23. Party.. what?

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Pioveva fortissimo quando mi apprestai a varcare la soglia della Tong High School di Bradford. Ero arrivata in autobus, visto che con quel tempaccio sarebbe stato folle prendere la moto, ma per fare presto avevo dimenticato l'ombrello e nonostante la distanza fra la fermata e il portone della scuola fosse minima mi ero bagnata dalla testa ai piedi.

Mi diressi al mio armadietto per prendere una maglietta di ricambio che tenevo lì per sicurezza e poi in bagno, guardandomi continuamente intorno in cerca dei ragazzi. Non c'era traccia di Harry, Niall, Zayn, nè delle ragazze e iniziavo a preoccuparmi. Avevo parlato con l'insulso deficiente la sera precedente e non mi aveva detto che non sarebbe venuto a scuola, nè tantomeno gli altri l'avevano scritto nel nostro gruppo Whatsapp.

Ancora dubbiosa, mi cambiai la maglietta zuppa e cercai di asciugarmi i pantaloni meglio che potei, per poi dirigermi verso la classe dove mi aspettava l'insegnante di chimica.

Era di giovedì, e ciò significava che alla prima ora Jessy era in classe con me, ma mi accorsi subito che lei non c'era (era solita presentarsi in classe almeno con quindici minuti di anticipo) e fui costretta a sedermi accanto ad una delle antipatiche cheerleader della nostra squadra di football, che non fece altro che scrivere sms per tutto il tempo.

Lezione dopo lezione, fui certa che ero l'unica del gruppo ad essere venuta a scuola. Saltai il pranzo, totalmente accigliata, e provai a chiamare quegli sconsiderati senza ricevere risposta da nessuno di loro.

Aveva continuato a piovere per tutta la mattina e di conseguenza mi bagnai totalmente anche al mio ritorno a casa, che trovai deserta. Non era possibile, perchè di giovedì mia madre faceva mezza giornata e mi cucinava sempre qualcosa di buono per pranzo, in più mia sorella aveva avuto la febbre e i miei le avrebbero vietato categoricamente di uscire, specialmente con quel tempo.

Se la mia famiglia e i miei amici stavano cercando di farmi uno scherzo, non mi stava risultando affatto divertente.

Provai a chiamare Ellie ma non rispose, mentre mia madre mi disse che aveva avuto un'urgenza a lavoro e che non sarebbe tornata prima delle nove.

Sbuffai e mi preparai un toast, che mangiai comodamente stesa sul divano. Solo allora mi accorsi che qualcuno stava picchiando alla porta, e quando constatai che in realtà quello strano rumore era dovuto ai calci del piccoletto che avevamo trovato al parco poco più di una settimana prima scoppiai a ridere.

Ancora non gli avevo dato un nome. Nessuno mi aveva chiamato per riaverlo indietro e di conseguenza l'avevo tenuto con me, passando con lui la maggior parte del pomeriggio e facendolo accomodare con me sul letto mentre studiavo. Anche Zayn se ne prendeva cura come aveva promesso, portandolo in giro almeno una volta al giorno e presentandosi spesso a casa mia con buste enormi di croccantini.

Se avesse continuato così, avremmo potuto aprirci un canile con tutto quel cibo, pensai divertita.

"Come potrei chiamarti?" mi chiesi ad alta voce, mentre gli accarezzavo il pelo candido. Lui abbaiò e comincio a leccarmi, facendomi ridere.

Forse il nome avrei dovuto deciderlo con Zayn, ma non pensai nemmeno a quella remota possibilità visto quanto fossi arrabbiata con lui per avermi piantata in asso senza dirmi nulla, e così cominciai a proporre stupidi nomi comunissimi al cucciolo, che abbaiava e scondinzolava ogni volta.

"Così non mi aiuti, piccolo. Allora, ti piace Gustav? Oppure Hugo? Jack?" chiesi, credendo davvero che quel cucciolo potesse darmi una risposta.

Quando stavo per interrogare di nuovo il piccino, un 'din don' della porta fece sì che mi precipitassi ad aprire, sperando con tutto il cuore che qualcuno si fosse fatto vivo, visto che erano ormai le sei.

Fight or Flight? || Zayn MalikWhere stories live. Discover now