CAPITOLO 3

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Louis tornò a casa con la testa fra le nuvole e non incolpava Harry, ma al significato di quel gesto. 

Era un tipo così strano, così misterioso e così bello.
Rientrò in casa stringendo a se la rosa, custodendola con gelosia tra le mani.
-Allora, hai trovato qualcosa?- sua madre apparve davanti la soglia di casa in men che non si dica e Louis si preoccupò solamente di annuire e di spiegare che sarebbe andato il giorno dopo per portare a termine il tutto, non guardandola nemmeno in viso.
A Johanna fece solo che piacere questa notizia e non poté fare a meno di gettare un occhio nel fiore custodito tra il petto e la mano del figlio.
-Come mai hai una rosa in mano, Louis?- chiese subito, senza cattiveria o impazienza. Parve, invece, rimasta colpita.
-Me l'ha regalata il ragazzo che lavora in fioreria.- spiegò lui, dirigendosi verso camera sua, con lo sguardo perso.
-Sai che significa?- chiese sua madre mettendo ancora più curiosità addosso al figlio. Negò con la testa e proprio mentre stava per fare il primo scalino per andare al piano sopra, sua madre spiegò: -La rosa chiara significa ammirazione e simpatia.-
Louis rimase colpito da quella rivelazione. Non se lo aspettava.
-Cosa significa quando una persona regala questo tipo di rose ad un'altra persona?- chiese per scoprire di più, vedendo quanto la madre sapesse dell'argomento.
-Significa che quella persona che ti ha regalato la rosa, ti trova interessante e spera di instaurare un maggior rapporto d'amicizia.- rispose lei, completamente ignara del fatto che Louis stava già esplodendo di felicità per quella seconda rivelazione appena saputa.
Louis corse di sopra e si lasciò chiudere la porta alle spalle, poggiandosi con la schiena.
Non si sentiva così da molto tempo e non trovò possibile che fosse solamente per una rosa. Sapeva che significava qualcosa perché un ragazzo non si mette a regalare rose al primo che incontra e forse con questo pensiero era ancora più felice.

Non vedeva l'ora di tornare da Harry il giorno dopo e passare ancora qualche minuto con lui.

Si sdraiò nel letto, non prima di aver messo il fiore dentro ad un vaso pieno d'acqua e averlo poggiato sopra al comodino di fianco al suo letto.
L'aveva guardata per molti minuti, sperava insistentemente di trovare una risposta su quei petali di sfumature rosa chiare e leggermente più scuro, ma non le trovava. Gli piaceva, però, il fatto di poter avere una decorazione così bella nella sua stanza, regalata da un ragazzo ancora più bello.

Bello, affascinante, misterioso, raffinato, intelligente, colto, spontaneo.
Furono tutti gli aggettivi che gli vennero in mente istantaneamente pensando al ragazzo dai capelli ricci e gli occhi verdi.

-
Alle 16:59 del giorno dopo, Louis si trovava di fronte al negozio di fiori e improvvisamente si sentì sotto pressione.

Stupido, pensò, devo solo vedere il bouquet.
Scoccato l'ultimo minuto, entrò in quella porticina divenuta per lui un passaggio dalla vita a una fantasia piena di sogni colorati e profumati. Non si era mai sentito così bene, ma nemmeno così agitato allo stesso tempo.
Con il sorriso nelle labbra, si diresse verso il bancone e rimase deluso quando non trovò Harry, ma un signore apparentemente severo.
Rimase accigliato nella porta per qualche secondo prima di essere intravisto dal signore. Fece due passi in avanti insicuri mai poi pensò che si potesse trattare di un altro fioraio.
-Salve, cosa le serve?- l'aria burbera a primo impatto del signore in realtà si rivelò solo una maschera, perché era cordiale e trasmetteva dolcezza e allegria.
-Salve, ieri sono venuto qua per cercare un bouquet per un matrimonio e c'era un ragazzo che mi ha detto di passare oggi a quest'ora- spiegò velocemente Louis, non sapendo che altro dire. Il tipo ci penso su qualche istante poi schioccò le dita e fece cenno a Louis di aspettare, che accettò con un segno del capo.
-Harry, vieni qua!- alzo un po' la voce gridando alla sua destra dove notò solo ora che ci trovava una porta di legno.
Louis non capì ma attese l'arrivo di Harry, impaziente ormai, dal giorno prima.
-Eccomi, cosa c'è, papà?- chiese Harry con il fiatone non appena aprì del tutto la porta.
A primo impatto non notò Louis ma il tizio gli fece un cenno con il mento nella sua direzione.
Louis alzò la mano e timidamente lo salutò, ricevendo come risposta un enorme sorriso da parte di Harry.
-Papà, lui è il ragazzo per cui ho lavorato fino a tarda sera ieri per creare il bouquet.- spiegò Harry a suo padre e solo ora Louis notò i tratti simili nel volto del tizio.
Il padre si girò nuovamente verso Louis e annuì, girandosi poi verso Harry e mimargli qualche parola tra le labbra, che però Louis non capì.
-Vieni Louis, ti mostro ciò che ho fatto- lo esorti Harry andandogli incontro e Louis non aspettò a seguirlo.
Sorpasso per di dietro il bancone e sussurrò un timido -buongiorno- a suo padre, ricevendo un sorriso, per poi essere trascinato dentro quella porta di legno, che Harry chiuse subito dopo.
-Dunque, mh, lui è tuo papà?- chiese interessato Louis mentre camminavano su per delle scale.
Sia perché ne voleva la conferma e sia per evitare quel silenzio.
-Si, solitamente sto io dietro al banco di pomeriggio ma oggi dovevo finire alcune cose.- spiegò in breve, senza permettersi di dire altro.
Louis si sentì in colpa per averlo fatto rimanere su fino a tardi e non poté farò altro che dirglielo: -Mi dispiace, non dovevi fare tardi ieri sera per un mazzo di fiori.- terminò la frase quando finirono le scale trovandosi di fronte ad un'altra porta.
Harry la aprì e fece cenno a Louis di entrare.
-Quel mazzo di fiori ha un'importanza molto grande per te, per tua sorella. E non è solo un semplice mazzo di fiori- un po' sentì un tono di rimprovero Louis, ma lo capì.
A quanto aveva capito, per Harry, i fiori significavano molto nella sua vita, o almeno era questa la sua impressione.
Louis tenne il discorso in disparte un attimo per entrare e solo dopo si accorse che quella era una casa, anzi, un appartamento.
Rimase a guardarsi intorno e notare come il lavoro potesse essere portato a casa e curato alla perfezione.
Al centro della stanza regnava un divano ad L nero, con un tavolino in vetro ovale davanti sopra ad un tappeto con ricamati vari monumenti importanti.
Appoggiata al muro una TV, a detta di Louis, molto grande ed una mensola intorno con foto e molti oggetti ancora non identificabili, ai lati due quadri che esplodevano di un'infinità di colori rappresentati da fiori.
-A te piacciono molto i fiori, non è vero?- lo stesso Louis si stupì di essere riuscito a dire qualcosa dopo quel silenzio che si era impossessato di lui, ma quei quadri erano veramente belli.
Harry seguì lo sguardo di Louis e capì il perché della domanda, così fece un timido sorriso e rispose  -Beh, credo di sì, insomma. Per me i fiori hanno un significato molto più grande di ciò che noi pensiamo, oltre ad essere belli.- spiegò Harry e per la prima volta, Louis giurò di averlo trovato in difficoltà nell'esprimere ciò che pensava.
Harry gli fece cenno di seguirlo e Louis non esitò. Oltrepassò il salotto, notando la cucina alla destra, e percorse un breve corridoio che portava nelle varie stanze della casa.
Non si sentì per nulla fuori luogo ad essere a casa di un ragazzo appena conosciuto. Per Louis era come se lo conoscesse da una vita e gli sembrò molto strano anche a se stesso.
Aprì la porta e la prima cosa che notò fu un letto perfettamente fatto, ad una piazza e mezzo.
-Questa è camera mia, ma credo tu sia abbastanza sveglio da poterlo notare.- Harry scherzò e Louis sorrise cogliendone l'ironia. Fece due passi in avanti e Harry gli lasciò fare con particolare interesse.
Guardò con particolare attenzione ogni centimetro quadro di quella stanza e la trovò confortevole, seppure ci fosse dentro da pochi secondi. Alla destra regnava un armadio grande con i suoi cassetti ai lati, un comodino per entrambi i lati e una scrivania con sopra un insieme di colori. Si soffermò su quell'aspetto e dovette mettere a fuoco per individualizzare cosa fossero quella mista di colori perfetti che distinguevano ogni colore della stanza con quelli.
Di riflesso si avvicinò e scoprì che era un mazzo di fiori. Spalanco leggermente la bocca alla vista di tanta bellezza.
-Questo..questo..- cercò di dire, ma l'idea di vedere mazzi così su ogni tavolo del ricevimento prese il sopravvento e non riuscì a finire la frase. Era semplicemente perfetto.
-Quello quello è la mia idea di bouquet per il matrimonio, non so quanto possa piacerti, ho fatto un mix di ciò che mi hai detto ieri ed ecco qua.-
Louis ascoltò le parole di Harry e si chiese come mai si sottovalutava così tanto. Raccolse il mazzo senza neppure chiedere il permesso e si voltò verso Harry che si stava passando una mano nei capelli. -Harry..è..è perfetto!
Questi colori messi insieme, sono bellissimi. Complimenti, io non ci sarei mai riuscito!- esplose a quel punto Louis, provando ammirazione per Harry per il lavoro che era riuscito a fare.
Giurò di aver visto il volto di Harry dipingersi di un rosso tenue e i suoi occhi abbassarsi. Si avvicinò e si prese la libertà di sorridergli in viso, mettendo per la seconda volta, Harry in difficoltà.
Louis lesse orgoglio negli occhi del minore, maggiore, non sapeva neppure quanti anni avesse.
-Ne sono felice. Pensavo invece di fare una cosa stupida, ma a quanto pare questa stupidità ti è piaciuta.- ringraziò Harry un po' impacciato, non trovando parole adatte.
Louis scosse la testa un paio di volte, fuori di sé, era veramente felice per ciò che stringeva tra le mani e di sicuro sarebbe piaciuto a sua sorella e a tutti gli invitati.
-È perfetto. Non so come ringraziarti- ammise Louis, non sapendo davvero come ringraziarlo.
In quel momento la voce del padre risuonò dalle scale e dovettero lasciare la casa per dirigersi al negozio al piano sotto. Il padre doveva andare via e Harry dovette prendere nuovamente il posto. Raggiunsero il bancone e Louis non smise un attimo di stringere quel mazzo perfettamente ordinato tra le mani, quasi fosse un trofeo e un oggetto raro da custodire.
Notò poco dopo i fiori legati insieme da una piccola piantina verde, intrecciata su tutti i gambi dei fiori. Proprio come se l'era immaginato lui inizialmente.

-Beh, credo di aver trovato ciò che mi serviva.- disse Louis poggiando il mazzo nel bancone, non sapendo esattamente cosa fare.
-Hai parlato di un matrimonio, di un ricevimento probabilmente, ne serviranno molti per decorare ogni tavolo, non è vero?- si informò Harry mostrando nuovamente la sua integrità con il lavoro.
-Sì esatto, ma aspetta, li farai tutti tu?- chiese ingenuo Louis, sperando che tutti gli ordini che avrebbero servito non fossero caricati sulle spalle, mani, di Harry.
Voleva evitare di dargli tanto lavoro.
Harry rise teneramente, beandosi dello sguardo confuso e tenero di Louis.
-Oh no, questo è solo un prototipo, un modello. Non li farò tutti io, a me aspetta solo formare un mazzo, di crearne molti altri aspetta ad altre persone.- spiegò Harry, sperando di farsi capire alla perfezione. Louis invece capì e per lui fu un sollievo sapere che non spettava a lui tutti quei mazzi.
-Allora, per la seconda volta, come ci organizziamo?- domandò Louis, sperando dentro di sé di doversi incontrare con il riccio anche il giorno dopo, e magari anche quello dopo é quello dopo ancora. Harry ci pensò su, sapeva che se voleva non sarebbe stato necessario incontrarsi più con Louis fino alla settimana prima del matrimonio per organizzarsi sulla spedizione, ma lui non lo voleva.
Sperava infatti di incontrarlo anche il giorno dopo.
Come lo sperava Louis in segreto.

||Tell me with a flower||- Larry StylinsonWhere stories live. Discover now