ventidue (escapes from the window)

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http://www.kristianaadnevik.com/sites/default/files/collection/1/kristian_aadnevik_aw13_027.jpg aprite questo link quando leggerete di farlo, nel capitolo.

***

"Il Parco Güell è una delle opere dell'architetto Antoine Gaudì che appaiono nell'elenco dei patrimoni dell'umanità dell'unesco. È stato progettato agli inizi del novecento, con lo scopo di diventare una città-giardino.  È un parco pubblico con all'interno un museo a cielo aperto, visitabile tutto l'anno, è uno dei monumenti-simbolo della città catalana, con un'alta frequentazione turistica." Spiega la nostra guida, mentre siamo nel bel mezzo del posto.

"Psst, Mia." Sento qualcuno chiamarmi. Mi giro di poco, mentre vedo il viso di Christine fisso sul mio.

"Cosa c'è Christine?" Le domando a bassa voce, avvicinandomi a lei e cercando di non contrastare la voce della guida.

"Hai sentito cosa vogliono fare stasera?" Mi domanda emozionata, mentre io aggrotto le sopracciglia, ignara di qualsiasi cosa starà per dirmi.

"Vogliono chi?" Domando prima di tutto.

"I ragazzi che sono qui in gita con noi?" Chiede retoricamente mentre io le faccio un cenno facendole capire di proseguire. "Comunque, hanno deciso di andare in un locale questa sera."

"Siamo qui da due giorni e conoscono già la città?" Domando, portando nuovamente lo sguardo sul parco dove siamo adesso.

"No, Andrew l'ha trovato insieme a Steve per caso, e hanno avuto l'idea di dirlo a tutti." Sorride.

"Ah già, Andrew, quello con cui hai scambiato camera lasciandomi sola con un ragazzo che non sopporto senza dirmi nulla." Le sorrido ironica mentre lei sbuffa.

"Ti ho già chiesto scusa per non averti avvertita Mia, giuro che la prossima volta lo farò. Ma è stata una delle sere più belle per me, per cui non mi dispiace per com'è andata." Mette il broncio, mentre io scuoto la testa sospirando.

"Vorrei che nemmeno a me dispiacesse per com'è andata, soprattutto la mattina seguente." Alzo gli occhi al cielo.

"Perché?" Mi chiede lei curiosa.

Flashback

Sento la mia sveglia suonare ed emetto un lamento, non volendo svegliarmi. Senza aprire gli occhi, cerco a tastoni di raggiungere la sveglia, ma l'unica cosa che sento è una superficie calda e morbida che si muove. Spalanco velocemente gli occhi, e mi rendo conto di essere attaccata ad Harry, mentre le sue braccia mi tengono stretta al suo corpo. Ma come diavolo siamo arrivati ad essere così appiccicati?

Mi stacco velocemente da lui, facendolo lamentare. "Devi per forza essere così violenta anche di mattina?" Gli occhi ancora chiusi, ma un sorriso sul suo viso.

"Normale, se mi trovo appiccicata al tuo corpo alle sette di mattina." Arriccio le labbra, spegnando la sveglia che continuava a suonare.

"Sai, ti muovi molto durante la notte." Mi dice. "Tanto che ti sei appiccicata tu a me. Ho provato a staccarti, visto che avevo immaginato la tua reazione al mattino, ma tu ti sei lamentata stringendomi ancora di più al tuo corpo, così ti ho lasciata in pace." Detto questo apre gli occhi, mentre il sorriso di prima non è ancora scomparso dal suo volto.

"Si d'accordo come vuoi." Scuoto la testa alzandomi dal letto.

"Ah, parli anche mentre dormi." Lo sento dire e divento rossa. So di parlare durante il sonno, quando ero piccola mia madre me lo diceva sempre, ma nessun altro, oltre Nate, sapeva questa cosa.

Shifting  ➳ [h.s]Where stories live. Discover now