CAPITOLO SETTIMO - parte 1

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La luce che proveniva dai finestroni illuminava la stanza con la luce del primo mattino. Asya, ancora seduta a terra accanto al letto, era finita per addormentarsi con la testa penduta in avanti e le braccia distese. All'improvviso si sentì toccare, e si svegliò spalancando gli occhi. Le immagini di ciò che era accaduto quella notte tornarono vivide nella sua mente in un lampo, e d'impulso gridò.
-Shh, calma!-.
La voce di Tim. Non avrebbe mai potuto confonderla, nemmeno tra mille altre. Subito Asya si calmò, affogando i polmoni in un'abbondante boccata d'aria. Le braccia che avvolgevano il suo corpo erano quelle di Tim.
Non quelle di Jason.
-Scusa io...- balbettò. Dovette smettere di parlare, perché sentì che le lacrime le stavano già inumidendo gli occhi. Lasciò che lui la afferrasse con delicatezza sotto alle braccia, e la mettesse a sedere sul letto. Adesso che le era così vicino, avrebbe voluto che non si allontanasse mai più.
-Che cosa è successo?- chiese Tim, sedendosi accanto a lei.
La ragazza abbassò lo sguardo, restando in silenzio. Non poteva parlare. E non voleva.
Un altro brivido percorse il suo corpo; era come se stesse fisicamente rivivendo ciò che era accaduto quella notte.
Il contatto fisico così stretto con il corpo di quel viscido uomo, il suo fiato sul collo, quelle mani sporche che l'avevano tenuta bloccata contro alla vasca da bagno per tutto il tempo.
Aveva violato la sua intimità utilizzando il suo corpo come un mero oggetto privo di valore; e adesso si sentiva colpevole e sporca.
La sua forza d'animo bacillò improvvisamente, e si lasciò cadere di lato, appoggiandosi a lui.
Tim aggrottò la fronte; non capiva perché Asya si stesse comportando in quel modo, e questo lo preoccupava molto. Avvolse le braccia attorno alle sue spalle e la strinse a sé, nonostante questo gli causasse un dolore insopportabile alle costole.
La ragazza inspirò, premendo la guancia contro al suo petto. Ne aveva un bisogno immenso adesso, di sentirsi così vicina a lui.
-Non dovevi alzarti- disse con voce tremante.
Lui sorrise lievemente. -Stai tranquilla-. Le accarezzò dolcemente la testa, e le lasciò un bacio sulla fronte. -Mi sono svegliato e ti ho vista lì per terra...-.
-Scusami- disse lei, chiudendo gli occhi. Rimase immobile ad ascoltare il battito del suo cuore, pensando a quanto quel dolce rumore che scandiva il tempo potesse farla sentire bene. Stare tra le sue braccia era tutto ciò di cui aveva bisogno; non avrebbe voluto trovarsi in nessun altro posto al mondo.
Rimasero abbracciati per un tempo indefinito, cullandosi ognuno con il calore del corpo dell'altro. Non fu chiaro se passarono secondi, minuti o addirittura ore, ma quando Asya si ritrasse il suo volto si era del tutto asciugato dalle lacrime.
-Grazie- disse la ragazza, guardando Tim negli occhi.
-Perché mi ringrazi?- chiese lui.
-Per... Questo-.
Il ragazzo scosse la testa sorridendo, come a dire che non doveva affatto ringraziarlo. Si passò una mano dietro alla nuca, e disse: -Asya... Se è successo qualcosa devi dirmelo-.
Asya deglutì nervosamente, e puntò lo sguardo a terra. -No. Sono solo un pò... Un pò stanca, credo-.
Tim la guardò con aria pensierosa; non si era affatto bevuto quella bugia, ma decise di tacere. Non voleva forzarla in nessun modo. Per un attimo valutò l'idea che fosse rimasta offesa per il modo in cui aveva reagito il giorno precedente, ma si disse che era improbabile che fosse così. Ad ogni modo, non poteva certo costringerla a parlare, se non voleva.
-Tim-.
La voce della ragazza lo distrasse dai suoi pensieri; si voltò verso di lei, e prima ancora che potesse dire qualcosa Asya ridusse velocemente lo spazio tra le loro teste, finché non arrivò a toccare le sue labbra con quelle di lui.
Questa volta però Tim non si ritrasse. Anzi: le passò una mano dietro alla nuca, e ricambiò quel bacio che infondo, anche lui, aveva tanto sperato di ricevere.

Masky - La fineWhere stories live. Discover now