TERZO CAPITOLO...

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three weeks later...

La porta si aprì. Rivelando un Akira stanco morto e assonnato. Era l'ora di cena, di un lungo venerdì.
Il ragazzo dai capelli bianchi si trascinò fin in cucina e, lì, c'era il borbottante castano che cucinava.
Akira si trascinò fino a sentire le sue spalle contro il suo petto. Mise le braccia attorno alla sua vita e poggiò il mento sull'incavo del suo collo. -Cos'ha preparato il mio Shonen?- domandò guardando dentro la pentola di fronte a loro.
Nate si era abituato a quel genere di contatto con lui da quelle due settimane in cui viveva lì. Non era riuscito a trovare un altro appartamento, non decente o abbastanza grande come quello.

-Che t'importa? Tanto ingurgiti qualsiasi cosa... anche me quasi- borbottò mescolando. Akira lo strinse ancora di più -non sarebbe una cattiva idea...- sussurrò sistemandosi meglio su di lui, avvolgendolo. Questo non mi sembra uno scherzo come di solito... sembra abbastanza reale.
-Scostati- se lo scrollò dalle spalle -devo preparare la cena...- usò il suo solito borbottio, pregando il cielo che Akira non vedesse le sue guance diventate rosse.
-Okay...- sbadigliò, tornandosene nel salone. Si distese lungo tutto il divano, chiuse gli occhi rilassandosi.

Nate spense il fuoco sospirando, si guardò attorno. Sorpreso di non vedere né sentire Akira da qualche parte della cucina a fissarlo come sempre.
Alzò gli occhi al cielo quando lo intravide sul divano, quel povero divano...
L'albino si sarebbe rovinato l'appetito dormendo. Doveva svegliarlo.
Si avvicinò al corpo immobile di Akira, lo punzecchiò, ma non si mosse. Nate si avvicinò a lui preoccupato, o forse felice, di una sua improbabile morte.
-Aki...- neanche il tempo di pronunciare il suo nome che venne scaraventato a terra, il peso dell'altro su di lui. I loro occhi si scontrarono, e Nate venne travolto.

-Akira cosa stai facendo...?- non sapeva cosa fare, spaesato da quel momento. -È colpa tua...- sussurrò avvicinando il suo viso al collo del castano, iniziò a baciarlo in modo lento, salendo e scendendo lungo tutto il collo. Nate non si trattenne questa volta da gemere -A-Akira...- provò ad allontanarlo senza riuscirci.
-Mi hai provocato...- il ragazzo dai capelli bianchi insinuò la sua mano sotto la sua maglietta, accarezzandogli l'addome. Continuava a baciare il collo dell'altro. Poi si allontanò, mettendo i loro visi in collisione -tu non sai da quanto lo voglio fare...- sussurrò eccitato e desideroso. Col pollice gli accarezzò il labbro inferiore, osservandolo attentamente. E ancora prima che Nate potesse realizzare tutto questo, le labbra di Akira erano già sulle sue desiderose di un contatto, ma Nate si rifiutava di socchiuderle. Si rifiutava a tutto quello che stava accadendo.
Le labbra di Akira scesero lungo il suo collo, gli morse un orecchio, sentendolo gemere subito dopo quel gesto. -Akira...- gemette pronunciando il suo nome, la mano del ragazzo dai capelli bianchi scese fino ad arrivare ai pantaloni. Accarezzò la stoffa, sul punto che più gli interessava.
-Dì ancora il mio nome- sussurrò sul suo orecchio mordendoglielo subito dopo. -Akira...- i muscoli di Nate erano tesi, ansiosi. Mentre il suo respiro diventava sempre più pesante.
-Ancora...- gemette anche l'altro, -Akira- pronunciò subito il suo nome.
La mano di Akira si insinuò dentro i pantaloni e i boxer. Lo sentiva eccitato. Eccitato per lui.
Sorrise massaggiando quella zona, mentre l'altra mano avvicinava la testa dell'altro alla sua. Questa volta le sue labbra erano socchiuse, gli occhi chiusi. D'un tratto lo vide mordersi il labbro inferiore, mentre provava a non gemere ancor più forte.
Lì, Akira non seppe resistere. Saettò le sue labbra su quelle arrossate davanti a lui. Infilò la sua lingua in modo avido, accarezzando quella dell'altro.
Nessuno dei due ragionava più.

La mano di Akira andava sempre più veloce, i gemiti di Nate erano trattenuti dalle labbra di Akira e la sua lingua che occupava la sua bocca.
Quando Akira sentì la mano umida, bagnata di una sostanza melmosa, sfilò via la mano. Notando che non lo era poi così tanto.

Nate era disteso a terra, sfinito, con ancora gli occhi chiusi mentre il suo petto si alzava e abbassava a causa del respiro affaticato.
Akira si leccò la punta delle dita, assaporando il sapore -Mmh...- godette -sai... non è una cattiva idea mangiarti Shonen- sorrise malizioso leccandosi ancora le dita umide.
Cos'è successo? Provò a realizzare.
Ma niente sembrava poter distoglierlo dalla realtà. Quello che aveva vissuto era accaduto realmente.
Spintonò via Akira, togliendoselo di dosso -non toccarmi!- strinse i denti, mentre si alzò da terra e salì velocemente le scale per arrivare a alla sua stanza e chiudersi all'interno.
Akira l'osservava, sorpreso, confuso... Voleva rincorrerlo... Eppure c'era qualcosa che lo tratteneva lì. Distante.

𝙻𝚘𝚜𝚝 𝚆𝚒𝚝𝚑𝚘𝚞𝚝 𝚈𝚘𝚞 - YAOIWhere stories live. Discover now