*Capitolo 36*

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ILARY'S POV

«Se ti va, ovviamente. Se non vuoi sapere la storia non fa niente» dico prima di iniziare. Voglio essere certa se non vuole sapere questo aspetto di me oppure sì.

«Certo, non voglio vederti stare male» risponde e i suoi occhi blu sono sinceri.

«Avevo 16 anni quando lo conobbi» inizio la mia storia abbassando lo sguardo «Si chiamava Samuel e aveva 18 anni. Era maggiorenne quindi guidava già, e si sa, alle ragazze piace questa cosa. Iniziammo a uscire e lui era veramente carinissimo» mi fermo e mi faccio sfuggire un singhiozzo sentendo subito le guance bagnarsi ancora.

«Tranquilla, va tutto bene Peach, se non vuoi raccontarmelo ora non sei obbligata» mi circonda le spalle e io mi appoggio a lui, consapevole che sta mentendo riguardo al fatto che non sono obbligata a dargli spiegazioni. So che è curioso.

«Sto bene» tiro su col naso e faccio un bel respiro «Ci siamo messi insieme e per i primi 3 mesi circa è andato tutto bene, mi piaceva sempre di più e anche a Michael stava piuttosto simpatico. Ma poi il suo umore è peggiorato, iniziava ad innervosirsi per qualsiasi cosa, mi urlava contro in continuazione ma dava la colpa alla convivenza con i suoi genitori che stava diventando stretta» Daniele mi stringe di più e io mi accoccolo a lui, sentendomi abbastanza calma anche se sto raccontando questa storia.

«Va tutto bene ora» sussurra lui.

«Decise di trasferirsi e andare a vivere da solo e mi chiese se volevo andare con lui, ma rifiutai decidendo di restare a casa con i miei e mia sorella, che in quel periodo aveva solo 10 anni. Lui non ne fu molto felice, ma lo accettò ugualmente. Passò qualche tempo e lui si calmò, così diedi veramente la colpa alla convivenza con i genitori. Era il giorno del mio diciassettesimo compleanno e lui aveva insistito un sacco per fare qualcosa di speciale, così il pomeriggio sono andata a casa sua e ci siamo preparati per passare una serata in discoteca, anche se non mi andava tanto» faccio una piccola pausa.

«Non ci credo che una ragazza come te rifiuta un'uscita in discoteca» dice piano e io gli scocco un'occhiataccia con i miei occhi lucidi, zittendolo.

«Ha bevuto troppo quello sera...» sussurro, concedendomi una pausa mentre ci ripenso e le lacrime mi rigano le guance.


•FLASHBACK•

Mi allontano dal gruppo delle mie amiche che ballano in pista e vado verso il bancone dove trovo Samuel con un sacco di bicchieri attorno, vuoti.

«Ciao tesoro» biascica appena mi vede, evidentemente ubriaco, e stampandosi un sorriso da stupido in faccia.

«Sei ubriaco» affermo sconfortata incrociando le braccia al petto.

«No, non è vero, non ho bevuto tanto» ribatte scendendo dallo sgabello su cui era seduto.

«Invece sì, non vedi? Non ti reggi nemmeno in piedi» dico vedendolo barcollare mentre si avvicina a me.

«Shh, sto benissimo, e noi ora dobbiamo festeggiare il tuo compleanno» si avvicina ancora a me fino a circondarmi la vita con le braccia e attirarmi a sé.

«No, Samuel, dobbiamo tornare a casa» non mi ascolta e mi afferra il braccio.

Mi trascina fino al retro del locale e mi butta fuori seguendomi subito dopo, così ci ritroviamo fuori all'aria aperta con ancora la musica che si sente perfettamente.

È l'una del mattino e c'è poca gente in giro anche se siamo appena fuori dal locale.

«Spostati Samuel, non sei in te» gli dico cercando di spingerlo via, ma non ci riesco.

Ricordati di AmarmiWhere stories live. Discover now