NONO CAPITOLO...

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Akira era spento e disperso in se stesso.
Nate quel giorno stava preparando la cena, salì le scale fino ad arrivare al piano superiore e bussò alla porta della camera di Akira. Il silenzio fu la risposta. -Akira...- provò disagio nel pronunciare il suo nome. Ma di nuovo il silenzio fu quello che continuò dopo quel nome, -Akira!- lo chiamò con un tono più alto e sicuro, ma pur sempre incerto.
Aprì lentamente la porta, aspettandosi di trovarlo disteso sul letto ad oziare come suo solito. Ma, a quanto pare... Niente sembrava aver interrotto l'ordine di quella stanza. Il silenzio padroneggiava l'ordine e così via...
Perché non c'è? Si ritrovò a chiedersi il castano Dove sarà? Si domandò ancora.
Mentre ripercorreva il corridoio notò una stanza, non l'aveva mai notata prima, non che si fosse guardato spesso intorno da quando si era trasferito.
Una porta bianca, gemella delle altre che decoravano il resto del corridoio. La stanza di Akira, il bagno, lo sgabuzzino, eccetera...
Non aveva la più pallida idea di cosa si celasse al di là di quella semplice porta.
La sua mano sfiorò il pomello della porta, era freddo, sembrava che niente l'avesse avvolto, nessuna mano, nessun calore.
Lo strinse e provò ad aprire, ma quanto pare era chiusa dall'interno, e così con l'altra mano osò bussare -Akira...- sussurrò titubante.
Si sentì un semplice mugugno all'interno, oltre quella porta. -Akira- urlò più forte, qualcuno sospirò, si sentì uno scatto che fece indietreggiare Nate, e la porta si aprì.
Akira aveva i capelli spettinati, gli occhi assottigliati e stanchi e la matita appena calata. Il magione bordò che aveva addosso era aderente ai suoi muscoli, i pantaloni di un colore simile con la differenza della tonalità, e le unghie nere.
-Cosa c'è Shonen?- chiese stanco, non sembrava arrabbiato o triste come Nate si aspettava, questo un po' lo deluse, ma non lo diede a vedere.
-Ahem...- ci pensò un attimo prima di ricordare -l-la cena...- sussurrò cercando di essere sicuro, o di sembrarlo almeno.
Akira annuì -arrivo fra un attimo...- sussurrò per poi rientrare in quella misteriosa camera, Nate non ci pensò solo dopo di spiarci dentro, quando era visibile solo una sottile linea nel mentre la porta si chiudeva.
Rimase fermo, lì, alla fine del corridoio. Ad osservare quel pezzo di legno. Akira sembrava freddo e... Perché?
Il campanello lo scosse da quella posizione, fece per allontanarsi ma si bloccò ancora, immaginando che quella porta si aprisse all'improvviso, che Akira uscisse e che lo abbracciasse da dietro le spalle com'era suo solito fare, ma...

Aspettare fu invano.

Sentiva quel desiderio crescere e diventare doloroso per il suo cuore. Gli occhi pizzicavano pronti a delle sconosciute lacrime. Perché? Si domandò ancora il ragazzo, Perché mi odia? Una domanda irrazionale, ma razionale per lui.
Si strinse nelle spalle, cercando di sopprimere l'amarezza che affievoliva velocemente.
Il campanello suonò ancora, disturbando la quiete e la sua pena. Nate alzò lo sguardo rattristato, camminò velocemente verso le scale per poi scendere ed arrivare al piano di sotto. Si può sapere chi diavolo è? Borbottò nella sua testa scocciato, mentre gli occhi continuavano a bruciare, tirò su col naso, provando a trattenersi. Sapeva che i suoi occhi erano rossastri, continuavano a bruciare. L'unico modo era aprire la porta e urlare contro chiunque fosse il dolore tramutato in frustrazione e rabbia. Un dolore a cui senso non riusciva a dare.

Si avvicinò alla porta, aprendola di scatto pronto a sbraitare contro chiunque fosse a suonare quel maledetto campanello.
Ma si bloccò, osservando la figura davanti a lui. Cosa ci fa qui?

𝙻𝚘𝚜𝚝 𝚆𝚒𝚝𝚑𝚘𝚞𝚝 𝚈𝚘𝚞 - YAOIWhere stories live. Discover now