CAPITOLO 33

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Ci saranno, probabilmente, un sacco di errori in questo capitolo.
Appena ho un po' del tempo libero, correggo tutto!







Il giorno dopo, nulla di quello che avevo programmato era andato per il verso giusto.
Harry era dovuto rimanere a casa perché durante la notte gli era salita un po' di febbre e io lo aveva pregato di rimanere a casa e di riposarsi, inutike dire che aveva insistito fino all'ultimo per accompagnarmi, ma non mi sarei mai sognato di farlo venire in quelle condizioni.
Così, dopo quelle lunghissime 2 ore di strada, tra continue chiamate con Harry, arrivai a casa di James.
Ero triste perché non c'era il mio ragazzo, ma ugualmente felice per vedere il mio migliore amico.
Si trattava sempre della stessa persona con cui avevo condiviso l'infanzia e nessuno me l'avrebbe portata via.

"Quindi Harry non è venuto perché sta male?" mi chiese dopo aver passato la prima mezz'ora a spiegarmi i piani che aveva per quei due giorni.
Annui tristemente, ma non potevo farci nulla.
"Allora stasera andiamo a divertirci." constatò, come se avessi bisogno di essere da solo per farlo.
"Cosa intendi con divertirci?" chiesi, studiando il suo sguardo.
"Andiamo al pub, mi sembra logico." affermò.
Che male poteva farmi?
Sarei stato responsabile e sarei rimasto coscente.
Arrivai a una conclusione, così gli diedi un ultimatium "Va bene. Ci sto, ma guai a te se mi fai bere. L'ultima volta Harry si è preso un pugno in faccia per difendermi da uno squilibrato."
Annuì sicuro, promettendomi che sarebbe andato tutto bene 'sta volta.
Mandai un messaggio ad Harry comunicandogli che sarei andato allo stesso pub dell'altra volta. Ci misi un po' di tempo a convincerlo che non sarebbe stata una cattiva idea, ma alla fine accettò.
Geloso.

-

-Siamo da soli suppongo- commentai una volta aver individuato un tavolo libero e aver ordinato una birra a testa.
-Forse più tardi arrivano gli altri. Non prometto nulla.-
Annuii vagamente, preparandomi psicologicamente alle domande che sarebbero arrivate se il resto dei ragazzi fossero venuti.

Domande che non seppi come rispondere dato l'alcool che avevo mandato giù.
Non seppi perché, non sono uno che si ubriaca ogni sera, ma forse avevo solo bisogno di divertirmi con i miei amici, gli stessi che mi avevano spronato a bere e a bere.
Mi sentii in colpa, ad Harry non sarebbe piaciuto vedermi in quel stato.
Mi sentii in colpa quando un ragazzo mi afferrò il bacino e si strusciò su di me facendomi intendere quello che voleva.
Provai a respingerlo, prima con le buone dicendogli gentilmente -Spostati-, ma quello non sembró curarsene che continuò a simulare quello che doveva essere un ballo piuttosto avanzato.
Mi sentii in colpa quando mi infilò la lingua in bocca, bloccandomi le braccia per impedirmi di muovermi.
Provai disgusto verso me stesso; quello non doveva capitare.
Era come se avessi tradito Harry, lo stesso Harry che ora mi stava fissando con gli occhi pieni di rabbia e delusione da non molto lontano.
Non ebbi tempo di capire come ci fosse arrivato fin li, l'ultima cosa che ricordo fu la sensazione di non essere più intrappolato dal ragazzo e..il buio.
Persi i sensi, l'ultima cosa che ricordai furono gli occhi di Harry.

-

-Non si è ancora svegliato?-
"No."
Quelle due voci mi fecero aprire gli occhi anche se di malavoglia.
Quel 'no' detto in modo così brusco sapevo a chi apparteneva.
Aprii gli occhi mettendo a fuoco la stanza; era la mia, o meglio, era quella di James ma li ci dormivo io.
"-Oh, si sta svegliando-
Lentamente mi tirai su a sedere, intravedendo Harry seduto accanto a me con un'espressione indecifrabile e James sul ciglio della porta che si affrettava a raggiungermi.
"Harry?" sussurrai appena, sentendo la testa scoppiare.
-Sì, Harry. James, ora occupati tu di lui.- sibilò rabbioso, alzandosi.
-Voglio che sia tu ad occuparti di me- lo pregai, richiamando immediatamente la sua attenzione.
Si girò e mi guardò con la stessa espressione impassibile.
-Davvero? Non vuoi chiederlo al moro di ieri sera? Sembrava ti stessi divertento.-
Un flashback della sera prima mi portò alla risposta di quello che aveva appena detto Harry.
-Divertendo? Stai scherzando? Harry, quel tipo mi stava per stuprare.- dissi in mia difesa, forse ingigantendo un po' le cose.
-Certo.- commentò ironico, lasciando la stanza subito dopo, oltrepassando James sussurrandogli qualcosa prima.
-Come stai Louis?- chiese James dopo aver assistito alla scena.
-Male.- risposi sincero.
-È per Harry?-
Annuii vagamente, ma quello doveva bastare come risposta.
"-Non ci ha visto più dalla rabbia ieri, capiscilo, è stato un colpo forte vedere il suo ragazzo baciare un'altro.-
Gli lanciai un'occhiata, quello baciato ero io!
-Ah, credi anche tu che sia stato io? Perché mai avrei dovuto fare una cosa del genere? Quel tipo mi aveva afferrato i polsi con forza!- sbraitai, ignorando il mal di testa che si fece più intenso dopo quel cambio di voce.
-Non devi dirlo a me, ma a Harry. Tieni, bevila-
Mi passò un bicchiere d'acqua che bevvi controvoglia, se quella medicina poteva farmi stare meglio.
-Che schifo di aspirina- commentai, riponendo il bicchiere ora vuoto bel comodino.
-Ti passerà la sbornia di ieri. Hai fame?-
Al solo sentire la parola "fame" feci una faccia schifata, il pensiero di dover ingurgitare qualcosa mi fece venire la nausea.
-Okay. Ti serve qualcosa?- domandò gentile.
-Sì, Harry.-
Sospirò e annuì, poi uscì dalla stanza, lasciandomi solo con i miei pensieri.
Chiusi gli occhi, respingendo le lacrime che minacciavano di uscire.
E se Harry mi avesse lasciato per quello che si poteva definire "incidente'?

Perderlo mi spaventava, lui era tutto ciò di cui avevo bisogno e il pensiero di non averlo affianco a me mi spaventava.

-Perché Louis?-
La mia voce preferita.
Aprii gli occhi e -Harry, devi credermi. Non sono stato io a baciarlo, mi ha afferrato i polsi con forza, non..- mi trovai a frignare come un bambino, -Cazzo, Harry! Sono innamorato di te, è te che voglio, è te che amo-
Harry si sedette, non più nella sedia, ma affianco a me, nel letto.
Posò una mano nella mia guancia, asciugandomi poi le lacrime.
-Ieri quando ti ho visto con quel tipo non ci ho capito più niente. Mi sono arrabbiato, non puoi biasimarmi.
Annuii lentamente. Non potevo di certo biasimarlo, se fossi stato al suo posto mi sarei comportato nel medesimo modo.
-Scusa Harry- sussurrai, pregando perché mi perdonasse e si lasciasse tutto alle spalle, anche se sembrava difficile.
Al contrario di ciò che pensai, Harry sorrise, mettendo in mostra le fossette e -Scusami te, ho solo reagito d'impulso.-
Sorrisi ampiamente, levandomi un peso dal cuore.
-Ma ho una domanda...perché sei qua?-
Harry trattenne una risatina, anche si mi sarebbe piaciuto sentirla, poi spiegò mentre mi accarezzava i capelli -Sono partito poco prima che mi dicessi che stavi andando al pub, mi ero sentito meglio nel pomeriggio.
Ho preso un casino di autobus chiedendo indicazioni ad ogni fermata, una volta arrivato, la mamma di James mi ha dato indicazione per arrivare al pub così..eccomi qua.-
Rimasi un po' scioccato, era assurdo.
-Quando starai meglio torneremo a casa, okay?- aggiunse poi, baciandomi la fronte.
Annuii daccordo con lui, ringraziando ogni Dio per aver fatto finire tutto bene.

Durante il viaggio era stato tutto estremamente diverso dalla volta precedente.
Non c'erano limiti di parole, né di baci o di carezze. Eravamo una coppia, potevamo compiere atti minimi come semplici carezze, senza preoccuparci di aver fatto la cosa giusta e sbagliata, e senza preoccuparci degli sguardi altrui.

-Non la ricordavo così lunga la strada.- commentò ad un certo punto Harry, sopprimendo uno sbadiglio.
-Infatti manca pochissimo. Vedi quel cartellone? Li ci hai pisciato l'ultima volta-
Harry allungò la vista e individualizzò il cartellone, uno di quei cartelloni pubblicitari visibili anche dallo spazio dato la loro grandezza.
-Avresti preferito che ti pisciassi nel cofano? O magari nelle ruote come i cani-
-No grazie. Ora riesci a stare zitto per altri..30 minuti?- lo pregai quasi.
Andava bene finché parlavamo di altro e ci tenevamo occupati, ma quando cominciava a lamentarsi diventava impossibile da sopportare.
Lo vidi fare un'espressione offesa, poi -Ci provo.- sibilò, sitemandosi nel sedile, tirandolo giù.
Si stiracchiò le ossa e quello bastò per fargli alzare la maglia e scoprire la sua pelle macchiata d'inchiostro nei fianchi.
Distolsi il fretta lo sguardo, Harry poteva diventare una distrazione in poco tempo.
"Ma non è colpa sua se è bellissimo.'

-Perché mi fissi?- chiese dopo..24 secondi.
Tempo record.
Sbuffai per la sua incapacità di stare zitto, poi mi accorsi che quella era una semplice domanda.
Arrossi leggermente, spostando lo sguardo alla strada.
-Perché sei la cosa più bella che mi fosse mai capitata.-

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Okay, so che non è molto e che questo capitolo è un po' inutile, ma non odiatemi.

Alla prossima.

||Tell me with a flower||- Larry StylinsonМесто, где живут истории. Откройте их для себя