One [R]

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La lavagna era coperta con un telo bianco. Quella mattina, sentendosi in vena di sorprese, mio padre si era affrettato ad entrare in classe prima del suono della campanella. Aveva scritto l'argomento della lezione del giorno sulla lavagna e poi lo aveva coperto con quel telo, con l'intenzione di provocare la nostra curiosità. Uscire e lasciare la classe incustodita per qualche minuto non era stata una mossa molto furba da parte sua. Farkle aveva sfruttato l'occasione per sbirciare di nascosto ma non ebbe tempo di informare il resto della classe che lui era già di ritorno.

Seduta al mio banco in prima fila, mi voltai e subito dietro notai un Farkle insolito, con una faccia pietrificata, impegnato a scarabocchiare sul suo quaderno, alla sua sinistra, Lucas, era semplicemente incuriosito come il resto della classe e attendeva che mio padre iniziasse a spiegarsi. Nel frattempo, Zay, dietro Lucas, probabilmente già pensava a una battuta con cui avrebbe risollevato l'umore di tutti i compagni ma, nonostante la sua concentrazione, rilevò il mio sguardo e lo ricambiò. Mio padre stava dando inizio alla lezione così tornai composta.

«Primavera, la stagione dell'amore... Molti di voi hanno già provato questa sensazione l'anno scorso..» Pensai che forse, seguendo la mente contorta di mio padre, fosse arrivato il momento del famoso discorsetto. Desiderai morire, magari prima informandolo che non ce ne fosse veramente bisogno, dato che quest'anno ne avevamo già parlato a scienze ed eravamo informati abbastanza. Lanciai uno sguardo preoccupato a Maya, al banco alla mia sinistra, trovandola con gli occhi semi chiusi e la testa che non rimaneva ferma nel tentativo di non addormentarsi. «Che c'è? Perchè mi guarda, Sir?» Lucas si sentì chiamato in causa dagli sguardi ambigui di mio padre. «Oh, vuoi sapere perchè ti guardo? Beh, non so se ricordi ma tu e Riley...» «Niente, non ricorda niente. Affrontiamo un problema alla volta. Possiamo andare avanti, grazie?» Intervenni, stanca di ascoltare la mia storia travagliata con Lucas per la millesima volta, soprattutto di fronte a tutta la classe. Era come se un disco si fosse di colpo bloccato e continuasse a ripetere lo stesso suono per ore e ore, tutti mi ripetevano sempre quanto fossimo carini io e Lucas insieme e domandavano come fosse possibile che ancora non avessimo annunciato il nostro fidanzamento. Certo, era facile per loro dirlo, senza sapere la vera storia, con tutti i passaggi e non solo qualche piccola voce di corridoio. Il punto era che, da quando ero stata in Texas col gruppo, si era creato un casino. Avevo scoperto i veri sentimenti di Maya, così avevo cercato di darle più spazio con Lucas: dissi a lui di vederlo solo come un fratello e lo lasciai calorosamente "stuck in the brotherzone". Erano tutte menzogne e l'unico a capirlo era stato Farkle che, da bravo stronzo, alla mezzanotte di Capodanno, quando tutto sembrava andare bene tra Maya e Lucas, decise di dire a tutti la verità. Non potevo di certo odiarlo, sapevo che l'aveva fatto per il mio bene e comunque io non sarei riuscita a nascondermi per sempre, la mia coscienza sarebbe tornata in campo con la sua piccola vocina squillante e inquietante, costringendomi a buttare all'aria il mio piano, però insomma, ancora un po' mi rodeva.

«Certo. Allora, stavo dicendo. Molti di voi hanno già incontrato il nostro amichetto Cupido l'anno scorso, altri quest'anno e gli starà causando probabilmente un sacco di problemi. Sapete già che quest'anno, essendo di terza media, avrete il peso degli esami da sopportare ma io credo fermamente che voi siate in grado di affrontare anche un'altra piccola e leggera preoccupazione, giusto?» La classe rispose in coro con un sonoro no e io mi chiesi dove trovasse mio padre il tempo per formulare questi discorsi.
«Andiamo Matthews, non ho paura dei tuoi giochetti. Spara, cosa c'è sotto? Arriva al punto e non rompere i cogl..» Allungando un braccio, tappai la bocca a Maya per impedirle di dire qualcosa che le avrebbe causato una punizione. «Scusala Matthews, è appena ritornata tra noi, deve ancora sentirsi a suo agio nella nostra dimensione.» Lei in risposta mi porse uno sguardo minaccioso. Mi staccai e le sorrisi. «Ho perso il filo.» Intervenne Farkle. «Idem con patate.» Si aggregò Zay.
«Signor Matthews, potrebbe riprendere in mano la situazione?» Farkle si rivolse direttamente a mio padre, senza riservare alcuna importanza a Zay. «Già. Quella persona che ha il compito di incontrare il mondo sta fremendo qua.» In realtà non avevo tanta fretta ma ogni parola valeva come una buona scusa per perdere tempo e passare più velocemente alla prossima ora.
«Ok! Quindi, non vedete l'ora di parlare di orientamento sessuale? Bene!» Si avvicinò alla lavagna e buttò giù il telone, scoprendo finalmente le misteriose parole scritte col gesso bianco: ORIENTAMENTO SESSUALE.

«Yaa-a-y.»

Am I Gay? » Girl Meets World.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora