20. Fool for you.

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Non vedevo Zayn da otto giorni e la cosa iniziava a preoccuparmi. Si, l'avevo incrociato nei corridoi, a qualche lezione, ci eravamo salutati un pomeriggio nel pullman, ma quei minimi cenni non erano minimamente paragonabili alle ultime settimane, in cui mi ero praticamente abituata ad averlo in giro per casa.

Avevo bisogno di vederlo, di parlarci, di prenderlo in giro. Anche se era una cosa terribile, stupida e tremendamente preoccupante.

Così decisi, dopo essermi sistemata un po', di passare da lui e Lou per vedere se fosse in casa. Andai a piedi, visto che mi sentivo un po' in ansia. Non riuscivo a smettere di pensare al perchè era sparito così improvvisamente, di solito lo faceva quando era arrabbiato ma io non avevo fatto niente di che, insomma, conosceva il mio carattere e anche se con lui si addolciva un po', ero comunque un'acida del cazzo. Non poteva prenderselo per quello. Forse aveva avuto altre cose per la testa, o forse c'era qualcuno a distrarlo. Forse stava uscendo con un'altra ragazza, gelosa di me.

Mi fermai di colpo sul marciapiede (rischiando di essere investita da uno strano tizio in bicicletta). Forse era una visita del tutto fuoriluogo. Forse aveva accettato le avance di Stephanie Lewis e se la stava sbattendo alla grande nel suo comodissimo letto con le lenzuola coi dinosauri.

Ma io dovevo vederlo, anche solo per chiedergli come stava.

Ripresi a camminare più velocemente, per evitare di pensare e di pentirmi di ciò che stavo facendo, e arrivai davanti al vecchio palazzo in una decina di minuti.

Salii velocemente le scale, luride come sempre, e bussai timidamente con la nocca sulla porta di legno chiaro, sperando che i miei occhi non fossero costretti ad assistere a scene troppo raccapriccianti.

Mi ritrovai davanti un Zayn a torso nudo, con una chitarra penzolante da una spalla, che mi sorrise in un modo bellissimo. Tutt'altro che raccapricciante.

Gli buttai le braccia al collo senza nemmeno pensarci.

"Ciao piccola" sussurrò al mio orecchio, spostando la chitarra dietro la schiena per far aderire il mio corpo al suo.

Era una cosa che faceva sempre, quando mi abbracciava. Forse perchè sapeva quanto odiavo il contatto fisico con gli altri e voleva solo darmi fastidio.

"Che fine avevi fatto?" chiesi sottovoce, quasi a mo' di rimprovero, mentre lui faceva qualche passo all'indietro trascinandomi con sè. Con un abile colpo di polpaccio chiuse la porta, facendomi sorridere genuinamente.

"Volevo vedere quanto riuscivi a resistere senza di me" sorrise, ad un centimetro dalle mie labbra, mentre il mio cuore continuava a battere all'impazzata.

Mi venne l'impulso di dargli uno schiaffo in pieno viso, ma poi lo guardai negli occhi e.. Cristo, quegli occhi. Me li avrebbe mai tolti da dosso? Speravo che non lo facesse mai.

"Stronzo" riuscii soltanto a dire, deglutendo rumorosamente. Sorrise di nuovo, per poi sciogliere l'abbraccio con sguardo soddisfatto.

Per nascondere il mio evidente imbarazzo, i miei occhi cominciarono a vagare per la stanza e notai alcuni fogli scarabbocchiati, sovrastati da un pentagramma.

"Stavo suonando" spiegò lui, quasi a voler nascondere il tutto mettendosi davanti al tavolino, facendo accrescere la mia curiosità.

"Stavi scrivendo" lo corressi, prendendo in mano uno di quei testi pieni di sbarre e cancellature. Il titolo, scritto in maiuscolo, era 'Fool for you', ma prima che potessi leggere altro il moro mi strappò i fogli dalle mani, per poi sorridermi imbarazzato.

"E' brutta. Magari la rileggerai quando sarà decente e finita" spiegò, cercando di addolcire l'espressione severa che gli stavo rivolgendo.

Zayn Malik sperava davvero di vincere la mia curiosità con quella frase senza senso? Mi meravigliai di come, in quattro mesi di 'rapporto', non avesse ancora capito nulla di me.

Fight or Flight? || Zayn MalikМесто, где живут истории. Откройте их для себя