*Capitolo 5*

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Siamo seduti ad un tavolo di un ristorante. È già, dopo un po' di resistenza ho dovuto accettare di pranzare con lui, quel bastardo mi ha minacciato di non assumermi.

«Bene Ilary, finalmente possiamo conoscerci un po'» dice dopo aver ordinato.

«Non c'era bisogno di portarmi al ristorante, andava bene anche un fast-food o qualcos'altro» dico guardandomi nel ristorante abbastanza elegante in cui mi ha portato.

«Oh, stai tranquilla Peach» dice sorridendo.

«E perché diavolo mi chiami Peach?» chiedo all'ennesima volta che sento quel nomignolo.

«Beh, diciamo che sono per metà inglese per via di madre, e lo parlo molto bene, ti ricordi ieri quando ci siamo incontrati?» si appoggia al tavolo.

«Sì, ma cosa c'entra ieri?» chiedo perplessa.

«Avevi un maglione color pesca, molto bello devo dire, ti fascia bene e...» lo fermo.

«Ok, e allora?»

«Peach in inglese vuol dire pesca, tesoro» mi dice ovvio.

«Solo per questo?» chiedo.

«Mi ricordi anche un po' la principessa Peach di super Mario Bros» risponde sorridendo.

Sbuffo.

«Allora, dimmi qualcosa di te, Ilary»

«23 anni, laureata in storia e vivo a Milano» dico appoggiando allo schienale.

«Tutte cose che so già, dimmi per esempio del tizio che ci ha fatto baciare»

«Si chiama Michael ed è il mio coinquilino e migliore amico»

«Bene, anch'io abito con il mio migliore amico, non tanto lontano da qui» dice.

Dopo poco arrivano i piatti che abbiamo ordinato e continuiamo a parlare, devo dire che mi sta molto simpatico.

Ho scoperto che ha 24 anni, che ha una sorella maggiore che si è trasferita in Australia 4 anni prima ma non ha un bellissimo rapporto con lei e ora che lei è partita non si sentono quasi più. Il suo coinquilino si chiama Luca e l'ha conosciuto quando si è trasferito qui due anni fa.

Io gli ho detto che mi sono trasferita qui con Michael circa 4 anni fa e sto cercando, anzi cercavo, un lavoro, che ho una sorellina di 16 anni e che vive ancora con i miei genitori, ma che non mi piace parlarne perché mi odia, nonostante io le voglia un mondo di bene.

Finiamo il pranzo e io insisto per pagare almeno la mia parte ma alla fine vengo sconfitta e paga lui per tutti e due.

Usciamo dal ristorante che sono 13.30.

«Allora Peach, piaciuta questa uscita? Puoi considerarlo come il nostro primo appuntamento» mi sorride.

«Possiamo considerarlo anche l'unico se vuoi» dico sorridendo.

«Come la fai difficile Ila» mi prende per i fianchi e mi attira a sé, sorridendo.

«Che stai facendo?» chiedo diventando seria.

«Niente» risponde, avvicinando il suo viso al mio. Non mi muovo, non riesco, questo ragazzo di un anno in più di me riesce a paralizzarmi.

Appoggio le mani sul suo petto e cerco di spingerlo via, ma non si sposta di un millimetro.

«Voglio un bacio, Peach» sussurra poco distante dalle mie labbra.

«No...» mormoro poco convinta.

«Lo vuoi anche tu» ribatte sempre più vicino.

«Ti sbagli...» le farfalle nello stomaco mi rendono nervosa.

«Vediamo» non faccio in tempo a ribattere che le sue labbra sono sulle mie.

Non dovrei ricambiare. Non devo... Ma chi prendo in giro. Ricambio il suo bacio stringendo la sua maglietta e tirandolo involontariamente a me mentre lui fa lo stesso stringendomi i fianchi. Come il giorno prima inizia un gioco di lingue che mi fa rabbrividire. Continuiamo a baciarci ma poi decido di staccarmi per riprendere fiato, lo spingo via e inizio ad ansimare leggermente, esattamente come Daniele.

«Non lo volevi, eh?» dice sorridendo malizioso.

«Vai al diavolo» sussurro mentre riprendo fiato.

«Come no, pero tu vieni con me» risponde ridendo.

Mi stacco da lui e lo guardo.

«Devo andare» dico facendo un passo indietro. Non è del tutto una scusa infondata, oggi dalle 17.30 alle 18.30 c'è allenamento di boxe e prima di andare voglio rilassarmi.

«Dove?» chiedo curioso facendo un passo verso di me.

«A casa» rispondo vaga. Non so perché ma non voglio dirgli che faccio boxe, è una cosa mia.

«Posso accompagnarti, così capisco anche dove abiti» ribatte.

«No, devo riprendere la mia macchina»

«Cavolo, stai trovando tutte le scusa che ti capitano» ride.

«È solo la verità» sorrido inclinando leggermente la testa.

Andiamo alla mia macchina, perché alla fine mi ha costretto ad essere accompagnata, lo saluto e salgo in auto, poi parto verso casa mia. Arrivo in una decina di minuti e dopo essere entrata sospiro pensando a quello che ora è il mio capo al lavoro, e anche al guaio in cui probabilmente mi sto cacciando.


Ecco a voi il 5º capitolo, spero vi sia piaciuto.
Io aspetto sempre i vostri commenti riguardo la storia e i personaggi, sarebbe carino sapere cosa ne pensate.
Ho deciso di aumentare un po' il prezzo per i capitoli, pubblicherò il 6º quando questo raggiunge le 15 visualizzazioni e 2 stelline, ce la potete fare, se state leggendo fin qui vuol dire che almeno una vostra stellina me la merito. Allora lasciatela!

BACIONI XD

Ricordati di AmarmiWhere stories live. Discover now