CAPITOLO 2

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Sentì Harry seguirlo a ruota e non sapeva nemmeno dove camminare.
-Descrivimi i gusti di tua sorella, mi farebbero comodo saperlo.- improvvisamente cambiò totalmente tono, stupendo Louis di quest'improvviso cambiamento, camminando lungo il pavimento con la testa che girava da destra a sinistra per guardare i vari tipi di fiori collocati sulle mensole.
Dall'elegante, gentile, premuroso che era, si aggiunse una formalità dovuta al lavoro e Louis non poté fare altro che sentirsi deluso perché in quel momento Harry lo stava trattando come un semplice cliente, a parere suo.
Non che non fosse un "Semplice cliente", ma credeva di avere già instaurato un rapporto, ma a quanto pare era solo una sua illusione.
Anche lui, quindi, si calò nel personaggio del cliente e rispose chiaramente alla sua domanda, cercando di non tralasciare alcun dettaglio:
-Dunque, Lottie è una ragazza molto ordinata, le piace seguire la moda, è raffinata, elegante ma anche un po' folle. Cura molto il suo corpo e viso, ci tiene a essere sempre perfetta in ogni occasione e..non le piacciono molto i colori scuri.- concluse Louis, pensando ai gusti della sorella che era riuscito ad assimilare nel corso degli anni.
Harry stette in silenzio, probabilmente per cercare di unire tutti questi aggettivi e gusti particolari per trovare una combinazione di fiori che possano rispecchiare i suoi gusti,
-Dahlia, eleganza. Rosa borgogna, bellezza. Aquilegia, follia. Camelia, eccellenza.- Harry pronunciò quei nomi di fiori accostandosi a degli aggettivi specifici in maniera professionale ed elegante, sapeva bene cosa diceva e Louis non poté fare altro che ammirare la sua sapienza, intelligenza, raffinatezza e spontaneità. Louis, a confronto di Harry, sapeva solo che le rose rosse significavano un amore appassionato, quelli focosi, e di certo non poteva esserci in un matrimonio un bouquet composto da solo rose rosse.
Rimase incantato quando il più grande si girò e gli sorrise, mostrando per la prima volta le fossette al più piccolo che le trovò adorabili e sentì immediatamente il desiderio di affondarci le dita, ma si trattenne.
Doveva, però, pensare a ciò che gli aveva appena detto, non poteva permettersi altri intoppi, così prese fiato ma non riuscì a nascondere dell'ammirazione.
-Sei così esperto, io non so nemmeno che tipo di fiori siano questi.- e per poco, si sentì privo di coltura in cose che fino ad ora gli erano sembrate inutili da sapere.
Non si capacitò del fatto di come un singolo fiore potesse esprimere un aggettivo, una descrizione, un qualcosa che potrebbe benissimo essere usato al posto di mille altre parole.
Harry non nascose di essere onorato di sentire quelle parole, ma superò il liscio e torno verso il bancone, lasciandolo in attesa di una risposta. Aspettò che Louis lo seguisse e solo dopo essersi accertato che lo stesse seguendo, fece il giro del bancone e attese che lo raggiungesse, esattamente come si erano incontrati minuti prima.
-Credo di avere in mente ciò che cerchi.- disse Harry, quasi del tutto convinto, calandosi in un'aria esperta.
Louis non si stupì neppure, aveva notato con quanto interesse e convinzione aveva preso sul serio la sua richiesta, ma non si stupì neppure di questo, era il suo lavoro, alla fine.
-Quindi, come ci si organizza in questi caso?- chiese inesperto, valutando ogni possibile opzione per organizzarsi con il riccio.
Harry sorrise alla sua innocenza. Un sorriso tenero.
-Sei libero domani pomeriggio, verso le 17:00?- chiese così al liscio, nella speranza di ottenere un "sì" come risposta.
Louis ci rifletté su, il giorno dopo avrebbe avuto il giorno libero, senza bambini da tenere sotto controllo.
Annuì solamente, aspettando le indicazioni di Harry che aveva il viso illuminato e gli angoli delle labbra all'insù. -Allora, domani passa di qui per quell'ora così ti saprò mostrare la mia idea, per il momento.- istruì il riccio e Louis prese nota di ogni singola parola.
-Va bene. Ti ringrazio, pensavo ci volessero settimane.- ironizzò, pensando seriamente che per queste cerimonie così grande ci volesse molto più tempo. Effettivamente era davvero disinformato a riguardo.
Ancora Harry sorrise e prevedendo che da lì a poco si sarebbero salutati, fece il giro del bancone e accennò un -Aspetta qualche secondo.-
Louis non capì, ma di certo non si sarebbe mosso da lì.
Seguì i movimenti di Harry sperando di non perderne alcun e dopo poco lo vide cogliere un fiore da un vaso sopra a una delle tante mensole.
Lo tenne stretto fra la sua grande mano e quando si avvicinò a lui, glielo porse.
Louis non capì all'istante, era confuso, rimase a fissare quello che gli sembrava una rosa, e non capì di quel suo gesto.
-É per me?- chiese incerto, allungando la mano per afferrare quel gambo esile senza alcuna traccia di spine.
-Lo è, una rosa chiara.- affermò il riccio utilizzando quella sua aria da misterioso.
-Che significa?- chiese Louis non capendo quale fosse il significato di quel fiore così bello, ritirando la mano con il fiore in mano, assumendo un'aria confusa e impreparata.
Harry sghignazzò dolcemente, ma non si preoccupo di rispondere a dovere e semplicemente ritorno nella sua posizione dietro al bancone.
-Scoprilo. Ti aspetto domani.- si limitò a dire, con la certezza di non ricevere altre domande.

E chissà perché Louis non si sentì in grado di farne altre, era rimasto con la mente in frantumi e la voglia di scoprire che cosa significasse quel fiore in quel linguaggio era talmente alta da non avere altro per la testa. Si diresse verso l'uscita tenendo la testa bassa e gli occhi più aperti del solito e non fece altro che pensare.
-A domani- salutò appena, cercando di trattenere la sua curiosità. Prima di chiudere la porta a vetrina si girò verso Harry che lo stava ancora guardando con il sorriso e aggiunse un -Grazie- sorprendentemente detto a bassa voce.

In tutta risposta Harry mostro nuovamente le sue fossette senza separare le labbra, e mimò un "Ci vediamo", salutando poi con la mano.
Louis uscì dal negozio con la rosa in mano e davvero aveva voglia di capire che cosa fosse successo lì dentro.
Salì in macchina e poggiò delicatamente quel dono che gli era stato dato nel sedile del passeggero, con cura, con la paura che si potesse spezzare da un momento all'altro.
"Chissà che significa." non fece altro che ripetersi.
Avrebbe tanto voluto saperlo.
Sovrappensiero, guidò fino a casa, buttando ogni tanto l'occhio sul fiore accanto a lui.

||Tell me with a flower||- Larry StylinsonWhere stories live. Discover now