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Canzoni per il capitolo:

~Ben Howard - Promise

~Damien Rice - 9 crimes

Un rumore acuto e costante continua a farsi spazio tra i miei pensieri,dandomi fastidio e obbligandomi ad aprire gli occhi per cercare di capire che cosa stia succedendo.

La stanza attorno a me è tutta bianca,e la primissima cosa che noto sono i piccoli filetti incollati al mio corpo che sembra immobilizzato.

Non ricordo quasi nulla di quello che è successo prima di trovarmi in questa orribile situazione,in realtà.

"Tesoro,oh mio Dio,menomale"la voce di mio padre mi fa tornare con la testa sulla Terra,mentre io cerco in tutti i modi di voltarmi o di dire qualcosa,ma non ci riesco.

Prendo un respiro profondo e alzo lentamente la testa per guardarmi attorno,e come una specie di flash,ecco che gli ultimi attimi prima dell'incidente si ripetono nella mia testa.

Dov'è Cameron? Sta bene?

"Cosa sta succedendo?"chiedo con fatica,sollevando la mia schiena grazie al braccio e sfiorando leggermente la fronte,nel punto in cui ho un gigantesco cerotto.

Papà si alza in piedi e appoggia delicatamente le mani sulle mie spalle per farmi stendere di nuovo:"Stai tranquilla,tesoro. Sta andando tutto bene!"

Come fa ad adare tutto bene se io sono qui,stesa su un letto d'ospedale con la testa che penso possa esplodermi a momenti,e Cameron che chissà dov'è in questo momento e soprattutto come sta.

"Da quanto tempo sono qua dentro?"chiedo.

"Da qualche ora! Sono le nove di sera. Oh tesoro,avevo paura che non ti svegliassi più."continua papà,afferrandomi la mano e stringendola forte. "Sapevo che te ne saresti dovuta restare chiusa in casa,almeno finché lui non sarebbe uscito di nuovo dalla Florida"

E capisco subito a che cosa si sta riferendo. Tutte quelle cartelle ovviamente servivano per seguire ogni singolo movimento compiuto da Austin,ma poteva anche dirmelo che era in città.

Sarei stata molto più attenta.

"So delle cartelle che avevi nel tuo ufficio,papà.."confesso non appena lo vedo voltarsi dall'altra parte come se prima avesse detto una cosa completamente sbagliata.

"Sei fortunata ad essere in questo ospedale e mal ridotta se no ti saresti subita una ramanzina sul fatto di non entrare mai nel mio ufficio"lo capisco dal suo sorriso forzato che cerca solo di sdrammatizzare un po'.

"Da quanto tempo lo seguivi?"

"Dalla sera dell'incidente. Il giorno dopo mi sono messo in contatto con un mio amico che si occupa di questa cose e mi ha aiutato a rintracciarlo. Quando l'abbiamo trovato,il bastardo era guarda uscito dallo stato,e quindi andare a prenderlo per cercare di farlo finire in prigione sarebbe stato inutile."spiega.

Adesso si capiscono perfettamente tutte le nottate chiuse in ufficio e le giornate mancate a lavoro.

Stava solo cercando il momento adatto per prendere Austin e per dargli ciò che si meritava.

"Grazie,papà"forzo un sorriso e stringo la mano.

Restiamo per qualche secondo in silenzio,mentre io cerco di calmarmi e di impedire alla rabbia di prendere possesso del mio corpo.

Non pensavo che Austin potesse rivelarsi una persona del genere,e non pensavo nemmeno che sarei finita in ospedale per causa sua.

"Papà..cos'è successo di preciso questa mattina?"chiedo.

MY DILEMMA IS YOU 3 (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now