*Capitolo 27*

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È sabato mattina e io sto ancora dormendo tranquillamente quando, alle 9.55, il mio telefono comincia a suonare con quella fastidiosa musichetta. Devo cambiare la suoneria, assolutamente.

«Pronto?» dico non guardando neanche chi è e cercando di non sembrare assonnata.

«Peach, ti ho svegliato?» mi chiede dolcemente.

«No, figurati» rispondo sarcastica è ancora un po' arrabbiata per ieri.

«Scusami, ma volevo sapere se avevi programmi per stasera e se no volevo avere quel famoso appuntamento» dice un po' insicuro, e lì la mia rabbia scivola via come la coperta che mi sto togliendo per alzarmi e andare a prepararmi un caffè.

«No, non penso di avere problemi per stasera...» rispondo vaga mentre passo in punta di piedi davanti alla camera di Mickey. Di solito il sabato dorme sempre fino a mezzogiorno.

«Allora vorresti venire a passare una serata con me?» chiede speranzoso mentre me lo immagino torcersi le mani fino a consumarle.

«Mhm, non so, di solito Michael mi chiede sempre di andare da qualche parte la sera...» cerco di fare la testarda, anche se ci vorrei proprio andare.

Intanto entro in cucina e metto su la caffettiera, aspettando che il caffè sia pronto.

«Non puoi disdire solo per questa volta? Sarebbe bellissimo» ribatte nervoso. Che carino.

«Penso di sì, se ci tieni così tanto...» rispondo mentre ridacchio leggermente e controllando impaziente il caffè.

«Perfetto allora, ti passo a prendere alle otto» risponde tutto felice.

«Dove andiamo?» chiedo curiosa.

«Sorpresa, spero ti piacerà»

«Ma non è giu... Ahi!» esclamo dopo aver toccato la caffettiera che però è bollente. Mi sono bruciata leggermente, rovesciando il caffè.

«Cazzo» dico spegnendo subito il fuoco e cercando uno straccio.

«Che succede?» chiede Daniele allarmato.

«Niente di che, mi si è rovesciato il caffè» inizio a pulire tutto tenendo il telefono tra l'orecchio e la spalla.

«Ti sei fatta male?» chiede ancora.

«No, solo bruciata un po', tranquillo» rispondo continuando a mettere a posto.

«Sicura di stare bene?» chiede ancora facendomi alzare gli occhi al cielo.

«Certo, ora scusami ma devo mettere tutto a posto, ci sentiamo» dico per poi chiudere la telefonata dopo aver sentito il suo saluto.

Appoggio il telefono sul tavolo e finisco di pulire il disastro che ho combinato, per poi sbuffare e arrendermi al fatto che per avere un caffè devo uscire, perché non ho voglia di riprovarci.

Mi dirigo di nuovo verso camera mia per cambiarmi, scelgo una maglietta a maniche lunghe azzurra e un paio di jeans, poi vado in bagno e mi sistemo.

In circa 15 minuti sono pronta e decido di andare al bar di Alessio per prendere un caffè o una cioccolata calda, quindi prendo la borsa e la giacca per poi uscire di casa. Nel sole tiepido delle 10.30 del mattino mi incammino a piedi verso il mio bar preferito per prendere un bel caffè.

«Ciao Ale, come va?» entro nel negozietto poco pieno di persone.

«Ehi Ilary, che bello vederti, qui tutto bene, cosa ti preparo? Cioccolata?» mi accoglie con uno splendido sorriso mentre finisce di sistemare dei bicchieri dietro il bancone.

«Uhm, no grazie, un caffè lungo oggi, ne ho proprio bisogno» gli sorrido mentre mi siedo sullo sgabello davanti al banco.

«Perfetto, arriva subito» inizia a fare il caffè e quando è pronto me lo porta.

«Grazie mille Ale» dico prendendo una bustina di zucchero.

«Allora, come è andata con il tizio della scorsa volta?» chiede non curante mentre continua a sorridere.

«No, niente, non l'ho più visto, ma non importa...» dico iniziando a mescolare il caffè.

«Conosciuto qualcun altro, giusto?» indovina mentre comincio seriamente a credere che dovrebbe fare lo psicologo o qualcosa del genere.

«Sì» rispondo un po' intimidita.

«E com'è?» chiede sempre curioso e con un sorriso.

«Beh... Mi fa sentire speciale» rispondo pensando veramente quello che dico. Inizio a bere il mio caffè.

«È bello se ti fa sentire così» dice tenendosi il suo sorriso mozzafiato.

«Già, è veramente splendido» sussurro muovendo il cucchiaio nella tazza.

«Ma non va tutto rose e fiori, vero?» chiede dopo un attimo di silenzio.

«No, effettivamente... Ma sei sicuro di non essere uno strizza cervelli?» dico in risposta sorridendo.

«Capisco le persone, tutto qua» risponde alzando le spalle «Ma cosa c'è che non va?» riprende con l'interrogatorio.

«Ma niente, solo un po' di problemi, non preoccuparti» dico non curante e guardando il fondo della tazza.

«Lo ami?» chiede ancora, facendomi venire un colpo.

«Cosa? No, poi ci conosciamo da poco, per me l'amore non c'è così presto» rispondo finendo il caffè.

Pago il caffè e saluto Alessio, andando poi verso la porta.

«Per me ti sbagli, sei innamorata» dice prima che la porta si chiuda alle mie spalle, chiudendomi fuori dal negozio e dai consigli psicologici di Alessio.

Non può avere ragione Ale, non sono innamorata, ci piacciamo soltanto. Per l'amore ci vuole tempo, ma noi ce lo avremo?


Ehi, ti va di lasciare un commentino? Mi farebbe così tanto piacere sapere cosa ne pensi, la storia la sto scrivendo per te.

BACIONI XD

Ricordati di AmarmiOnde as histórias ganham vida. Descobre agora