nove (stubborn)

4K 212 11
                                    

Flashback

Eravamo in una spiaggia desolata. Il mare era cristallino, le onde erano basse, quasi inesistenti, e il sole batteva leggermente sui nostri visi, anche se il bordo della roccia sopra di noi ci riparava. Era più una rientranza che aveva una grotta, ma io e Nate abbiamo sempre amato questo tipo di cose. Il mio asciugamano è poggiato sui sassolini e io sono sdraiata mentre prendo un po' di sole. Il calore si spande sul mio corpo e io sorrido, mentre sento qualcosa toccarmi la mano.

Un bambino in lacrime si fa spazio davanti ai miei occhi appena li apro. Ha tutte le guance rosse e continua a singhiozzare davanti a me. Mi guardo intorno e vedo che Nate non è più nel suo asciugamano. Ma dov'è andato senza dirmi nulla?

Mi metto seduta sull'asciugamano. "Ciao piccolo." Gli dico dolcemente, mentre inizio ad alzarmi con le ciabatte sui piedi, per non correre il rischio di rompermi i piedi per il dolore.

"Ho perso la mia mamma." Mormora tra i singhiozzi, mentre mi guarda fissa negli occhi.

Lo guardo dolcemente e gli prendo la piccola manina. "Ti ricordo dove l'hai vista l'ultima volta?" Gli domando e lui annuisce velocemente. "Allora andiamo lì."

Dopo qualche minuto di camminata, i miei piedi sono su dei gradini che portano alla strada per tornare a casa. "Come ti chiami?" Il piccolo bambino con la mano stretta nella mia mi guarda nuovamente ed io sorrido.

"Mia." Gli rispondo.

"Io mi chiamo Benjamin. La mamma dice che devo essere fiero del mio nome." Mi dice e io non posso fare a meno di ridere e accarezzargli la testa.

"Tutti dovrebbero essere fieri del proprio nome." Gli dico dolcemente mentre lui mi guarda corrugando le sopracciglia.

"Tu sei fiera del tuo nome?"

"Certo, lo amo." Rispondo. "E sono sicura che anche tu ami il tuo."

Benjamin ormai non piange più, la sua piccola mano stringe la mia, e le lacrime che aveva sul viso si sono seccate sulla guancia. "Io sono un uomo."

"Questo lo avevo capito." Gli do retta, visto che è un bambino.

"Tu sei davvero carina Mia. Vuoi essere la mia fidanzata?" Continua a tirarmi per la strada principale.

"Sono già fidanzata, ma sei vuoi puoi essere il mio principe, d'accordo?" Lui annuisce sorridendomi. Sento la sua mano staccarsi quando la figura di una donna il lacrime compare davanti a noi.

"Mamma!" urla il bambino. La madre corre verso di lui, accasciandosi a terra e prendendolo tra le braccia.

Dopo vari ringraziamenti da parte della signora, ancora in costume e ciabatte, mi riavvio verso la spiaggia. Vengo qua con Nate molto spesso, per cui decido di fare un percorso diverso a quello di andata, sapendo che ci metterei di meno.

Cammino per qualche minuto, fino ad arrivare quasi al posto in cui ho lasciato l'asciugamano, ma mi fermo quando sento una voce maschile parlare al telefono con qualcuno.

"Si, lo so. Passerò a riprenderli tra un domani e dopodomani. Adesso non posso, sono al mare con Mia." Continuo ad ascoltare, riconoscendo la voce di Nate e cercando di capire da dove proviene.

Shifting  ➳ [h.s]Where stories live. Discover now