CAPITOLO 14

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Wow.
Fu tutto ciò che riuscì a dire Louis, cogliendo in pieno la bellezza di quella natura.

Guardarono il cielo stellato insieme, le lucciole che danzavano sopra le loro teste creando giochi di luccichii disconnessi ma completi fra loro, odorarono il profumo dei fiori alla loro destra.
-Ti piace?- chiese trepidante Harry, sapendo già la risposta però.
-È incantevole. Scusa se non volevo scendere, non potevo immaginare che avrei vissuto questo..- ammise Louis, sentendosi bruciare per l'imbarazzo.
Sentì una risatina leggerissima dalla bocca di Harry e questo lo calmò.
-Non preoccuparti, mi basta che tu stia bene.- Rispose dolcemente e premurosamente H.

Louis sorrise all'istante.
Stava bene.
Stava bene in tutti i sensi.
Stava bene perchè sì, perchè un ragazzo come Harry ce n'era uno su un milione.
Stava bene perchè era sdraiato con lui a guardare il cielo stellato.
Stava bene perchè aveva la sua felpa e non sentiva un minimo di freddo.
Stava bene perchè aveva tutto ciò di cui aveva bisogno, al suo fianco.

-Sto benissimo.- confermò lui stesso, prendendo quel minimo coraggio e avvicinandosi a Harry maggiormente, fino ad appoggiare la testa nella sua spalla, e allacciargli un braccio intorno allo stomaco, ricreando quella sorte di abbraccio.
Harry non fece altro che migliorare quella posizione passandogli un braccio intorno al collo e attirandolo a se, prendendo la sua mano fra la sua, iniziando a giocare con le sue dita, senza trovare opposizione da parte del ragazzo che stava sorridendo senza però farsi vederen
Entrambi erano certi che stava succedendo qualcosa, qualcosa di molto bello.
Stava arrivando una fantastica aurora, era tutto tremendamente magico.
-Hai ancora freddo?- chiese Harry in un sussurro, sentendo un leggero tremolio da parte del più grande.
-No, grazie, sto benissimo.- rispose L.
-Stai tremando...- osservò Harry, usando un tono debole e infinito.
Louis a quel punto non potè mentire, si sentiva in trappola.
-Non è dovuto al freddo questo.- disse così sincero, senza guardarlo in viso.
-E a cosa?-la curiosità di Harry stava aumentando.
-A te. Al fatto che mi hai portato qui, al fatto che ho la tua felpa, al fatto che sei un ragazzo magnifico e...-immediatamente si bloccò. Pensò che era ancora troppo presto per dire quelle due paroline che avrebbero ribaltato del tutto la serata, e la sua vita.
-E...??- chiese impaziente Harry.
-Non importa.- se ne uscì, strofinando la guancia contro la spalla, cercando un pò di sollievo.
-Non insisto. Voglio solo che tu sappia che qualunque cosa tu voglia dirmi, io ti ascolterò e...sei anche tu magnifico.- concluse H, lasciando che il suo braccio si spostasse timidamente sopra al fianco di L.
-E qualunque cosa tu voglia fare, sei libero di farla.- continuò Louis, sperando che quella cosa avvenisse.
Harry stette in silenzio un paio di minuti, o forse solo secondi, che a Louis pareva un tempo indeterminato e tremendamente lungo, poi si alzò fino a rimettersi seduto, seguito da Louis che non riusciva a capire.
-Qualunque cosa?- chiese Harry, guardandolo dritto negli occhi, cogliendo quella scintilla che fin da subito lo aveva colpito.
-Qualunque cosa.- affermò di ritorno L.
-A meno che tu non voglia uccidermi, preferirei evitare.- scherzò poi, sentendosi avvampire.
Harry scoppiò in una risata cristallina che coinvolse anche il maggiore.
-L'ultima cosa che vorrei fare è ucciderti, anzi, non mi passerebbe mai per la testa..Dio, Louis! Sei pazzo? Uccidere una persona, come ti viene in mente? Supera ogni limite questo! Non dirlo nemmeno!- Harry iniziò a parlare come una macchinetta, interrompendosi per una risata e l'altra e gesticolando con le mani, mentre Louis rideva come un pazzo.
-Hai ragione, ma che c'è di male a pensarlo? Magari vengo a scoprire che tu sei un serial killer e tutto questo è solo un piano per rapirmi e vendere le mie parti del corpo.-Continuò L a scherzare.
-Oh, cielo! Mi hai scoperto! Beh, dovrò ucciderti qui allora.-stette al gioco H, fingendo di tirarsi i capelli per la disperazione.
E Louis rise, rise talmente forte da avere le lacrime e per lo sforzo poggò la fronte nella spalla di Harry, il quale, come se fosse istinto, lo circondò subito con un braccio, come se quella protezione gli avesse cambiato la vita.
-Hai una risata bellissima.- commentó, accarezzandogli timidamente un braccio.
Louis alzò la testa e lo guardò in viso, negli occhi, trovandoci uno sguardo dolce e serio allo stesso tempo.
-Me l'hai già detto.- si calmó con le risate e tornò alla serietà.
-Te lo dirò per sempre.- confermò Harry, incurvando le labbra in in tenero sorriso.
Louis annuì e scese con la schiena fino a sdraiarsi nuovamente a terra, guardando il cielo stellato.
Harry lo raggiunse subito e come in una bellissima storia gli sussurrò nell'orecchio -Per sempre.-, facendolo rabbrividire.
L sorrise ancora, chiudendo gli occhi quasi istintivamente, e quando li riaprì Harry non era più al suo fianco, ma in piedi vicino al perimetro di fiori che li scrutava attentamente.
-Cosa fai?- chiese Louis, non capendo cosa stesse facendo e forse un pò deluso per..per? Non lo sapeva nemmeno lui, o forse sì, ma preferiva non ammetterlo.
Harry non rispose, si accucciò a prendere un fiore, strappandolo, tornando poi seduto vicino a Louis.
-Lo hai strappato!- osservò il maggiore, cercando di riconoscere quella tipologia.
-Già.-
-Perchè? Ci hai lavorato tanto perchè nascesse!- lo rimproverò un pó.
-Per te.-fu l'unica cosa che disse H, porgendo il fiore a Louis che non esistò a prenderlo.
Lo guardò e riguardò, ma non riusciva a capire che fiore fosse, cosa significasse e perchè gle lo aveva dato.
-Cosa significa?- chiese allora, osando.
-Qualunque cosa.- rispose chiaro Harry.
-Esiste un fiore anche per dire questo?- chiese ingenuo Louis, non capendo cosa volesse dire.
Harry negò sorridendo -No, esiste però un fiore che significa determinazione- spiegò.
Louis alzò le sopraciglia, incerto sulle sue parole, poi lo ringraziò e tornò a sdraiarsi, trascinando, però, giù anche Harry, fino a sistemarsi come lo erano prima.
Successivamente, si sentirono dei botti provenienti dal cielo e a primo impatto, Louis si strinse a Harry per la paura iniziale.
Premette il viso contro le clavicole di H e strinse il suo (di H) giubbotto nel suo pugno.
Harry capì subito che aveva paura e così lo abbracciò.
Lo abbracciò forte, facendolo sentire protetto come solo lui sapeva fare.
-Ehy, sono solo fuochi d'artificio. Ricordi? C'è la festa in città.- provò a rassicurarlo, parlando a bassa voce, accarezzandogli dolcemente i capelli. Louis stretto a lui era una scena dolcissima e tenerissima, pensò, e il modo in cui cercava riparo lo era ancora di più.
Annuì solamente e si tenne ben stretto a lui, poggiando la guancia nella sua spalla, guardandolo in viso.
Si guardarono per un tempo lunghissimo, un silenzio pieno di parole, sguardi pieni di significati, sorrisi intuitivi e respiri sincronizzati.
Erano perfetti, l'uno tra le braccia dell'altro.
Potevano fare invidia al mondo se solo fossero stati un qualcosa di unito, di legato, insieme.

Louis sorrise, Harry sorrise, i fiori vicino a loro sorrisero. Era come se ogni elemento che gli circondasse fosse un'aspettatore, e quello che stavano guardando fosse un magico film.
Era come se facessero parte di un film.
La scena di un film che tutti vorrebbero vivere, assaporare, provare, ma che pochi ci riescono.

Harry ad un certo punto, dopo aver passato gli ultimi minuti a guardare Louis con gli occhi a cuoricino e le labbra tirate in un sorriso, alzò leggermente il capo e gli chiede sussurrando -Qualunque cosa, Louis?-
Louis si senti avvampire nuovamente, gli strinse il giubbotto nel pugno, tenendo il fiore, ancor di più e rispose, anch'esso, in un sussurro -Qualunque cosa.-
E Harry, che negli ultimi mesi aveva aspettato l'occasione giusta, annuì sorridendo.
Nella sua mente aveva organizzato ogni minimo dettaglio, ma di certo non si era aspettato che sarebbe accaduto così.
Si avvicinò più che potesse con il viso e dopo un'ultimo sguardo d'intesa...il cellullarè di Louis squillò, portando i due ragazzo nella realtà, allontanandosi imbarazzati e delusi.
Louis fu costretto a rispondere per incontinui richiami e quasi non gettò il cellulare addosso al recinto per la troppa rabbia.

"Pronto?...Cosa??...sì,arrivo subito!...ma come sta?...Perfortuna...sì, sì, sto arrivando!...ok..ciao!"

La sua immediata reazione disperta portò Harry a chiedersi chi fosse.
-Era mia madre, devo andare a casa.- fu l'unica cosa che disse, intanto, alzandosi e strofinandosi i pantaloni.
Harry lo imitò subito e non attese a chiedere oltre -È successo qualcosa di grave?- chiese così preoccupato, vedendo la sua agitazione.
-Non lo so, lei e mio padre stanno andando all'ospedale con Lottie, e io devo occuparmi delle gemelline- spiegò di fretta, mentre camminava a destra e sinistra sotto pressione, senza sapere cosa dire e pensare.
Harry se ne accorse e immediatamente gli mise le mani nelle spalle, fermando quella maratona.
-Okay, stai calmo. Vedrai che non è successo nulla di grave. Ora ti accompagno a casa, va bene? E non è una domanda, coraggio!-
Louis si sentì subito meglio, ma la verità è che gli bastava anche il suo tocco per sentirsi bene.
Annuì e preoseguì per il sentiero, una volta raccolta e piegata la coperta, testimone di quella magnifica serata.

In poco tempo furono al negozio e giunta l'ora di salutarsi, Harry chiese -Ti serve qualcosa?- premurosatamente.
Louis negò e lo ringraziò, ma a lui serviva qualcosa.
Serviva qualcuno.
-Harry...vorresti accompagnarmi?- trovò così il coraggio di dire, chiudendo gli occhi per una sorte di panico.
Li riaprì e Harry stava già aprendo la sportella della sua auto, salendoci e accomodandosi.
-Sì!- squittì, felice.
Louis sorrise e avviò il motore, dicendo un solo e semplice -Grazie- proveniente dal cuore.

Poco dopo furono a casa del maggiore, e Harry non si sentiva affatto fuori luogo, anzi, aveva fin da subito preso conoscenza con le gemelline ed erano subito stati amici.
Si improvvisò una sorte di baby-sitter per quella sera e Louis sorrise e si divertì tutto il tempo, scherzando e riedendo con loro.
Scherzarono quando Daisy salì in groppa a Harry e quest'ultimo la portò in giro per il salotto, accertandosi che non scivolasse.
Scherzarono quando fece l'aereo a Phoebe.
Scherzarono quando Louis improvvisò una lotta con i cuscini dei due divani e scherzarono quando Harry finì sdraiato a terra e Louis seduto nella sua pancia con un cuscino in mano.
Scherzarono quando le più piccole si lanciarono addosso a Louis, facendolo abbassare e trovarsi a distanza minima dal viso di Harry.
Quel scherzare, però, non lo era per tutti.
Non per i due ragazzi, che non riuscivano a staccarsi gli occhi di dosso e di cercare le loro attenzioni reciproche.

Dopo battaglie con i cuscini, lotte a tradimento, aerei, salti, urla di divertimento, le piccole presero il sonno in divano, in mezzo a Harry e Louis, mentre guardavano la TV.
-Mi aiuti a portarle nella loro cameretta?- sussurrò Louis dopo essersene accorto.
Harry risposè immediatamente con un sorriso e dopo aver fatto attenzione a non svegliarle, le presero delicatamente in braccio, facendo più attenzione possibile, e le portarono a letto mentre Louis faceva strada.
Non le svegliarono.
Le rimboccarono le coperte, facendo attenzione ad ogni singolo movimento e lentamente uscirono dalla loro stanza, chiudendo la luce.
Ritornarono in divano e zitti zitti riguardarono la TV, senza dirsi nulla per un lungo tempo.
Harry era riuscito a far dimenticare a Louis quello che era successo alla sorella maggiore, era riuscito a fargli passare lo stress, l'agitazione, l'ansia.
Ciò che non sapeva, però, è che era anche riuscito a fare un'altra cosa: far innamorare Louis.

||Tell me with a flower||- Larry StylinsonWhere stories live. Discover now