20 Capitolo.

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Mia madre aveva ragione, l'amore non esiste, non alla nostra età.
Non mi pentivo però di tutto quello che era successo perché per la prima volta mi ero lasciata andare, avevo abbassato la mia corazza e mi ero fidata.
Io con la mia coscienza stavo bene, quando dicevo di amarlo guardandolo negli occhi io lo sentivo veramente.
Io avevo amato quello che celava dentro: la sua fragilità, il suo aiutare tutti ma non chiedere mai aiuto a nessuno, il suo essere pronto a tutto ma non a tutti, il finto coraggio che nonostante tutto dimostrava pur di potercela fare da solo e poter dire di aver fatto affidamento solo su se stesso, il suo essere permaloso, il suo ridere e scherzare su tutto per far sembrare tutto più bello , il suo modo provocatorio nei miei confronti, il suo sorriso che era il più bello e sincero al mondo. Ma soprattutto avevo amato il modo in qui mi faceva sentire accanto a lui, fragile, bisognosa di affetto e di qualcuno che mi stesse accanto perché avevo sempre finto di essere una persona forte ma con lui ero quella che ero veramente.
Quando tornai a casa, piansi, tanto, molto. Non ricordo di aver mai pianto così tanto in vita mia, mi sentivo vuota dentro, un po' più libera ma enormemente vuota. Forse anche un po' sola, perché mi piaceva potermi appoggiare su di lui ogni volta che ne avevo bisogno.
Ma dovevo farcela, perché be ero sempre una soldatessa che quando cadeva trovava la forza per rialzarsi.
Glie l'avrei fatta pagare, quello me lo dovevo, ma sarei andata avanti da sola.
Avevo provato l'amore, nei suoi lati migliori e peggiori, ma non era il momento forse, ma in quel momento sapevo che dovevo tirare fuori tutte le mie forze e andare avanti come non mai.
Dovevo farlo per me stessa, perché l'amore fa male si, ma se una persona vuole uscire fuori dal dolore che si prova ne esce fuori vittoriosa.
Ne avevo di cose a cui pensare, da fare, da provare e non mi sarei arresa perché un ragazzo mi aveva illusa di amarmi per mesi per poi lasciarmi andare via dopo averli detto che non ci sarebbe mai stato un rapporto intimo tra noi, che poi con lui ero andato oltre all' intimo, mi ero aperta, lasciata andare e gli avevo mostrato i miei incubi peggiori.
Marco, be Marco dopo alcuni mesi tornò, mi chiese scusa e io?
Io lo guardai e sorrisi, lo abbracciai e gli dissi che stavo bene così, forte per davvero e sola. Mi aveva insegnato molto, e dopo essermi chiusa nel dolore per un po' avevo capito che qualcosa glie la dovevo perché ora ero veramente forte, per davvero e per me stessa.
Mi sentivo bene per davvero, perché io avevo la coscienza pulita, l'avevo amato e l'avrei sempre amato almeno un po' perché dopo averlo conosciuto vedevo un futuro insieme a lui, dentro a lui.
Mi aveva persa, ma in questo modo mi ero ritrovata per davvero.
Ero felice nel vero senso della parola.
Gli dovevo anche il fatto, che grazie al dolore che avevo provato iniziai a vivere, per davvero,inziai a sorridere. Ero fiera di me stessa e di dove ero arrivata, perché stavo andando avanti e nonostante tutto il dispiacere ero pronta a sconfiggere il mondo.

Dear Me. Where stories live. Discover now