CAPITOLO NONO - parte 1

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Dopo i primi minuti d'inferno, Asya aveva smesso di agitarsi; fissava il soffitto e basta, con gli occhi pieni di lacrime, sperando soltanto che tutto sarebbe finito presto.
Chiuse le palpebre ed immaginò di essere altrove, quando lo sentì riversare sul suo corpo immobile i suoi disgustosi umori.
Quando Jason si rialzò in piedi soddisfatto, liberandola finalmente dalla sua presa, la povera ragazza si raggomitolò su sé stessa poggiando la testa contro allo scaffale.
-Ricorda il nostro patto- le rammentò l'uomo facendo salire la zip dei pantaloni -Se parli per te sarà la fine, ed anche per Timothy-. Uscì dalla porta e la richiuse alle sue spalle come nulla fosse, lasciando la ragazza immobile a terra, ancora paralizzata. Il suo corpo era pervaso da continui tremiti, ed era così distrutta psicologicamente che non riusciva più neanche a muoversi.
Restò lì a terra per un tempo indefinito, con il mento poggiato sulle ginocchia e le braccia avvolte attorno alle gambe; quando finalmente riuscì a riprendere il controllo, si alzò in piedi barcollando ed asciugò le lacrime che ricoprivano il suo volto.
Si rivestì, scoprendosi disgustata solo a sfiorare le parti del suo corpo che erano state a contatto con quel porco, ed uscì dallo stanzino. Trattenne l'istinto di gridare seppur dentro di sé avesse l'inferno, e cercando di comportarsi normalmente tornò a lavoro.
Sistemò i numerini su tutti i tavoli della sala, mentre pian piano si calmava e recuperava la lucidità, poi tornò in cucina da Berto.
-Dove eri finita tutto questo tempo?!- sbraitò lui -C'è ancora ancora un sacco da fare, quì!-.
La ragazza annuì debolmente ed afferrò la pila di pentole che lui le passò, per poi riporle nel lavello. Maneggiare qualsiasi oggetto le risultava difficile, perché le sue mani non volevano più smettere di tremare; nonostante questo, lavò tutto senza fiatare.
-Pulisci i bagni- ordinò ancora Berto, che stava girando il sugo in un grosso pentolone. Asya annuì ancora ed uscì dalla cucina a testa bassa. Le ginocchia iniziarono a formicolare; aveva di nuovo perso di vista Jason, ed ora si chiedeva se lo avrebbe incontrato ancora nel bagno.
Strinse le mandibole e prese un secchio nel ripostiglio, poi si impose di camminare senza indugio.
Non poteva essere debole.
Si avvicinò alla porta del bagno e la spalancò, avanzando subito dopo. Le sembrò di cadere in mille pezzi quando notificò la presenza dell'uomo, in piedi davanti allo specchio.
-Oh, ciao piccola- fece lui allargando un sorrisetto -Mi stavo facendo la barba-. Dicendo questo, si voltò verso di lei mentre accarezzava con un dito il suo mento liscio.
La ragazza strinse con tutta la sua forza il pugno che reggeva il manico del secchio ed abbassò lo sguardo, dirigendosi al lavandino per riempirlo d'acqua. Deglutì; aveva la gola secca, e le sembrava di fare fatica persino a respirare.
Jason sorrise ancora,tornando a contemplare la sua immagine riflessa nello specchio. Adesso erano in piedi l'uno accanto all'altro, a poco più di un metro di distanza.
Asya chiuse il rubinetto dell'acqua ed indietreggiò di un passo, ma in quel momento lui le si avvicinò.
-Lasciami stare- farfugliò la ragazza, stringendo le spalle.
-Ma non voglio farti niente!- replicò lui, afferrandola per le spalle. La spinse contro al muro, ed un pò d'acqua uscì dal secchio e riversandosi sul pavimento. -Rilassati- disse ancora, avvicinando la mandibola al suo collo e premendo il suo membro contro alla vita della ragazza.
In quell'esatto istante, echeggiò violento il rumore della porta che sbatté contro al muro aprendosi violentemente. Jason si ritrasse con aria confusa, ma non fece in tempo a fare alcunché.
Tim, piombando all'interno del bagno come una furia, avanzò verso di lui e senza dire una singola parola lo afferrò per il collo. L'altro riuscì a liberarsi dalla presa, ma il ragazzo portò la mano destra alla sua nuca e lo sbattè con forza contro al lavandino.
-Tim...- farfugliò Asya, che ormai era completamente gettata nel panico.
Il ragazzo, in preda ad una terribile crisi di rabbia, sbatté ancora la testa di Jason contro al ripiano di marmo; sul suo volto teso si leggeva una rabbia indicibile, non lo aveva mai visto così. Le labbra stette e la fronte corrugata incorniciavano uno sguardo così rabbioso da incutere paura.
L'ultimo colpo che Jason ricevette fu contro allo specchio, che si frantumò in mille pezzi.

Masky - La fineWhere stories live. Discover now