1. CD rubati e Sigarette

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Uscii dal pub correndo velocemente. L'ennesima discussione della giornata che mi sarei potuta risparmiare se avessi chiuso quella merda di bocca che mi ritrovavo, pensai ridendo.

'Cam, torna qui!' mi gridò Harry dall'uscio della porta, mentre io ero già sul marciapiedi. Non lo guardai nemmeno e continuai a camminare senza meta, finchè mi ritrovai tra le strade di Bradford e, un po' disorientata, decidessi dove fosse meglio andare.

Mi chiamo Camille Wendell, ho 18 anni e vivo a Bradford, nel West Yorkshire.

So che il mio nome suona un po' francese, ma è colpa di mia madre e della sua passione per l'Europa. Ho ereditato solo il biondo scuro dei capelli e il verde degli occhi da lei, mentre ho avuto in dono l'irrascibilità e il grande senso dall'umorismo da mio padre, con cui condivido la mia passione per la buona musica e per l'arte moderna.

Non che io sia così brava a scuola, anzi, mi chiedo come abbia fatto ad arrivare all'ultimo anno delle superiori senza essere bocciata nemmeno una volta, ma ho in generale una fissa per le cose belle, e credo che l'arte sia una di queste.

Non ho talenti particolari, se tra questi non possiamo collocare la mia scaltrezza nello scappare dai problemi e un'ineguagliabile testardaggine, ma so strimpellare la chitarra e ho buon gusto nel vestire.

Il riccio che invece mi stava gridando dall'uscio del Sunrise, il pub dove la nostra banda di scapestrati si riuniva da quando il locale aveva aperto, si chiama Harry Styles ed è il mio migliore amico praticamente da sempre. E' un ragazzo sveglio, molto gentile, responsabile e, diversamente da me, studioso, che sogna di frequentare un'università prestigiosa una volta che l'incubo delle superiori finirà. Ha gli occhi verdi, molto più dolci dei miei, una chioma indomabile di ricci castani e un sorriso capace di illuminare la stanza.

Diciamo che potrei definirlo una specie di angelo custode la cui più importante occupazione è cercare di tenere me, Cam Wen (come spesso i miei odiosi compagni di classe si divertono ad abbravierare il mio nome), lontana dai guai.

E' proprio per questo che io e il mio miglior amico litighiamo spesso e mi viene tanta voglia di tirare i suoi preziosi riccioli castani ad uno ad uno: non sono più una bambina e so badare a me stessa.

Ed era quello a cui stavo pensando quella sera mentre barcollavo sugli altissimi tacchi che mi costringevo ad indossare ogni volta che uscivo; se potevo vantare di avere un viso carino, con gli occhi color smeraldo e un nasino all'insù che donava eleganza alla mia espressione, c'era da ammettere che per quanto riguarda la mia statura la natura non era stata così generosa, e quindi, non volendo essere presa in giro da Liam o da qualsiasi altro coglione della nostra comitiva, mi sottoponevo all'enorme supplizio di indossare scarpe alte anche per andare a fare la spesa.

Mi poggiai ad un muro, di fronte al parchetto deserto dove andavo a fumare di nascosto quasi tutti i giorni, e mi accesi una Marlboro, aspirando in silenzio.

Se Harry mi avesse beccato a fumare un'altra volta, probabilmente non sarei riuscita a evitarmi un'enorme ramanzina con tanto di frasi dette per farmi sentire in colpa, ma non me ne importava.

Chiusi gli occhi e mi poggiai con la testa sui mattoni polverosi della vecchia abitazione a cui davo le spalle. Dovevo tornare a casa, ma ero a piedi e le caviglie mi facevano troppo male per la corsa.

Decisi di fermarmi per qualche minuto al parco e di finire il pacchetto di sigarette seduta sull'erba come facevo ogni volta che avevo bisogno di calmarmi. Proprio quando mi stavo dirigendo verso la solita panchina nascosta dai lunghi salici di cui era colmo il parchetto, sentii una voce alquanto familiare che mi fece arrestare di colpo.

Fight or Flight? || Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora