Twenty-One [R]

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Uscii dalla mia stanza e attraversai il corridoio, sentii le voci dei miei genitori e mi fermai davanti alla porta della loro camera.
«Allora che facciamo? Chiediamo?» Domandò mia madre. «Non lo so, non mi sembra una grande idea, forse dovrebbe fare da sola.» Rispose mio padre.
Probabilmente parlavano di me ma comunque, andai avanti e arrivai in cucina. Camminai verso la porta di casa, pronta ad uscire e incontrare Farkle ma mentre camminavo la porta della camera dei miei genitori si aprì e da lì uscirono loro, probabilmente avevano sentito i miei passi. «Tesoro, dove vai?» Mi chiese mia madre. Mi fermai e feci dietro front. «Esco con Farkle.» Risposi. «No oggi no, siediti con noi.» Mi ordinò lei. «Ma...»
«Gli dici che non puoi andare» Mi interruppe.
«Va bene.» A quel punto capii che sarebbe stato meglio uscire dalla finestra.

Il povero Farkle mi stava aspettando all'uscita della metro in centro, tirai fuori il cellulare dalla mia borsetta a tracolla e posai quest'ultima sul divano accanto a me. Cominciai a digitare sul cellulare un messaggio per Farkle, per informarlo della situazione:

Whatsapp

Io:
Scusa, i miei mi hanno bloccata
Non posso venire

Genius.:
Tranquilla, ci vediamo domani?

Yepp
Magari chiama Zay, ok?

Spensi la schermata e misi il cellulare in tasca. I miei genitori si erano già accomodati al tavolo, andai anch'io a sedermi, di fronte a loro.

«C'é qualcosa che devi dirci Riley?» Mi chiese mio padre.
«Non lo so, voi volevate parlarmi.»
«Beh, magari vuoi cominciare tu la conversazione?» Alzai le sopracciglia e mi guardai attorno: «non penso.»
«Ok! Topanga?»
«Allora, ehm.. Ci stavamo chiedendo se tu fossi sicura ti stesse bene che Maya uscisse con Lucas.»
«In che senso?» Corrugai la fronte.
«Se ti sta bene, solo questo.»
«Non capisco, perché vi interessa?»
«Vogliamo solo sapere se è tutto ok»
«Beh ma certo che mi va bene che Maya esca con Lucas!» Mentii. «Abbiamo notato che ultimamente sei anche molto stanca.»
«E questo che c'entra con Maya e Lucas?»
«Eh appunto, vorremmo che ce lo dicessi tu. C'è per caso qualcos'altro che non va?»
«No, niente. Va tutto bene, davvero!» Continuai a mentire, non sapevo nemmeno perché ma una mezza idea me l'ero fatta; probabilmente lo facevo perché mentire era più facile di dire la verità.
«Riley, tu puoi dirci tutto.» Lo sapevo già, sapevo che non c'era motivo per nascondere la verità ed ero sicura che i miei genitori mi avrebbero aiutata in tutto, eppure non smisi di raccontare bugie.
«Ok, forse sto dormendo di meno la notte però a parte questo va tutto bene.» Da qualche notte, mi tenevo sveglia di proposito perché avevo paura che se mi fossi addormentata avrei sognato ancora Maya e poi a scuola crollavo involontariamente dal sonno.
«Sei sicura che ci stai raccontando tutto?» No, non gli stavo raccontando neanche la metà di quello che stava succedendo nella mia vita. «Sì, assolutamente.»

Ci furono alcuni secondi di silenzio in cui io fissai i miei genitori mentre loro comunicavano lanciandosi sguardi per decidere che piega avrebbe dovuto prendere la nostra chiacchierata.
«Tesoro, tuo padre pensa che noi non ti dovremmo fare questa domanda ma io te la faccio lo stesso.» Disse alla fine mia mamma. Corrugai leggermente le sopracciglia e lei mi pose la fatidica domanda: «Provi qualcosa per Maya?»
Il mio corpo si irrigidì. «Eh?» Alzai la voce scioccata. «Cosa? Ma come vi viene?» Fuori, ridevo. Dentro, andavo in panico. Mi avevano scoperta, i miei genitori, proprio loro. «Riley, non c'è nulla di male, te l'ho detto.» Disse mio padre. «Ma lo so benissimo! È solo che non capisco come siate arrivati a farmi questa domanda!»
«Dovresti saperlo a quattordici anni di vita che in famiglia abbiamo il gay radar. Non sapevi che zia Morgan sin da bambina diceva che a zio Eric piacevano i ragazzi?» Disse mio padre.
Sbattei le palpebre una decina di volte esterrefatta. «Aspetta, con questo che vorresti dire?»
«Haha, Riley! Eric si è fidanzato con Jack appena si sono rincontrati!» Rise lui, come se fosse sempre stato scontato. «Cosa? Ma è possibile che nessuno mi dice niente in questa casa?» Corrugai la fronte e alzai ancora di più la voce. «Ma Riley lo sapevo pure io!» Subentrò Auggie dal corridoio che subito dopo ridacchiò. Quel piccoletto si stava sicuramente divertendo a sentire mamma e papà farmi il terzo grado.
«Auggie, vai via!» Gli gridai e subito lui se ne scappò in camera sua.

«Secondo te perché mai avrei dovuto farvi quella lezione?» Mi chiese papà. «Aspetta, che lezione?» Gli chiese mamma girandosi verso di lui, all'oscuro di tutto. «In realtà pensavo fossi uscito pazzo.» Gli risposi io. «Sì certo, avrei rischiato di beccarmi denunce da genitori bigotti solo perché sono un folle.»
«Ed è stato esattamente così.» Disse lei. «Sì, sì, è vero ma non l'ho fatto solo per questo, anche per Eric.» Si giustificò. «Sì, certo. Dopo io e te facciamo i conti.» Tagliò corto lei per poi tornare su di me. «Tu non hai ancora risposto alla nostra domanda su Maya.»
Di nuovo col corpo rigido, puntai lo sguardo sull'anello che avevo preso per me e per Maya per il suo compleanno dell'anno scorso. Ci fu un attimo in cui l'idea di dire ai miei genitori della mia cotta per lei mi sfiorò la mente. Guardando quell'anello ricordai ancora una volta che la nostra era solo un'amicizia molto stretta e che mai lei avrebbe provato qualcosa per me se non un amore da sorella.
Sebbene io fossi la persona più speranzosa al mondo e sì, speravo che un giorno avrei scoperto che Maya mi ricambiasse, io e lei insieme, non avevamo speranze.
«Non mi sembra necessario.» Dissi infine.
«Hai ragione, non devi se non vuoi rispondere.» Cercò di rassicurarmi mio padre. Io lo ringraziai, un po' sollevata e dopo ciò, ci fu un'altra pausa. Avevo abbassato la testa, il mio sguardo non era ormai più puntato su di loro ma sulle mie mani intrecciate poggiate sul tavolo. Con tutto questo silenzio riuscivo a sentire il tic dell'orologio sulla parete davanti a me. Chissà quanto tempo era passato da quando avevamo iniziato questa conversazione, forse si stava già facendo buio e io stavo anche cominciando ad avere fame.

Proprio nel bel mezzo dei miei pensieri, mio padre aprì di nuovo bocca:
«Riley, Maya è venuta a parlarmi ieri.» Al sentire di questa frase il mio corpo non solo s'irrigidì ma si bloccò completamente. «Era molto preoccupata per te. Mi ha detto che ci sono dei ragazzi che ti danno fastidio, è vero?» Continuò. Non riuscivo neanche a muovere le labbra per dargli una risposta. Mi sforzai ad annuire lentamente con la testa.
«Riley, perché continui a mentirci?»
«Non lo so.» Riuscii a dire con un filo di voce.
«Ho già chiamato i genitori di questi ragazzi per farli venire a scuola lunedì e prendere provvedimenti.»
«Ok.» Dissi io sottovoce. «Potresti almeno dirmi da quanto va avanti, Riley?» Mi chiese lui con gentilezza.
Io rimasi muta.
«Va bene, abbiamo finito.»
Mi diedero il permesso di alzarmi e io me ne andai in camera. Chiusi la porta con delicatezza e subito mi buttai sul letto, atterrando di faccia. Presi il cellulare dalla tasca e andai su Whatsapp, notai che Farkle era online e decisi di scrivergli.

Whatsapp

Io:
Non puoi neanche immaginare
quello che è successo oggi.

Genius.:
Neanche tu.

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Buongiornissimo, caffè?

❤️

in occasione dello Zarkle Revolution Day In Ritardo

Am I Gay? » Girl Meets World.Où les histoires vivent. Découvrez maintenant