quindici (your cousin)

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Alla fine Dylan mi aveva semplicemente dato un passaggio, come mi aveva detto. Niente uscite, nulla di nulla. Non che mi aspettassi qualcosa di particolare, sapevo che non avremmo fatto altro che chiacchierare per tutto il tragitto dalla mia scuola alla mia casa. Solo che Harry pensava sempre male, e io pensavo sempre ad Harry, in qualsiasi momento della giornata.

Stamattina l'ho incrociato nei corridoi della scuola, ma non ci siamo scambiati nemmeno un'occhiata. Anzi, lui se poteva mi lanciava frecciatine per incenerirmi, come se la nostra relazione l'avessi rovinata io e non lui.

La sera mi faccio filmini mentali sul come sarebbe potuta essere la nostra storia d'amore se solo Harry avesse riconosciuto il giusto, dallo sbagliato. Se solo io e lui fossimo stati i personaggi di un qualche romanzo romantico. Solo che non era successo nulla di tutto quello, e quando ogni volta aprivo gli occhi, ritrovandomi da sola nella mia camera buia, avevo capito che avevo sbagliato proprio tutto.

Oggi Dylan mi ha invitata da lui. In realtà mia madre mi ha detto che aveva ospiti a casa e che preferiva non avermi tra i piedi visto che mi sarei dovuta tirare di tutto punto per il capo di qualche altra azienda che si stava andando ad unire all'azienda dei miei genitori.

Così, avevo scritto a Dylan che non capivo filosofia - il che è vero - e che pensavo di voler andare a ripetizioni - il che è falso, non l'avrei mai fatto, ma avevo bisogno di una scusa per fare qualcosa per tenermi fuori casa - per cui alla fine lui mi aveva detto di andare da lui perché lui amava quella materia e per cui sarebbe stato un piacere per lui insegnarmela.

Mi ero tolta i vestiti di scuola per mettere un paio di jeans blu e una maglietta larga a maniche lunghe bianca con dei motivi. I miei capelli lunghi ricadevano in onde sulle mie spalle, facendo sembrare il mio viso più piccolo. Il trucco mi aveva tolto quell'aria da bambina di dieci anni che sembravi avere da struccata.

Adesso, dopo ovviamente aver finito di prepararmi, aver portato libri, quaderni e penne ed essere salita in macchina, cercando di non superare i limiti di velocità consentita, ero arrivata a casa del mio amico velocemente.

Ringraziando il cielo , oggi non fa freddo come ieri, quindi posso sopportare il freddo anche con la mia maglietta. Anche se odio questi sbalzi di temperatura, fortunatamente avvengono veramente poco spesso, per cui non mi ammalo quasi mai durante l'anno.

Entro in casa di Harry, e Dylan mi accoglie gentilmente, facendomi entrare. Facciamo qualche passo e noto che sta andando in una parte della casa che io non avevo mai visto ancora, nemmeno durante le vacanze.

"Dove mi stai portando? Vuoi uccidermi per caso?" Scherzo, fingendomi impaurita, mentre lui fa come segno di una pistola, dicendomi di stare zitta.

"Si, mani in alto o sparo." Finge, diventando di colpo serio.

Rido e gli tiro una pacca sulla spalla, mentre lui mi precede e prende la mia mano avvicinandomi a lui. "Sul serio, dove stiamo andando?" Domando.

"Giardino sul retro. Ho dimenticato l'astuccio nella camera degli attrezzi." Mi risponde, mentre siamo ancora fermi. Lo spingo in avanti per spronarlo a camminare, cosa che fa subito.

"Potevo prestarti io una penna." Alzo gli occhi al cielo.

"Devo riprendere comunque l'astuccio, non posso lasciarlo lì. Ma grazie comunque." Mi sorride, mentre arriviamo davanti ad una portafinestra spalancata. Ci passiamo in mezzo e un giardino ben curato salta ai miei occhi.

"È meraviglioso." Dico stupita.

"Già, Anne è così fiera del suo giardino." Mi racconta.

"Anne è la madre di Harry? Tua zia?" Domando.

Shifting  ➳ [h.s]Where stories live. Discover now