CAPITOLO OTTAVO - parte 1

806 139 20
                                    

-Tim...-. Asya si avvicinò rapidamente a lui, e d'impulso lo abbracciò avvolgendo le braccia dietro alla sua schiena, trovando immediatamente sollievo a contatto con il suo corpo. Lo strinse forte e pensò tra sé e sé che avrebbe voluto morirci in quell'abbraccio; lui però rimase rigido, con il busto eretto e la fronte corrugata.
-Scusa- disse ancora la ragazza, riempiendosi i polmoni del suo buon odore -Sono un pò stressata e...-.
-Che succede, Asya?- domandò Tim interrompendola, con tono secco. Lei ci mise un pò a rispondere, quasi come se avesse dovuto riordinare i pensieri prima di parlare.
Non voleva rischiare di dire cose che avrebbero potuto dargli degli indizi, o ancor meno di avere un crollo psicologico e finire per raccontargli tutto.
Doveva dosare bene le parole e dirne il meno possibile; nella sua attuale condizione, sarebbe crollata fin troppo facilmente.
-...Niente- disse poi, troncando ogni speranza del ragazzo di ricevere una spiegazione -Scusami...- ripetè.
Tim sospirò, capendo che era inutile insistere, e ricambiò quell'abbraccio poggiando il mento sulla spalla di Asya. Non era affatto stupido, ed ormai conosceva quella ragazza;
era praticamente certo che ci fosse qualcosa che non andava, tra l'altro lei non era neanche poi così brava a nasconderlo.
Da quella posizione il ragazzo poteva sentire il battito accelerato del suo cuore, e la respirazione leggermente irregolare; continuava a chiedersi che cosa stesse succedendo, e perché lei si comportava in quel modo strano. Berto la stava trattando peggio del solito? Oppure il problema era quel cameriere nuovo, quello dal volto magro? O magari era stressata per tutto quello che era accaduto? La maschera, l'operatore...
Giusto, l'operatore.
Che ne era stato di lui?
Per esperienza, Tim sapeva per certo che sarebbe tornato a prenderlo, che non lo avrebbe mai lasciato libero. E quando questo sarebbe avvenuto, avrebbe di nuovo messo in pericolo anche Asya.
-Posso... Restare quì con te?- chiese la ragazza, strappandolo via dai suoi pensieri.
Tim spostò lo sguardo sul volto di lei, rendendosi conto soltanto adesso che non lo stava più abbracciando. Ora era seduta al suo fianco, e giocherellava con le dita tra le ciocche dei suoi capelli scuri.
-Certo- rispose, un pò spiazzato da quella domanda. Possibile che avesse paura a dormire nel suo letto da sola?
Dopo essersi posto quel quesito, in un attimo gli parve di capire.
-Asya... Qualcuno ti infastidisce?- chiese infine, andando dritto al punto. -È quel Jason?-.
Doveva essere questo; quando era entrata in camera si guardava intorno e pareva molto spaventata. Chi altro stava cercando con lo sguardo se non lui?
Ma lei, cercando di smontare immediatamente quella teoria, strinse le spalle ed abbassò di scatto la testa, scuotendola in modo energico. -No, no- rispose -Assolutamente no-.
Tim tuttavia rimase immobile a guardarla per una manciata di secondi, cercando di leggere nei suoi occhi se fosse sincera oppure no.
-Se è così devi dirmelo, capito?- disse poi, cercando di assumere un tono di voce più rassicurante possibile.
Il solo pensiero che potesse aver ragione faceva salire in lui una rabbia incontrollabile; non riusciva neanche ad immaginare uno scenario del genere.
-Puoi stare tranquillo.... Se fosse così te lo direi-.
Nonostante i dubbi, il ragazzo dovette accettare quella risposta sapendo che non ne avrebbe ottenuta nessun'altra. Sorrise lievemente e le fece spazio sul letto, spostando malamente il suo corpo di lato con un gemito di dolore. Cercò una posizione che non comprimesse troppo le costole contro al materasso, ed allungò le gambe. Lei si sistemò al suo fianco, raggomitolandosi contro al suo petto, e lasciando che la avvolgesse tra le sue braccia. Adesso sì che si sentiva al sicuro... Se avesse potuto, sarebbe rimasta tra le sue braccia per sempre.
Asya si addormentò così, con la testa poggiata accanto al petto del ragazzo, ad ascoltare il lieve battito regolare del suo cuore.
Per lei non vi era più bel posto al mondo che tra le sue braccia.

Masky - La fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora