18. Lezioni private e sassolini

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Ero sdraiata sul letto con le cuffie nelle orecchie quando mi resi conto che avevo solo dieci minuti per mettermi i capelli un modo decente, aggiustarmi la matita sbavata e oridnare un po' la mia camera che il giorno dopo le 'pulizie' era tornata la suo stato iniziale prima dell'arrivo di Zayn.

Finii mezza sconvolta a girare per casa con una spazzola in una mano e un cartone di pizza vuoto nell'altro, alla ricerca di un temperamatite, mentre mia madre sbraitava e mia sorella se la rideva, comodamente seduta sul divano a parlare a telefono con Gemma.

Oh Dio, quanto avrei voluto che ci fosse quella santa ragazza. Sapeva sempre infondermi speranza e tranquillità, anche il primo giorno di scuola mi aveva aiutato a tranquillizzarmi, in più era tipo un parassita di casa Wendell e proprio quando serviva, mi aveva abbandonata.

Il mondo era contro di me.

Alla fine, saltellando qua e là per il corridoio, riuscii a rubare a mia sorella i trucchi e mi pettinai frettolosamente davanti al suo specchio, per poi rifinire solo la sottile linea nera che avevo sulle palpebre.

Non mi piaceva truccarmi tanto, in primo luogo perchè non ho mai amato i visi troppo contaminati da quella robaccia, quasi snaturati e resi irriconoscibili. E poi, per farsi una maschera, come bonariamente la chiamava mio padre, c'era bisogno di pazienza e precisione, e io non avevo nessuna delle due qualità.

Certo, avrei potuto aggiustare le occhiaie con un po' di correttore, ma lì subbentrava la pigrizia, e quando quella feroce bestia si impossessava di me, non c'era modo di liberarmene.

Riuscii a mettere in ordine sulla scrivania giusto pochi secondi prima che il campanello suonasse, ma non feci comunque in tempo ad aprire la porta perchè mia madre si avventò all'entrata prima di me, trovandosi davanti un Zayn imbarazzato e dannatamente adorabile.

Li lasciai parlare per qualche secondo, in fondo non c'era nulla di male se mia madre voleva sapere qualcosa di più su quel misterioso ragazzo, visto che io non ero il tipo che mi facevo aiutare in niente e soprattutto con i compiti scolastici. E poi era così divertente, vederlo annaspare nelle sue stesse parole come me quando venivo chiamata in fisica.. Fisica, cazzo. Non potevo perdere altro tempo, sapendo quello che mi aspettava.

Così corsi di sotto e Zayn fece un sospiro di sollievo, prima di salutarmi con un bacio sulla guancia.

"Ma lo sai che conosco i genitori di Zayn? Abbiamo fatto il liceo insieme!" mi informò felicemente mia madre, mentre io alzavo gli occhi e il moro sorrideva.

"Uh, interessante. Ma adesso dobbiamo andare, abbiamo tanta matematica da fare, vero def..Zayn?" sorrisi fintamente io, per poi afferrare il ragazzo per un braccio e condurlo nella mia stanza senza nemmeno sentire la risposta, sicuramente infastidita, di mia madre.

"Non fare caso a lei, è un po' insopportabile" borbottai mentre prendevo dei quaderni nuovi dallo scaffale. Lo guardai solo per un secondo e lui mi sorrise bonariamente.

"Al contrario, tua madre è stata davvero gentile" mi rassicurò, mentre io trotterellavo per la stanza in cerca di penne e matite, che sembravano essersi estinte momentaneamente.

In realtà ero molto nervosa e nemmeno sapevo il perchè.

E se fossi stata così stupida da non capire nulla e fare una grandissima figura di merda con lui? Il mio livello era abbastanza basso, soprattutto in chimica, e sapevo com'era il moro. Si sarebbe pentito di aver accettato la mia proposta e mi avrebbe catalogata come un'idiota, lo sentivo.

Oh Dio, meglio non pensarci.

"Anche tua sorella è adorabile. Mi chiedo da quale pianeta dell'universo tu provenga, ms. lunaticità" scherzò, per poi sedersi su una delle due sedie girevoli che avevo messo davanti alla scrivania. Io alzai le spalle sorridendo. Non lo sapevo nemmeno io.

Fight or Flight? || Zayn MalikWhere stories live. Discover now