Capitolo 22

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Merda.
Sono in taxi, sto tornando a casa.
Dopo aver chiamato Rocco, ho voluto avere un'ulteriore conferma, così sono andata dalla ginecologa. E non mi ha detto esattamente ciò che mi aspettavo di sentire.
Sbuffo, guardando fuori dal finestrino, ammirando il paesaggio e ripensando alle parole di quella stupida dottoressa incompetente.
Secondo le sue analisi sarei già al terzo mese di gravidanza e ciò significa solo che il padre non é Rocco Hunt.
Ma il mio ex, Vittorio.
Alito contro il vetro del finestrino, facendo condensare l'aria su di esso e tracciando poi in mezzo degli scarabocchi. Era un gioco che facevo sin da piccola e di solito lo faccio quando mi sento triste o schifosamente depressa.
E adesso cosa mi invento?
Oh ma andiamo, secondo te uno stupido come Rocco Pagliarulo conosce la differenza tra una microcellula e un feto già in via di sviluppo? Basterà raccontargli qualche stronzata e se la berrà come se fosse limonata.
Giusto.... Rispondo a me stessa, ma in un certo senso, il peso di questa bugia sta cominciando ad opprimermi.
Come il tassista parcheggia davanti al mio appartamento, gli faccio l'occhiolino, complice di un piccolo servizietto che ho usato per pagare la corsa.
" Sono proprio una troiaccia " - esclamo scoppiando a ridere ma non appena vedo Rocco Hunt e la sua misera fidanzatina davanti al portone, smetto all'istante.
Pure lei doveva portarsi dietro?
Penso con livore, ma poi mi viene un'idea geniale per levarmela di mezzo.

ROCCO

" Rocco, tesoro! " - mi sento chiamare da non troppo lontano, e appena mi giro vedo Melissa venirmi incontro, con un sorriso smagliante.
" Oh wow... Ti ringrazio tanto di essere qui! " - dice abbracciandomi e con un tono inaspettatamente affettuoso.
" Figurati.. " - le rispondo un pò imbarazzato, dondolandomi prima su un piede poi sull'altro.
Intanto Anna non proferisce parola, si limita ad osservare Melissa la quale non la degna di uno sguardo.
Dopo aver aperto la porta, la padrona di casa ci invita ad entrare.
" Prego, accomodatevi! Gradite qualcosa da bere? " - sembra la perfetta donna di casa.. A che gioco stai giocando Melissa? Penso guardandola bieco.
" No, grazie, siamo qui per parlare, poi ce ne andremo " - mi precede Anna con un tono serissimo e solo allora Melissa si volta a guardarla. Il suo sorriso cede solo un attimo, ma poi si riprende, sorridendo ancora più forzatamente di prima, se possibile.
" Ma certo.. Scusatemi, sono stata inopportuna, sarete sicuramente ansiosi di capire " - dato che non parliamo, continua - " A quanto pare.. Io e Rocco quella sera non abbiamo fatto molta attenzione, ed ora aspetto il nostro bambino. Sai caro, all'inizio ero terrorizzata all'idea di un bambino, insomma.. Siamo così giovani! Però sento comunque di star cambiando, di essere più matura e consapevole. Probabilmente tu non vorrai più avere a che fare con me... con noi insomma.. " - fa una pausa e tira su col naso - " Ma sappi lo stesso che, la mia porta é sempre aperta e ogni volta che vorrai vedere il bambino, ti sarà dovutamente concesso " - alla fine del suo discorso, posso affermare di essere sbigottito. Anna invece é livida e sembra una bomba ad orologeria pronta ad esplodere.
Forse Melissa non é poi così male come pensavo.
" E tu Anna cosa ne pensi? " - le chiedo girandomi verso di lei, ma lei evita appositamente il mio sguardo, poi dice - " Penso.... Di essere di troppo qua dentro, con permesso " - si alza e fa per uscire ma io la inseguo.
" Rocco.. Lasciala andare, posso capire, sarà confusa.. " - tenta di aggiungere Melissa ma non l'ascolto - " Anna ti prego aspetta! " - " No! Ha ragione, vai da lei, parlatene con calma, ho bisogno di... Di prendere tempo insomma, per capire uhmm...tutto l'ambaradan.. Se mi cerchi, sarò a casa, tranquillo " - e dopo avermi dato una carezza sulla guancia, scende frettolosamente le scale che la porteranno verso l'uscita.
Mi sento a pezzi, ma devo farlo.
Dopo aver chiuso il portoncino, torno a guardare la madre di mio figlio, la quale però, scoppia in singhiozzi. Ma che hanno tutti oggi?
" Hei.. Va tutto...più o meno bene, hei.. Shh " - dico accarezzandole la testa ma lei mi afferra forte la mano e la allontana. Non capisco il suo atteggiamento, infatti le chiedo del perché si comporta così e solo allora, guardandomi negli occhi mi dice - " Devo dirti la verità.. "
Tremo.
Prima di chiederle altro, mi assicuro di essere seduto su una superficie morbida, dopodiché comincia a parlare.
Mi parla della sua vita di merda, del fatto che é orfana, non ha fratelli, sorelle, nessuno.. Che circa due anni fa conobbe un ragazzo di nome Vittorio e si innamorò di lui, ma presto lo lasciò perche lui la picchiava. A quanto pare, poi, questo Vittorio tornò e le supplicò di passare un'ultima notte assieme prima di trasferirsi in Spagna e che a quanto pare, il bambino é in realtà il frutto della loro notte, non della nostra.
Mi sento confuso, frastornato, però provo anche tanta pena per lei. É sola, con un salario da fame, é incinta e non ha amici.
" In questo momento ho solo te... " - dice col volto rigato di lacrime - " Ti prego aiutami.. Ti prego.. " - implora accasciandosi sulle mie gambe e singhiozzando come se non ci dovesse essere un domani e non posso fare altro se non abbracciarla. Le prometto che le starò vicino, che l'aiuterò, ma non appena esco da quella casa, il mio unico pensiero vola ad Anna.
Le racconterò tutto e se vorrà, aiuteremo insieme questa ragazza.
Non appena entro nell'abitacolo, però, vengo accolto da un silenzio tombale.
" Anna? " - vado a cercarla in cucina e in salotto, ma non la trovo.
" Anna?? Dai amore.. Non é divertente! " - urlo cercando di sdrammatizzare la situazione, anche se in realtà sto tremando.
" Anna!! " - grido ancora più forte non appena mi rendo conto che non c'é nessuno in casa.
Mi fiondo nella nostra camera da letto e la mia attenzione viene subito attirata da un bigliettino sopra il mio cuscino.
La stanza é fin troppo ordinata, come se mancassero delle cose, ma non può essersene andata, cioè...non può farmi questo.
Ma mentre leggo quel piccolo biglietto, mi rendo conto che può farlo, e può averlo fatto...eccome.

~Na Stanza Nostra~Where stories live. Discover now