CAPITOLO 25

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Harry sa quel che fa, lo so. Ha le carte in mano, ma allora come si spiega la mia agitazione continua?
So che ha tutte le buone intenzioni del mondo, ma questa curiosità che ho addosso deve avere un fine.

-Ti piace andare in giostra?- ecco che mi risveglia dal mio stato di trans.
Che?
Lo guardo in attesa di altre domande che siano almeno un pó più chiare.
Domande che non arrivano.
Si ferma a uno dei tanti semafori e picchietta le dita nel volante.
-Mi rispondi?-
Scuoto la testa, non capendo.
-Uhm..sì- dico.
Adoro andare in giostra, ma dipende quale intende.
Tipo quelle da paura, dove ci si siede su quelle specie di poltrone che ricreano la fantastia di una mano di uno scheletro? Ecco, quelle no.
Le montagne russe, gli autoscontri, persino il trenino, la ruota panoramica? Sì.
-Allora ti divertirai.- dice sicuro, svoltando per una lunga strada.
Annuisco e basta, ormai stufo di fare domand- un momento, è una ruota panoramica quella? E quelle sono montagne russe? Siamo al Luna Park?
La mia vita è completa.
Mi appiccico al finestrino, vedendo quel che posso.
Ragazzi di ogni genere camminano qua e la, mamme e papà che dicono insistentemente "No!" ai loro figli che vogliono salire in giostra, persone con zucchero filato in una mano e l'altra occupata dalla mano del loro ragazzo.
Wow.
Preso dal guardarmi intorno, ovunque, non mi accorgo che il motore dell'auto si spegne.
Ci siamo già parcheggiati e nemmeno me ne sono accorto.
-Scendi.- ordina Harry, slacciandosi la cintura e estraendo le chiavi, recuperando gli effetti personali come il cellulare e il portafoglio.
Non faccio in tempo a ribattere che vengo trascinato fuori dall'auto, con Harry che mi tira la mano.
Mi trovo in piedi di fronte a lui.
-Puoi parlare.- dice, come se fino a quel momento mi era stato vietato.
Parlare? Beh, non so che dire.
Ho sempre desiderato venire al Luna Park col ragazzo dei miei sogni, ancor di più se invitato.
-Siamo veramente al Luna Park?- dico retorico, quasi sbalordito, girandogli intondo per poi tornare alla postazione iniziale.
-Beh, pensavo che..ti sarebbe piaciuto, o forse..mi sbagliavo?- chiede con un tono disperato, facendo una faccia da cucciolo.
-No! Che dici, pensavi bene!- esclamo.
I suoi occhi immediatamente si riempiono di felicità e probabilmente anch'io faccio lo stesso.
-Allora, andiamo, sù.- mi invita, tendendomi la mano.
Mi sta offrendo la possibilità di farmi vedere assieme a lui di fronte a tutti.
Ma che dico!
Ed è da poco che...stiamo insieme, se lo si può definire così.
Intreccio le dita alle sue e annuisco deciso, con un sorriso fiero.

Non è stato facile convincerlo a farmi pagare l'entrata, anzi, ho dovuto insistere ma alla fine...ha pagato lui lo stesso, già.
Non mi ha lasciato la mano nemmeno un secondo da quando ha riposto il portafoglio nei jeans, facendomi sentire desiderato.
Con Harry è sempre così; bastano dei gesti semplici, come tenermi la mano di fronte a centinaia di occhi, che mi sento suo.
-Dove ti piacerebbe andare?- chiede guardandosi attorno, lo imito.
Su una stella, con te.
Ci sono talmente tante attrazioni che non saprei proprio dove sbattere la testa. È tutto immenso.
Sentiamo le urla dei ragazzi provenienti dalle montagne russe.
Mh, interessante.
Lancio un occhiata a Harry.
-Oh no, scordatelo, su quel coso io non ci salgo!- protesta, negando ripetutamente con un gesto del capo
-Ti facevo più coraggioso.- dico alzando un sopraciglio, un sorriso da stronzo nelle labbra.
-Non ho paura.- afferma.
Quasi mi metto a ridere a questa sua affermazione.
È chiaro che ne ha.
-No, certo che no. Daiii ti proteggo io.- insisto, mettendo il labbruccio.
Mi guarda.
-Tu? Piccolo, sei troppo..piccolo per proteggermi.- dice scherzando.
Ah sì?
Con uno scatto gli lascio la mano, incrocio le braccia al petto e gli volto le spalle.
Ha offeso la mia dignità.
Io non sono piccolo!
........sono basso, non piccolo!
Da dietro le spalle lo sento ridere, ma non troppo. Probabilmente sa che se si mette a ridere per questo, me ne andrei.
Vengo circondato dalle sue braccia, il suo mento appoggiato nella mia spalla, e non provo nemmeno a scrollarmelo di dosso, non servirebbe e non voglio.
-Lasciami.- borbotto, guardando dall'altra parte.
-Ti ho appena trovato, non ho intenzione di lasciarti.- sussurra in modo che senta solo io.
Potrei sciogliermi da un momento all'altro.
Dalle labbra mi esce solo un -Mmh- per niente negativo.
-Andiamo su quelle dannate carrette, ma non tenermi il broncio.- dice, soffiando nell'orecchio.
Mi giro fra le sue braccia e lo ringrazio.
-Grazieee!- esclamo, circondandogli il collo con le braccia e baciandogli la guancia.
Non so se sono pronto a baciarlo di fronte a tutti, o se lui lo è.
Torno con i piedi a terra e, con la mano incastrata alla sua, lo tiro verso la cassa, ignorando i suoi lamenti.

||Tell me with a flower||- Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora