*Capitolo 14*

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DANIELE'S POV

Una volta arrivato a casa vedo che Luca si sta preparando per uscire.  Da cosa si capisce? Il mio coinquilino crede che quando vuole abbordare una ragazza gli serva un po' di fortuna, e secondo lui porta fortuna, prima di uscire di casa, mettere le scarpe sul tavolo. Cavolo.

«Luca, quante volte ti ho detto di non mettere le scarpe sul tavolo?» chiedo andando verso camera sua, dove sicuramente è.

«E io quante volte ti ho già detto che porta fortuna?» mi chiede in risposta appena entro in camera.

«Cazzate» ribatto guardandolo.

«Vieni con me sta sera?» mi chiede alzando le spalle per rispondere alla mia affermazione di prima.

«Non lo so...» dico iniziando a pensarci.

«Oh, il piccioncino deve uscire con la sua ragazza?» dice ridendo per infastidirmi. E cavolo se ci riesce.

Ripenso a quello che è successo con Ilary durante il giorno e a quanto mi mancano le sue dolci labbra. Il sangue mi ribolle nelle vene è una furia omicida verso Luca mi investe.

«Vengo anch'io» ribatto duro e poi vado verso camera mia, prendo una camicia blu e dei jeans e vado in bagno per farmi una breve doccia prima di uscire. Quando finisco tutto e mi preparo cerco le mie scarpe, ma nella mia camera non ci sono.

«Hai visto le mie scarpe, Luca?» chiedo uscendo da camera mia.

«Sul tavolo» risponde semplicemente.

Non ci credo, ha messo pure le mie di scarpe sul tavolo. Ci crede proprio tanto a questa cosa. Mi metto le scarpe e quando entrambi siamo pronti usciamo e prima di andare nel locale andiamo a mangiare qualcosa. Appena entriamo una ragazza ci viene incontro e ci porta ad un tavolo, noi guardiamo il menù e quando la ragazza torna da noi per prendere le ordinazioni non fa altro che sporgere il petto verso di noi e sbatterci in faccia il suo seno. Passiamo tutta la serata ad ignorare quella cameriera e finalmente ce ne andiamo, non parlandone più andiamo in quel locale.

Appena entriamo perdo di vista Luca, così comincio a guardarmi intorno quando vedo una persona che non mi sarei mai aspettata: davanti a lei c'è un ragazzo, stanno parlando e lei sta ridendo, probabilmente già mezza ubriaca. Sul bancone davanti al quale è seduta ci sono già due bicchieri vuoti e uno lo sta iniziando adesso. Il ragazzo le fa una domanda e lei si mette a ridere, poi si guarda intorno e incrocia i miei occhi, sorride. Dio, che sorriso.

Annuisce verso l'altro ragazzo e si rimette a ridere, appoggiando una mano sul suo braccio. Decido di avvicinarmi e lei mi guarda, stendendo un braccio verso di me e facendomi segno di avvicinarmi, continuando a ridere.

«È lui» dice al tizio mentre quasi soffoca dal ridere.

«Cosa?» chiedo mentre sono praticamente accanto a lei, che si appoggia al mio braccio, stringendomelo.

«Come cosa? Noi siamo fidanzati» afferma guardandomi e sorridendo. La guardo stranito.

«Ilary io vado un attimo in bagno» le fa l'occhiolino e poi si allontana, lasciandoci soli.

Riprende in mano il suo bicchiere e prende un lungo sorso, come se non fosse già abbastanza ubriaca.

«Cosa sta succedendo, Peach?» le chiedo.

«Mi aveva chiesto se ero fidanzata, e io gli ho detto di sì» risponde incominciando a ridere.

Solo in questo momento la guardo bene: ha un vestito nero che le arriva poco sopra al ginocchio e una spallina sola, la fascia perfettamente e le evidenzia le forme molto più di qualsiasi altra cosa. Wow.

«Sei ubriaca» affermo.

«No no, io sto benissimo» dice incrociando il mio sguardo. Che occhi, Oddio.

«Non è vero, dai, ti porto a casa» decido. Non sta bene, deve andare a casa.

«Ma io voglio restare qui» piagnucola prendendomi la maglietta e tirandomi a lei.

«Ilary, non stai bene» sussurro agitato dalla sua vicinanza e dalla voglia di baciarla.

«No no» si avvicina al mio orecchio e inizia a lasciare bacetti umidi fino ad arrivare al collo, sussulto e porto involontariamente le mani sulle sue cosce.

No, non deve andare così, è ubriaca, non va bene.

Me la carico sulle spalle ottenendo un urletto da parte sua, così le dò una pacca sulla coscia e inizio a sgusciare tra la gente fino all'uscita, ottenendo continue proteste e insulti da parte di Ilary, ma non importa, la devo portare a casa.

Mentre la carico in auto penso per un istante come farà Luca a tornare a casa senza macchina, ma lascio stare, ci penserà lui.

«Voglio tornare dentro» si lamenta Peach mentre cerca di aprire la portiera, ma io ho messo la sicura e non può scendere.

«Smettila di fare storie Peach, ora ti porto a casa e ti fai una bella dormita» dico iniziando a guidare verso il suo appartamento. Guardo l'ora, cavolo, è già mezzanotte e mezza.

«Ma io non voglio dormire» ribatté ridendo.

«Allora starai nel letto ad aspettare che ti passi la sbronza» dico per fermare le sue proteste.

Appoggia la testa al finestrino e fa il broncio, come una bambina che non ha avuto il giocattolo che voleva.

In poco tempo arriviamo a casa sua e io scendo dall'auto per andare a prenderla dalla parte del passeggero. Non riesce a stare in piedi, barcolla e rischia di cadere ogni due per tre, così sbuffo e la prendo in braccio a mo' di sposa.

«Weeee» dice ridendo Ilary quando la prendo in braccio, porta le braccia al mio collo e si regge, mentre continua a ridere. Inizio a salire le scale, per fortuna la rampa è ampia e non ho problemi a portarla in braccio. Siamo a metà palazzo quando si calma tra le mie braccia e appoggia la testa sulla mia spalla.

«Sei il mio principe azzurro, Dani?» sussurra, forse non voleva neanche farsi sentire. Sorrido a quella domanda e la stringo più forte. Arriviamo all'ultimo piano dove c'è il suo appartamento.

«Peach, prendi tu le chiavi?» chiedo dolcemente guardando la borsa che lei ha appoggiato sulla sua pancia. Annuisce piano e tira fuori le chiavi.

Ricordati di AmarmiWhere stories live. Discover now