CAPITOLO 22

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Io questa sera non berrò.

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-Lo porto io a casa.- sento a malapena la voce di Carlos rivolgersi a qualcun altro.
-No lascia stare, son stato io a convincerlo e poi, è ospite da me. Lo porto io, ci vediamo ragazzi- questa é la voce di James.
Mi gira la testa, vedo sbiadito, chiudo gli occhi all'istante. Sono seduto e..dove sono?
Cerco di ricordare cos'è successo ma nell'istante in cui apro gli occhi sento due mani cingermi la schiena e il mio braccio finisce sopra la spalla di..chi è?
Focalizzo migliormente e vedo che è James.

Non sono ubriaco. Non posso esserlo.
Mi sono ripetuto e promesso che non avrei bevuto..ma allora cos'è sta sensazione che non riesco a tenermi in piedi e mi serve l'aiuto di James per camminare?
Harry! Dove diavolo è?
-Dove siamo?- cerco di dire, camminando per quanto mi riesce possibile guidato da James.
-Ti porto a casa Louis, mia. Come ti senti?-
Abbasso la testa mentre lui apre la porta e a fatica riesco a sedermi senza cadere a terra.
Un'attimo prima che chiuda la portella, Harry salta dentro, apparendo dal nulla.
-Ho bevuto.- affermo, deluso dal mio stesso comportamento.
-Un pó.- dice Harry, stringendomi la mano.
-Perché mi avete lasciato bere? Io non volevo.- biascico imbronciato, combattendo contro l'istinto di chiudere gli occhi del tutto e respingere i probabili conati di vomito.
-Noi abbiamo cercato di farlo, ma ti sei arrabbiato quando ti abbiamo tolto dalla mano i vari drink, altamente alcolici, che hai preso.- spiega, guidando come un pazzo per le strade.
Mi accorgo invece di essere io il pazzo quando concepisco ciò che ha detto.
Mi metto a ridere come un'idiota, come il mio solito quando bevo e pian piano mi trascino in braccio a Harry, cozzando la schiena al finestrino.
-Louis, stai fermo.- dice Harry preoccupato, arpionandomi i fianchi con le mani per non farmi oscillare.
Mi giro col viso verso di lui e gli sorrido, allacciandogli immediatamente le braccia attorno al collo, poi basta, non capisco più nulla.
Mi metto a canticchiare -Brilla, brilla, mia stellina..- sfregando il naso contro il suo collo.
-Fallo stare zitto, o almeno buono.- richiede James, ma lo ignoro.
Stringo a pugno i capelli di Harry e mi fermo a pochi centimetri dal suo viso.
-Tu sei la mia stellina, vero Harry?- gli dico, non completamente perfetto.
-Sì, certo Louis. Sono la tua stellina.- risponde, lasciandomi tenere carezze nella schiena.
So che lo ha detto per non contraddirmi, dato il mio stato, ma lo prenderò come sincero.
Premo il viso contro il suo petto e senza pensarci, dopo, gli lascio baci umidi lungo la mandibola, ignorando il fatto che James probabilmente ci osserva, ogni tanto.
-Louis, per favore, stai buono..- sussurra Harry, ma ormai sono sceso lungo il collo e lo sto marchiando.
Sento il suo respiro farsi irregolare e le mani nei miei fianchi a stringere, mentre gli affondo i denti nella pelle e risucchio, lasciandogli nient'altro che un livido che domani sarà violaceo.
-Sto solo marcando ciò che è mio.- dico in un filo di voce, direttamente nel suo orecchio.
Che ho detto?? Oh cielo, voglio farmi investire da un paracadutista.
Harry indietreggia con la testa in modo che lo lasci e mi guarda, ma non riesco a decifrare la sua espressione. Vedo annebbiato.
Non m'importa di niente e di nessuno, mi fiondo con possessione nelle sue labbra e gli tiro i capelli.
Inizialmente non reagisce, poi, quando gli mordo il labbro inferiore, schiude la bocca e lascia che le nostre lingue lottino per avere una sorte di controllo, l'uno dell altro.
-Vi prego, io vi shippo, ma smettetela. Non è sano quando uno dei due è ubriaco. Siamo quasi arrivati.- la voce di James rimbomba nelle mie orecchie e sono costretto a staccarmi, non prima di avergli consumato le labbra.
Sono uno stupido.
Emmetto un suono dalla bocca simile ad un -Ah- per l'incapacitá di dire altro.
Da fuori il finestrino vedo le luci fioche della città venirmi incontro e il paesaggio scorrere in fretta.
Sembra psichedelico.
Chiudo gli occhi e appoggio la testa al finestrino, aspettando di arrivare a casa di James, mentre Harry mi accarezza dolcemente il viso e mi tiene stretto a sè.

***

-Come stai Louis?- sento una voce profondamente bassa e preoccupata assalirmi le orecchie.
Strizzo gli occhi per quell'improvviso fastidio e poi li apro, scoprendo che a parlare è stato Harry.
Sono in piedi grazie a lui, mi trascina giù dall'auto e James ci raggiunge prima che si chiuda la portella.
-Ha bevuto un po' troppo, non credo stia molto bene.- spiega James. stringendomi la schiena.
Tengo la testa bassa per evitare di guardare in viso Harry, anche per le luci troppo chiare della veranda che mi farebbero solo male agli occhi
-Un po' troppo? Questo lo vedo anch'io.-
Gli scalini mi avvertono che siamo arrivati alla porta.
Sono pronto alle conseguenze, ai contro, e a tutto ciò che sará successo in quel locale.
Tanto sono brillo, non mi accorgo di Harry che mi prende in braccio per poi trascinarlo sopra le sue spalle, abbassandosi non so di quanto.
So benissimo che dovrei dire qualcosa, o dare segni di vita, ma in questo momento riesco solo a pensare al braccio di Harry avvolto nella mia vita, e tutto questo non è un buon segno.
Neanche non fosse un'abitudine.
-Diciamo che è colpa mia.- si limita a rispondere James salvandomi da futuri eventuali domande da parte di Harry.
-Ci penso io a lui-  Harry si rivolge ad James, e non è una domanda, è una conferma e una sorte di comando.
-Sei sicuro?- gli chiede James mentre chiude la porta, dopo che siamo entrati.
Sento il respiro di Harry farsi pesante e prima che possa rispondere male recupero la mia poca stabilità mentale rimasta e intervengo, mangiandomi le parole -Si va bene.-
Facendo forza riesco a liberarmi delle braccia di entrambi e mi trascino fino al divano, ignorando i due che mi stanno fissando.
Oh diamine, sono ubriaco.
-Ok, se ti servisse qualcosa, non esitare a chiamarmi, e..ah, Harry, lo affido a te.-  dice James lasciando me e Harry da soli.
Prima che chiuda la porta riesco ad esclamare un -Ciaoo Jameeezz- terribilmente impastato.
Mi sdraio nel divano e mi porto il braccio sopra agli occhi. Le luci che mi puntano in viso non sono di certo d'aiuto.
-Louis. Louis. Louis. Cos'hai combinato?- la voce di Harry esce come un rimprovero e non posso fare a meno che dargli ragione.
I suoi passi mi spaventano e ora che ci penso, per quanto riesca a farlo, mi mettono ansia.
Non dovevo rimanere solo con lui. Non ora che sono ubriaco e che potrei fare/dire qualsiasi cosa contro la mia volontà.
Harry si siede davanti a me e il suo tocco caloroso nel mio braccio si diffonde presto in tutto il corpo.
Quanto vorrei averlo addoss- no. Non posso pensare a cose del genere proprio ora.
-Come stai?- chiede a bassa voce, ma quel tanto che basta per farmi arrivare il messaggio.
Lascio un sospiro e levo il braccio dal viso, rivelandomi un Harry che mi guarda preoccupato e addolcito dall'alto.
Forse mi perdo a guardarlo un pò troppo, e forse gli sto guardando le labbra che vorrei unicamente sfiorarle con le dita tanto soni velle.
-Ho bevuto. Sono ubriaco. Sono con te. Sto male.-  biascico ignorando le mie stesse parole.
Una smorfia gli appare nel viso e non posso fare a meno di pensare che è tremendamente carino con questa espressione dal tipico papà arrabbiato ma comprensivo.
-Vieni, ti aiuto.- esegue il suo ordine circondandomi i fianchi con un braccio mentre l'altro finisce sotto il mio collo.
In meno di un secondo mi trovo seduto e non me ne sono nemmeno reso conto.
La curiosità nel sapere del perchè sta facendo questo mi porta a chiederglelo diretramente -Perchè mi stai aiutando?-.
Passano molti secondi prima che riceva una risposta e quel tempo pare a me infinito.
Infine se ne esce facendomi una domanda a sua volta -Perchè non dovrei farlo?- tra il mezzo divertito e misterioso.
Squoto la testa per non avere altro da dire e provo ad alzarmi ma immediatamente perdo l'equilibrio e mi rimetto a sedere.
Senza pensarci mi appoggio con la testa alla sua spalla e il suo profumo mi invade immediatamente le narici.
Vengo circondato con il braccio e stretto a lui e solo ora mi accorgo che potrei approfittarne.
Sarò pure ubriaco, ma riesco a capire ciò che sta succedendo, solo che lui non lo sa.
Potrei fingere di non capire nulla e buttarmi fra le sue braccia per colmare questo desiderio che si sta facendo largo nella mia mente, tanto sono ubriaco.
Domani potrei chiedergli scusa per aver esagerato, ma ora potrei fingere.
Premo il viso contro la sua spalla e alzo gli occhi su di lui.
Oh mio Dio, sono ancora più belli di quanto ricordassi.
Non so per quale motivo, forse per rassicurarmi che andrá meglio fra un pò, ma ad un certo punto sorride.
Sorride anche con gli occhi e questa sua immagine non la cancellerò mai. Ormai l'ho già salvata.
È semplicemente bellissimo.
Non mi basta essere appoggiato a lui, desidero di più, in questo momento.
Lentamente mi lascio cadere indietro finchè anche lui tocca lo schienale del divano e non perdo tempo a fare il finto ubriaco che non capisce una mazza di ciò che sta succedendo.
Sembra capire ciò che voglio quando mi avvolge con entrambe le braccia e mi fa appoggiare nuovamente a lui, con la differenza che ora siamo abbracciati e il mio cuore sta scoppiando di gioia.
Gioia repressa che non posso fare a vedere.
-Perchè hai bevuto?- chiede senza alcun tono d'accusa, sembra solo curiosità.
-Non volevo.- mi giustifico, approffittando di questo momento per stringermi ancora più a lui.
La sua mano scorre nella mia schiena e in poco tempo finisce nei miei capelli, dove li ci rimane e comincia ad accarezzarmi dolcemente la testa.
È una sensazione fantastica e sarei in grado di prendere sonno da un momento all'altro.
Poi però mi assale un dubbio e così chiedo -Dov eri quando mi stavano portando in macchina?-
Sento la sua mano fermarsi per qualche momento e subito dopo cambia discorso -Vieni, ti porto a letto.- come se per lui quello fosse un ordine da eseguire all'istante.
Non voglio andare a letto. In realtà si, ma voglio rimanere con lui. Ho bisogno del suo affetto in questo momento e sembrerà stupido perchè sono stato proprio io a rifiutarlo ieri notte, ma ormai abbiamo un certo legame.
Mi lascio trasportare da lui senza fiatare, anche perchè non me lo permetterebbe.
Una volta alzati entrambi, vengo sollevato dal pavimento e preso in braccio da lui. Sono ridicolo.
Sento il suo respiro che mi colpisce i capelli e la mia mente che pian piano sta andando a farsi fottere.
Deve conoscere ormai bene le stanze perchè in pochissimo tempo mi trovo in camera "mia", sdraiato nell'enorme letto.
Emmetto qualche lamento quando le sue braccia mi lasciano ma non sono nella posizione per farlo, per cui chiudo gli occhi e aspetto.
-Ti aiuto a toglierti i vestiti.- mi informa, senza chiedere il permesso.
Okay.
Pian piano mi sfila le scarpe sistemandole al lato del letto con cura, passa poi ai calzini e riesco a percepire la dolcezza che ci mette a fare ogni singolo movimento.
Tolti anche quelli, esita a spostarsi e aprendo gli occhi capisco il perchè.
-Non vorrei che sembrasse qualcosa di diverso dalle mie vere intenzioni.- spiega, nel dirlo getta un'occhiata ai miei pantaloni.
-Oh, quelli...- lascio la frase in sospeso e con la poca coordinalità rimasta, slaccio il bottone dei jeans e cerco di sfilarli, invano.
Le sue mani finiscono nella cintura e in poco tempo riesce ad aiutarmi a togliere quelle fasciature divenute insopportabili.
-Visto? Non è sembrato nulla di strano.- puntualizzo, ironizzando.
-Ora quella.-
Indica con un cenno del viso la mia giacca e accetto subito.
Mi metto a sedere e nuovamente con la sua premura mi sfila la giacca divenuta anche quella insopportabile.
-Ora mi dici perchè hai bevuto?- richiede, più determinato ad avere una risposta.
Mi sistemo sdraiandimi formulando qualche scusa ma alla fine dico ciò che penso -Volevo svagarmi.-
-E da che cosa esattamente?-
-Da te.- ammetto, infine, cosciente che questa rivelazione ne risentirà.
Rimane in silenzio, sedendosi al mio fianco, accarezzandomi lo zigomo con i polpastrelli.
Mi rilasso all'istante con quel tocco.
-Sono una distrazione?- aggiunge poi, sempre più interessato alle mie confessioni.
Sei una distrazione dalla vita, ecco cosa.
-Sei molto più di una distrazione.-
Sento un calore minimo in viso e aprendo gli occhi lo trovo vicinissimo a me, con gli occhi che chiedono risposte, luminosi e speranzosi. La bocca semiaperta e le guancie leggermente arrossite.
-Te l'ho già detto che sei bellissimo?-
Sento le guancie scottare improvvisamente e la voglia di sparire per sempre crescere dentro me.

||Tell me with a flower||- Larry StylinsonWhere stories live. Discover now