19 Capitolo.

44 2 0
                                    

Passarono i giorno, e sentivo la sua mancanza farsi sempre più grande.
Ma sta volta non avevo sbagliato,sta volta sarebbe dovuto venire lui da me.
Ma a differenza dell'ultima volta sentivo e sapevo che era finita veramente ma continuavo ad avere uno strano presentimento come se mi stesse aspettando qualcos'altro.
Una settimana dopo la litigata mi ritrovai a casa di una mia amica che dopo un po' mi confessò che aveva sentito dire in giro che Marco si vedeva con un'altra.
Che si vedesse con un'altra non mi importava più di tanto, ma la cosa che mi fece innervosire maggiormente era che non aveva avuto il coraggio di troncare veramente la nostra relazione.
In quel momento mi chiesi di che persona mi ero innamorata, perché il Marco che conoscevo non iniziava nulla di nuovo prima di concludere quello che stava già facendo.
Non mi meritavo una spiegazione plausibile al fatto che l'avrebbe voluta finire perché l'avevo capito benissimo, il suo amore per me non superava il suo bisogno fisico e ciò mi dava solo la certezza che mi ero invaghita della persona sbagliata, ma sicuramente mi meritavo un "è finita" detto in faccia.
Oltre alle persone bugiarde odiavo le persone codarde che con la loro paura ti facevano star male.
Poteva anche essersi trovato un altra ragazza ma a me non importava, perché sarei andata io da lui a dirgli che il coraggio di essere un vero uomo che mancava a lui c'è l'avevo io e che il noi che c'era non ci sarebbe mai più stato.
Sono sempre stata una ragazza impulsiva e molte volte le persone mi dicono che devo imparare a riflettere su quello che sto per fare ma per fortuna ciò mi ha portato sempre solo a buone scelte.
Quel giorno più mi avvicinavo a casa sua più la mia rabbia cresceva e cresceva, lo odiavo, non mi amava, si era già dimenticato di me e stava con un' altra mentre io dentro mi sentivo vuota. Non era vero e lo sapevo che stavo bene, mentivo anche a me stessa ma in quel momento non riuscivo più a fingere ma non importava volevo guardarlo negli occhi, volevo che mi dicesse che non mi amava più o che non mi aveva mai amata. Il dolore che avrebbe provocato in me avrebbe fatto in modo che io me lo dimenticassi più velocemente.
Quel giorno arrivai fino a casa sua ma qualcosa mi impedì di salire, non quello che provavo o l'insicurezza di affrontarlo ma bensì lui che dall'altra parte della strada si stava baciando con una ragazza. Rimasi immobile per non so quanto, o forse per troppo perché ricordo benissimo che mentre lo osservavo mi è apparsa davanti agli occhi tutta la nostra storia, stava giocando con i suoi capelli come aveva fatto con me, giocava con le sue labbra come aveva fatto con me, la guardava come aveva fatto per me. Rimasi ferma è immobile a guardarli così tanto che a un certo punto notò la mia presenza e si giro, lo guardai negli occhi e sorrisi e la poca forza che avevo dentro mi permise di allontanarmi sorridendo come per dire che non mi importava nulla mentre dentro io stavo morendo lentamente.

Dear Me. Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt