimento, raggiungendo l'uomo alto con un paio di falcate; qualunque cosa volesse fare, però, gli risultò impossibile. Cadde proprio davanti a lui, sbattendo le ginocchia a terra con i palmi premuti con forza sulle tempie. Il disturbante rumore statico generato dall'operatore rimbombava nella sua testa quasi come intendesse farla esplodere, espandendo il suo fischio acuto e disconnesso; ed il mostro, in piedi ad un passo da lui, lo guardava fisso con la testa piegata all'ingiù.
Non era possibile batterlo, solo adesso era così chiaro e lampante.
Asya balzò in avanti, con l'intento di afferrare Tim e portarlo via da lì; il ragazzo adesso aveva iniziato a tossire e gridare di dolore accasciandosi a terra e dimenandosi. Riuscì ad afferrare le sue spalle, ma subito dopo crollò a terra a sua volta. La vista della ragazza si offuscò, ed il bosco attorno a lei iniziò a girare vertiginosamente. In tutto quel caos, riuscì comunque ad afferrare la mano di Tim.
-Vattene.... Via!- riuscì a farfugliare il ragazzo, alzando a fatica la testa. Fu in quel momento che l'operatore allungò gli orrendi tentacoli neri che poteva far spuntare a piacimento dalla sua schiena, e li avvolse con una velocità preoccupante attorno ai corpi dei due ragazzi.
Fu doloroso.
Molto doloroso.
Quei prolungamenti snodabili avvolsero i loro busti e li strinsero con una forza inaudita.
Gridando, Asya sapeva che presto avrebbe udito il "crack" delle proprie costole. La respirazione si bloccò; la cassa toracica non aveva più possibilità di espandersi.
Riuscì a vedere il volto di Tim, distorto in un ghigno di dolore, prima che i tentacoli raggiunsero anche il suo viso.
Poi, tutto nero.

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EPILOGO
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Non fu mai chiaro cosa fosse davvero l'operatore, né quale fosse il suo preciso scopo. Il fatto che avesse presumibilmente salvato Tim dal coma farebbe pensare che in qualche modo avesse un preciso interesse nei suoi confronti, anziché nei confronti di qualcun altro, ma è difficile dire con sicurezza cosa si celasse dietro alle sue azioni.
Ciò che risultò essere chiaro, invece, fu il fatto che dall'operatore non poteva esserci scampo.
Tim ed Asya erano in piedi, l'uno accanto all'altro, completamente immobili. L'uomo alto fu gentile con Tim, perché doveva aver capito quanto quella ragazza fosse importante per lui, e così l'aveva accolta come sua Proxy.
Grazie a questo, sarebbero stati uniti anche in quella prigionia.
Erano ormai i due fedeli servitori dell'operatore, che eseguivano la sua volontà.
Tim, con il volto nascosto dalla sua maschera, ed Asya, la cui faccia era celata da un passamontagna nero. Sulla stoffa, vi era cucito un volto triste, seppur triste lei non fosse.
Sì, perché ciò che contava per lei era che al suo fianco ci fosse quel ragazzo, che rappresenta ciò che aveva di più caro al mondo.
Da allora, Masky e Hoodie sarebbero stati servitori dell'operatore fino alla fine dei loro giorni.

Masky - La fineWhere stories live. Discover now