*Capitolo 41*

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Sono passate due settimane da quando io e Daniele ci siamo messi insieme, è l'inizio di giugno e inizia fare caldo, ora porto una T-shirt color blu e dei calzoncini mentre pulisco casa, musica a palla e ringrazio ancora una volta il fatto che di sabato mattina i miei vicini di casa siano ancora al lavoro, se no non potrei fare tutto questo.

Sto canticchiando "Gioia" dei Modà quando la porta si apre rivelando Mickey pieno di buste che cerca di chiudere la porta.

«Amore sono a casa» annuncia appoggiando a terra tutti i sacchetti.

«Dove sei stato? Quando mi sono svegliata non c'eri già più» dico andando verso di lui e lasciandogli un bacio sulla guancia.

«Volevo lasciarti dormire, io sono andato a fare compere, inizia a fare caldo e i miei vestiti sono troppo pesanti» una scusa ovviamente, perché di vestiti ne ha, solo che lui è uno di quei ragazzi a cui piace fare shopping, e sfrutta ogni occasione.

«Certo» dico dubbiosa.

«Ho trovato anche qualcosa per te» fa un sorriso malizioso e cerca tra i sacchetti, intanto spiega «Visto che tra poco tu e Daniele fate due settimane insieme ho pensato di prenderti qualcosa per festeggiare» odio quando fa così, prende dei vestiti per me e visto che mi conosce come le sue tasche prende sempre qualcosa che mi piace, inevitabilmente, ma non è sempre cosa buona, tipo in questo caso: mi piacerà sicuramente ma non lo voglio. È tutta colpa sua.

Tira fuori un completo intimo sexy, che, come mi aspettavo, mi piace un sacco, ma non lo voglio.

Faccio una smorfia pensando che non sono proprio il tipo di mettere questo tipo di vestiti «Michael» sospiro «Non mi sembra proprio il caso» abbasso lo sguardo.

«Non puoi dire che non ti piace, per questo sei in dubbio» dice porgendomelo.

Lo prendo in mano e poi vado verso camera mia «Ci penserò» dico prima di chiuderlo nel cassetto.

«Ti va di uscire?» chiede Michael appoggiandosi allo stipite della porta di camera mia.

«Devo finire di pulire casa» rispondo fissando lo sguardo nel suo «E tu devi mettere a posto tutte le mille cose che hai comprato» aggiungo sorridendo.

«Uffa» sbuffa e poi va a fare quello che gli ho detto mentre io ritorno in salotto e ricomincio a pulire, vedendo di tanto in tanto Michael che torna per prendere le buste, mentre entrambi canticchiamo le canzoni che si susseguono una dopo l'altra dallo stereo e che ci aiutano e lavorare più felici.

Sono le 11.15 quando finisco e dopo poco anche Mickey mi raggiunge, annunciando di aver fatto tutto quanto, allora vado in camera sua per vedere che disastro ha combinato, visto che ha quel sorriso che non dice niente di buono.

«Dov'è che avresti finito scusa?» chiedo guardandomi intorno e fissando prima lo sguardo sul letto dove sono radunati pile di vestiti che minacciano di cadere da un momento all'altro, sull'armadio con le ante aperte e dentro il caos più completo, con vestiti appesi per metà e altri caduti e stropicciati sul fondo, ancora sul pavimento, dove per riuscire a camminare devi fare i salti mortali per non calpestare qualcosa.

«Era già così quando sono arrivato» cerca di giustificarsi.

«No, era un po' meglio di così, e ti avevo mandato qui appunto per mettere a posto, non per far più casino» sospiro esasperata.

«Mi dispiace amore» sussurra abbassando la testa.

Mi giro verso di lui e sospiro capendo che è veramente dispiaciuto.

«Fa niente, non ho voglia di cucinare, che ne dici di andare a fare un giro per poi mangiare qualcosa fuori? Quando torniamo rimetti a posto la camera» gli sorrido rassicurante e poi lo sposto per andare a prepararmi, mettendo qualcosa che mi copre di più magari.

Ricordati di AmarmiWhere stories live. Discover now