TRENTESIMO CAPITOLO...

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Il castano sospirò, mentre da solo percorreva la strada per tornare a casa.

Arrivato di fronte alla porta del suo appartamento infilò la chiave nella serratura. Aprì lentamente la porta, sentendo il profumo di pollo e spezie. Si guardava intorno camminando sorpreso e confuso da quel profumo. Entrando nel salone, mente quel profumo aumentava d'intensità, guardò verso l'arco che divideva il salone dalla cucina. Vide un Akira con uno sguardo innocente e delle macchie d'olio e quant'altro sui vestiti mentre in una mano teneva un cucchiaio di legno. Era davanti a lui, impedendogli la visuale della cucina.

-Hey, sei tornato!- espirò come per buttare tutto fuori, mentre un espressione buffa si formava su quel magnifico viso.

-Cosa stai facendo?- domandò confuso il ragazzo, mentre il falso albino davanti a lui si accarezzava lentamente la nuca un po' in imbarazzo -beh io...- balbettò cercando di spiegarsi -stavo preparando la cena- sussurrò.

Nate lo osservò meglio, la solita camicia bianca stropicciata con le maniche rialzate fino ai gomiti, i capelli spettinati mentre  dagli occhi la matita nera era sistema per bene. Era così tenero. Un gattino indifeso che provava ad essere amato. Il mio amore ti basta... Akira? E pensare che stavo per...

-Shonen...- lo chiamò l'altro mentre lo guardava preoccupato -perché hai quello sguardo?- domandò facendo un passo in avanti. Nate abbassò lo sguardo -niente...- sussurrò il castano con l'espressione cruciata dalla tristezza. Akira si posizionò davanti al castano, dopo aver posato via l'oggetto che teneva in una mano, posò le mani sulle guance del ragazzo, alzandogli il viso e notando una strana depressione nei suoi occhi. -Cos'hai?- domandò mentre quella tristezza contagiava anche lui. Nate sentiva il profumo del limone sulle sue mani, annaspò sentendo gli occhi umidi. Mi dispiace... Pensò, per poi incrociare quel rosso intenso che stava sfumando in un rosso grigiastro. Non credeva che esistesse un colore simile...

-Stavo... Stavo per baciarla...- sussurrò con la voce tremante, poggiò la fronte sul petto del ragazzo accanto a lui, facendo sì che i capelli castani lo accarezzassero.

Akira diventò rigido, una stecca di gesso.

-Ma non... Non l'ho fatto...- confessò cercando di essere sincero -mi ha abbracciato- aggiunse in fine, mentre sentiva le mani del falso albino prendergli le braccia per allontanarlo.

Nate non alzò lo sguardo, quando ci fu solo distanza fra loro. Ma si sorprese... Quando sentì di nuovo quel profumo di limone e le mani di Akira sulle sue guance, di nuovo. Le loro labbra si unirono. Il castano in parte sorpreso ma troppo debole per rifiutare quel contatto.

Diventava tutto sempre più profondo, più passionale. Tutto si amplificava.

Le mani di Akira scivolavano su tutto il corpo di Nate. Lo spingeva, sempre di più, e il ragazzo scivolò sul divano quando non poté più indietreggiare.

Le labbra del falso albino scivolavano sul collo del castano, che tirò indietro la testa con gli occhi chiusi. Akira gli sfilò via la maglia baciandolo sempre di più. -Akira- ansimò l'altro dopo un lungo e sfiancante bacio, -Mmh?- mugugnò, assaporando quella pelle che accarezzava senza ritegno. -Non... Non ce la faccio...- balbettò l'altro ansimante sentendo il viso scaldarsi. Akira si staccò guardandolo e, in modo comprensivo, iniziò ad accarezzargli i fianchi.

Akira lo abbracciò affondando il viso nell'incavo del suo collo -Shonen...- mormorò in modo tranquillo e in parte stanco. Probabilmente si era impegnato molto nel cucinare, infondo era pur sempre un pigrone. Quel gesto significava molto.

-Sei mio, vero?- lo chiese con una adorabile innocenza, talmente adorabile da far star male l'altro. Nate chiuse gli occhi e lo abbracciò -sempre- disse con sicurezza -sono sempre stato tuo, Akira...-.

Si addormentò su di lui, Nate quasi si mise a ridere.

Lentamente scansò via Akira lasciandolo sul divano e, scivolando via, si mise in piedi.

Salì al piano di sopra e con curiosità camminò verso l'ultima porta alla fine del corridoio. Voleva vedere ancora una volta quel quadro.

Entrò di soppiatto dentro la stanca, si guardò attorno in cerca di un solo e semplicemente quadro, uno tra i tanti.

Ma qualcos'altro attirò la tua attenzione...

Una vecchia videocassetta, dimenticata proprio sopra lo sgabello dove Akira si sistemava per poi iniziare a dipingere. Nate la prese fra le mani, la osservò pieno di curiosità e si chiese se fosse giusto guardarla o no'.

Si sedette sul pavimento, davanti a quella piccola tv. Infilò la cassetta dentro il videoregistratore e aspettò qualche secondo.

Davanti a se si presentò un ragazzo, non l'aveva mai visto prima. Però il suo viso gli ricordava molto qualcuno... Qualcuno che si era addormentato al piano di sotto.

Aveva i capelli pallidi, come quelli di Akira, però i suoi occhi erano illuminati da un bellissimo azzurro. Era come un cielo pulito. Però... Il suo sguardo... Il suo sguardo mostrava una evidente depressione, una gran tristezza in quegli occhi tanto magnifici.

-Hey, Junge...- disse il ragazzo sorridendo, ma era ovvio il suo sforzo. Nate notò subito che per lui non era affatto facile fare quel gesto. Il ragazzo si passò sul viso, coprendo le evidenti occhiaie marcate. Subito dopo annuì lievemente -se stai guardando questo video... Beh, ci sono due possibilità- rise in modo triste -o tu hai preso questo prima di me, oppure...- la sua voce si fermò improvvisamente e guardò in basso sospirando subito dopo -mi dispiace...- sussurrò in modo differente, come se stesse sopportando le pene più orrende.

Nate sentì il cuore stringersi ancora una volta. Capì subito chi fosse quel ragazzo. Capì che era di lui che parlava Akira. Sapeva che per il suo albino, quel ragazzo era importante. E capì, che Akira soffriva ancora per lui.

Spazio autrice:

Heilà, se siete curiosi riguardo la cassetta e volete saperne di più andate a leggere "Lost Behind You", ovvero il PREQUEL di questa storia~

Sayo ^^

𝙻𝚘𝚜𝚝 𝚆𝚒𝚝𝚑𝚘𝚞𝚝 𝚈𝚘𝚞 - YAOIWhere stories live. Discover now