CAPITOLO SESTO - parte 2

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Jason spinse Asya contro al muro di mattonelle, bloccandola con estrema violenza.
-Non hai parlato a nessuno di quello che è successo, non è vero?- disse, avvicinando il suo volto a quello di lei. La ragazza mugolò e si contorse, nel tentativo di toglierselo di dosso. Sentiva il suo alito sul collo, e le spalle premute con forza contro alla parete le facevano tremendamente male.
Gli occhi dell'uomo percorrevano il suo corpo scrutandolo con attenzione e malizia. Passò la lungua sulle labbra un paio di volte, mentre infilava la mano destra sotto alla camicetta della ragazza, per poi cercarne avidamente i seni.
Avvicinò poi la bocca al suo orecchio, e vi sussurrò dentro: -Allora? Hai parlato o no, dolcezza?-.
-No- rispose lei con voce tremante -Lasciami andare, ti prego-.
-Lo farò, tesoro- rispose lui, sorridendo -Ma non ora-. Appoggiò le labbra sul suo collo e le fece scivolare verso il basso, fin sulla clavicola, lasciando una scia di saliva sul percorso; mentre con la mano, adesso,  aveva afferrato un seno e lo steingeva fino a farle provare dolore.
-Fammi indovinare- disse poi, afferrandola per i capelli con la mano libera. -Non hai nessun altro posto dove andare, e comunque non abbandoneresti mai Timothy quì-. Sorrise malignamente e le lasciò un bacio sul collo. -Non è così?-.
Asya non rispose, ma tentò ancora una volta di scivolare via di lato. Tuttavia, la presa dell'uomo era troppo forte per permetterglielo.
-Dunque deduco che ci sono tutti i presupposti per... Scendere a patti-.
-Lasciami- ripeté Asya, con voce soffocata. Avrebbe voluto gridare aiuto, forse Berto l'avrebbe sentita; ma era troppo spaventata all'idea di farlo arrabbiare finendo per peggiorare la situazione.
-Ascolta Bene- continuò lui, ignorandola -Tu non dirai una sola parola di ciò che succede qua dentro, né al capo, né a Timothy, né tantomeno alla polizia....-. Ridacchiò, e continuò a parlare con voce più profonda. -In cambio io non ti farò del male... Certo, questo solo se non cercherai di urlare o scappare. Che te ne pare?-.
-Sei un porco maledetto!- gridò Asya.
-Lo so- rispose lui, tappandole la bocca mentre con l'altra mano aveva abbassato la zip dei jeans iniziando a toccarsi.
-Ma ora devi stare zitta. E soprattutto....Ferma-.

......................

-Puoi andare adesso, tesoro-.
Asya si alzò in piedi, barcollante. Aveva il volto coperto di lacrime, ed il corpo percorso da continui tremiti e brividi freddi. Sollevò i pantaloni velocemente coprendo l'inguine macchiato del disgustoso seme di quel porco, e soffocando un altro pianto allacciò la cintola. I suoi occhi, gonfi e colmi di lacrime, andarono subito a cercare la porta; vi si avvicinò, ma venne afferrata nuovamente dalla mano si Jason.
-Mi raccomando- sussurrò lui -Rispetta il patto. Altrimenti potrebbe anche pagarla Timothy-. Era seduto sulla tazza del water, con i pantaloni e le mutande ancora abbassati, ed aveva un volto estremamente soddisfatto.
La ragazza annuì debolmente ed uscì dal bagno, barcollando e singhiozzando. Si diresse dritta in camera, pregando di non incontrare Berto lungo il percorso perché proprio non sapeva che cosa avrebbe dovuto dire.
Non poteva confessare. La situazione era diventata troppo complicata ed un lasso falso l'avrebbe messa in guau seri.
Asciugandosi il volto con le mani si fermò davanti alla porta della stanza e riempì i polmoni d'aria prima di entrare.
Non voleva che Tim la vedesse ridotta in quello stato, altrimenti avrebbe capito che qualcosa non andava. Si impose di calmarsi, sistemando anche i capelli con le mani, ed asciugò un'altra lacrima che nel frattempo era scesa lungo la sua guancia.
Si avvicinò al letto del ragazzo, e lo trovò disteso, con la testa affondata nel cuscino e gli occhi chiusi. Dormiva tranquillamente, respirando in modo regolare.
Il suo volto rilassato faceva quasi tenerezza.
Asya si sedette a terra accanto al letto, poggiando la schiena contro al muro e la guancia sul materasso, vicina alla testa di Tim. Poteva sentire il suo respiro, da quella posizione, e solo questo bastava a calmarla. Non intendeva andare nel suo letto; decise che sarebbe rimasta lì con lui. Non avrebbe dormito, ma che importava.
L'ultima cosa che avrebbe voluto adesso era restare sola.

Masky - La fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora