Three [R]

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La campanella era suonata da qualche minuto ormai. In classe tutti si alzarono dalle loro sedie e come consuetudine si diressero ai corridori per il cambio dell'ora. «Honey, che fai? Non vieni?» «Ah? Oh. Si, solo un secondo, arrivo.» Maya uscì dalla porta seguendo Lucas e la folla. Rimasi a fissare Farkle come un detective, nell'attesa che mi desse delle spiegazioni per le sue crisi. Iniziò a sentirsi a disagio, probabilmente per i miei sguardi intimidatori. «Beh... io.. vado ciao.» disse scappando via dalle mie domande, codardo. Con me in classe era rimasto solo Zay all'in piedi appoggiato al suo banco. Forzai un sorriso e lo vidi spostare un piede per andarsene via. «Allora Zay! Come va la vita?» Lo precedetti alzandomi di scatto «Come mai non esci?» Non doveva sfuggirmi anche lui, stava succedendo qualcosa a Farkle e forse sapeva qualcosa. Io avevo bisogno di capire. «Lo stavo facendo adesso.» Scelse la risposta più ovvia. «Uhuh. Ok.» mantenendo il contatto visivo raccogliemmo entrambi i nostri libri e prima di varcare la porta puntai col dito medio e l'indice prima i miei occhi e poi i suoi.

In corridoio Maya, Lucas e Farkle stavano parlando normalmente. Maya prendeva per il culo Lucas, scherzavano insieme e non si preoccupavano di quello che era successo, loro erano sempre gli stessi, il loro comportamento non era cambiato nonostante quel quasi bacio di cui io sapevo poco e niente. Aprii l'armadietto e ci misi il libro di storia dentro. Mi fermai un momento per ammirare le decorazioni. Le foto di me e Maya durante vari momenti della nostra vita erano sparse ovunque, ce n'erano circa 20 nostre e poi altre 5 di me con Farkle, Lucas o Zay. Sorrisi nel modo in cui solo io potevo. La mia bocca iniziò a curvarsi per poi spalancarsi assumendo una smorfia che mi faceva sembrare una psicopatica, era quello il modo in cui mi vedeva la gente: una cogliona, pazza, strana e stupida, me l'avevano ripetuto circa un milione di volte... al giorno. Cercavo di sopportarlo, paravo i colpi, bastava un piccolo sorriso e me ne liberavo come per magia. Seppellivo tutto in fondo e mi distraevo risolvendo i problemi delle persone che avevo intorno, così accontentavo sia me che gli altri e facevo in modo di non far riemergere i pensieri negativi. I miei amici erano felici se io ero felice ed ero contenta di sembrare sempre felice per far star bene anche gli altri, senza farli preoccupare o creare problemi. Tutto andava alla perfezione con questo sistema. Se avessi pensato troppo a qualcosa che mi avrebbe potuto ferire sarei crollata e io non volevo questo, dovevo trasmettere sicurezza, anche se io non ne avevo affatto oppure, il mondo mi sarebbe caduto addosso. Mio padre una volta in una lezione aveva parlato di Atlante, un gigante della mitologia greca che sosteneva fisicamente il mondo sulle sue spalle. Maya mi aveva fatto capire in un certo modo, anche se lei non lo sapeva, di star portando lo stesso peso di Atlante ma psicologicamente, l'unica cosa che mi distingueva da lui era che io non avevo un corpo da gigante, ero molto alta per la mia età ma ero anche molto fragile, sia all'interno che all'esterno, spesso cadevo e Maya mi aiutava a rialzarmi. Sentii l'armadietto alla mia sinistra sbattere e mi girai. Maya si era appoggiata con la testa ad esso e aveva appena finito di stuzzicare Lucas.

«Hey, tutto ok? Sembri un po' giù.»
«Eh? Ah, no niente sono solo ancora un po' stordita dalla lezione fantastica che ci ha fatto oggi mio padre.» Presi velocemente una penna, il quaderno e il libro di scienze e chiusi l'armadietto.
«Capito. Le lezioni di tuo padre sono sempre confusionarie. Gli vengono sempre queste idee stupende come l'orientamento sessuale, come se non sapessimo già queste cose.» Disse scherzosamente. «Già, lui è un professore avanti.» Lei rise. Appoggiai la testa all'armadietto anch'io. «Chi abbiamo alla prossima ora?» Mi chiese. Le mostrai il libro che avevo in mano in risposta. «Fantastico, ho un sacco di cose da sperimentare.» Si sfregò le mani. «Yay, peaches. Spero non su delle persone.»
«Oh nono, su quella sottospecie di tizio cowboy laggiù.» Lo indicò. «Veramente sono a un metro di distanza da te.» Rispose all'appello Lucas. «Sh, non interessa a nessuno.» Vidi Farkle provare ad andarsene di nuovo senza farsi notare mentre Maya e Lucas riprendevano il dibattito sul Texas. «Genius, dove stai andando?»
«Ehm.. vado in bagno. Ci vediamo dopo, direttamente nel laboratorio di scienze.» Lo osservai mentre andava verso il corridoio a sinistra poi mi girai a vedere quale fosse il comportamento di Zay. Come previsto, lo stava fissando e sembrava anche preoccupato. Tirai fuori il mio cellulare dalla tasca dei jeans e guardai l'orario. «Dobbiamo andare.» Mi incamminai e Maya mi seguì. Ci dirigemmo verso il laboratorio. Iniziata la lezione, Farkle non era ancora arrivato e lui non faceva mai un ritardo. Era andato solamente in bagno, perchè cavolo era sparito?

«Ma dove cazzo è?» Sussurrai a Maya, seduta nel mio stesso banco, con già gli occhiali protettivi addosso. «Che strano. Farkle ama la scienza, che cazzo sta combinando?» Versò il contenuto di una provetta in un recipiente con varie sostanze dentro. Sembrava una piccola bambina che si divertiva con i suoi amati giocattoli, adorabile. La guardai incantata, riuscì a distrarmi perfino dalla mia preoccupazione per Farkle, insomma la sua voce era così dolce e i suoi occhi così..
ah?
Ma che stavo dicendo?

Am I Gay? » Girl Meets World.Where stories live. Discover now