Chapter Six

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Richiusi velocemente la porta in legno e mi appoggiai alla parete che stava dietro di me.

Solamente ora iniziavo a collegare il fatto che mi avesse detto di non entrare assolutamente nella sua stanza.

Che balordo, questa volta non l' avrebbe passata così liscia.

Dopo essermi ripresa leggermente tornai al piano di sotto e decisi di bere un bicchiere d' acqua.

Aprii il frigo, estrassi una bottiglia d' acqua e riempii il bicchiere trasparente che avevo appena preso dallo scaffale.

Quando sentii la porta aprirsi l'acqua mi andò per traverso e dovetti tossire un paio di volte prima di aver scampato ogni possibile morte.

Mi giraii di scatto e subito i suoi occhi nocciola attirarono la mia attenzione.

Lui mi passò accanto posando la cravatta, che si era appena levato, sul bordo del grande divano.

-Ehm...- cercai di tossire in modo da fargli capire che avevo qualcosa da dirgli.

-Si?- disse lui confuso avvicinandosi a me e bloccandomi attaccata al muro.

Deglutii cercando di non guardarlo dritta negli occhi, sapevo che se l'avessi fatto non sarei riuscita a parlare.

-Non sapevo che questa casa fosse un hotel- dissi freddamente abbassando lo sguardo facendo diventare improvvisamente le mie vans nere interessanti.

-Oddio le avevo detto di non entrare in camera mia! Santo cielo!-

Justin si mise una mano sul viso e sbuffò, mugugnando qualcosa.
-C'era una ragazza in camera su-....in camera tua-
Dissi alzando notevolmente il tono della mia voce.
-Se farà ancora una cosa del genere non esiterò nemmeno un minuto a licenziarla-

Rimasi zitta e decisi di continuare a tacere.
Nel frattempo lui si era allontanato ed era sparito dietro la pianta che copriva la porta del corridoio.

Mi tolsi nervosamente la bandana blu e bianca dai capelli e la buttai sul tavolo seguendo Justin.

-Non mi sembra una cosa normale che ci fosse una ragazza nel tuo letto-
-Non mi sembra ti debba interessare Boston-
-A me invece sembra di si se vuoi una domestica-
Dissi freddamente fissando l'orologio giallo fluo infissato al muro.
Lo sentii sospirare e quando spostai lo sguardo su di lui, non c'era più.

Odiavo questo lavoro. Odiavo quest'estate.Odiavo avere a che fare con Justin Bieber.

Erano le 17.05, non esitai un minuto di più ad uscire da quella casa.
Presi la mia roba e uscii sbattendo con non curanza la porta in legno.

Estrassi il mio telefono dalla borsa e le 18 notifiche mi lasciarono di stucco.
Jake si era dato da fare con i suoi pollici per essere riuscito a scrivere tanto.

*da Jake*
Hey Haley abbiamo anticipato l'ora dell'uscita.

Alle 17.30 ci sei?

Haley?

Hei?

Ouu?

Avevo pochissimo tempo per muovere le mie gambe e dirigermi in centro da Starbucks.
Iniziai a camminare per la strada principale e un leggero venticello scompigliò i miei capelli castani.

Arrivai davanti a Starbucks circa 15 minuti dopo e non appena fui in prossimità della caffetteria vidi Jake appoggiato alla porta di ingresso intento a chiamare qualcuno.

Subito il mio telefono vibrò e non esitai ad estrarlo dalla mia borsa.

- Dove cavolo sei finita? Kendall sarà qui a momenti!-

-Scemo, sono davanti a te-

Chiusi la chiamata e arrivai davanti a Jake che sembrava non avesse smesso di ridere da trent'anni.

Subito si avvicinò a me e mi stampò un piccolo bacio sullo zigomo.

-Allora dov'è Kendall?- dissi cercando di nascondere il rossore che si era creato sulle mie guancie, sistemandomi i capelli.

-Non so dovrebbe essere qui a momenti-
-Sai che non farai una bella figura portando la tua migliore amica al primo appuntamento con una più grande di te?-

-Shhh... sta arrivando-

Mi girai per vederla.
Stava camminando come se stesse sfilando sul tappeto rosso e avesse mille flash puntati addosso.
Aveva i capelli biondo cenere lunghi fino alle spalle e portava dei pantaloncini, di sicuro più corti dei mutandoni di mia nonna.
A parere mio puzzava d'oro. Jake aveva delle fette di prosciutto così spesse davanti agli occhi. Poveri noi.

-Jake, tesoro-
Kendall si avvicinò a Jake e gli stampò un bacio sulle labbra.

-Kendall lei è Haley la mia migliore amica-
Mi squadrò da testa a piedi e assunse un' espressione tutt'altro che soddisfatta. Era evidente che non ero alla sua altezza.

-Dai entriamo- disse Jake per rompere il silenzio che si era creato.

La serata passò normale, se così si può dire. Diciamo che feci la candela per tutto il tempo e Kendall non fece altro che stare appiccicata a Jake.

Guardai l'ora dal telefono e pensai che avrei dovuto essere a casa in questo momento.

-Jake io dovrei andare- dissi finendo l'ultimo sorso di cappuccino.
-Andiamo allora-

Lui e Kendall si salutarono e finalmente dopo circa tre milioni di baci schifosi se ne andò.

-Puzza-
-Scusa? Di che parli??-
-Sto dicendo che Kendall puzza-
-Mi sembra si fosse fatta la doccia prima di venire qua no?-
-Jake intendo che ti sta usando-
-Che mi stia usando o no, un gran pezzo di figa lo rimane-
Disse convinto questa frase.

Room 94| JarianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora