QUATTORDICESIMO CAPITOLO...

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Nate camminava verso casa, ansioso di incontrare il ragazzo dai cappelli bianchi che probabilmente dormiva.
Sospirò guardando a terra con le mani in tasca, non credeva alle parole di Yuma, al significato di quelle di Akira.
Tirò un calcio ad un sassolino che era d'intralcio per la sua strada, sospirò ancora una volta che fu lontano, lentamente si avvicinò ad esso e lì tirò un altro calcio allontanandolo da se ancora una volta.
Fu una serie di avvenimenti, gemelli l'uno dell'altro, fino a quando il marciapiede terminò la retta via svoltando a sinistra.
Doveva girare e non avrebbe più incontrato quel piccolo sasso. Avrebbe trovato la via libera... Ma, cosa avrebbe fatto lungo la strada? Quel piccolo sassolino, seppur insignificante agli occhi di chiunque altro e anche ai suoi all'inizio, gli aveva riempito i secondi durante il breve tragitto.

Nate guardava, quell'umile sasso davanti a se. Si era soffermato solo per guardarlo, l'avrebbe dovuto abbandonare a momenti...
-Ich liebe dich...- sussurrò montando un piccolo sorriso sulle sue labbra.
Si piegò per raccoglierlo e lo mise in tasca. La sua mano, lo stringeva come solo i superstiziosi stringono un portafortuna.
Camminava come la gente normale, ma con qualcosa che gli riempiva i secondi in una tasca.
Si sentiva stranamente meglio. Non era più in ansia per la decisione di lasciare quel piccolo pezzo di pietra. Tutto quello non aveva un vero senso. Ma lo faceva stare meglio.
Prese le chiavi dalla tasca dei jeans, aprì la porta in modo poco cauto e grazioso, piuttosto stanco abbandonò lo zaino accanto alla porta appena entrato e accantonò l'idea di salire in camera sua solo per lui. Stiracchiandosi camminò verso la cucina, passando dal salone, vide Akira seduto sul divano, che cambiava canale ogni 5 secondi, il tempo sufficiente per capire cosa trasmettesse ognuno.
Nate rimase fermo a guardarlo. È possibile che lui...
Il viso di Akira si spostò proprio su di lui, facendo terminare i suoi pensieri. Nate spostò lo sguardo da un'altra parte sentendo le guance arrossate.
-Hey...- lo salutò il ragazzo dai capelli bianchi, -ciao...- disse il castano in modo scorbutico sentendo le guance bruciare leggermente, si sentiva di nuovo in ansia e anche in imbarazzo.
Akira si alzò dal divano, con lo sguardo cruciato dalla preoccupazione -tutto okay Shonen?- domandò avvicinandosi sempre di più a Nate. Il ragazzo annuì senza rispondere, guardando in basso.
-C-cosa...- sussurrò timidamente, il tono era talmente basso che non si udì per colpa della televisione ancora accesa. -Cosa significano...- sussurrò ancora, col tono poco più alto -Cosa significano quelle parole?- alzò lo sguardo insieme al tono di voce, incrociando i suoi occhi sorprendentemente vicini ai suoi.
Era serio, teso, disperato. Voleva saziare quel desiderio di conoscenza nei suoi confronti, per quelle parole che credeva importanti.
Akira dimmelo... non guardami così...

-Non credo che tu lo voglia sapere davvero...- gli occhi di Akira vennero coperti da quella chioma biancastra, mentre la sua testa era rivolta verso il basso. Nate si strinse nelle spalle -sì invece- sussurrò in risposta. Lui stesso non era sicuro, nonostante sapesse già cosa significassero. Voleva una conferma da Akira stesso, ma aveva paura di sentirlo dire. Magari Yuma si era sbagliata...
-Ich liebe dich- disse, un'altra frase, che solo lui poteva capire, tranne Nate.
-Ti ho detto di dirmi cosa significa!- sbattè un piede a terra, stringendo pugni e denti. Sentiva gli occhi pizzicare, ma non voleva piangere senza un vero motivo.
Akira rimase in silenzio, un silenzio che faceva male al castano.
Si sentiva uno stupido per quella scena, ma non gli importava di fare la figura del bambino viziato.
Perché fa in questo modo... perché non me lo dice?

Le braccia di Akira lo avvolsero, gettando Nate sul suo petto. Gli occhi di Nate e le sue guance si rigarono da sottili lacrime, ma non gli m'importava, mentre faceva piccoli singhiozzi udibili appena -voglio saperlo-. Dillo... Suppliccò.

-Ti amo...- la voce di Akira era leggera ma dolorante, ferita dall'orgoglio e dalla paura, la stessa di Nate. -Ma tu ami Yoko...- nessuno avrebbe mai conosciuto quel dolore, nessuno poteva minimamente immaginarlo.
Nate lo spinse via, i suoi occhi esprimevano solo rabbia contro quelli sorpresi di Akira. -Quante volte dovrò dirlo? Io non amo Yoko! Non potrei mai amarla se ci sei tu in mezzo ai piedi...- eccolo lì, quel piccolo sassolino lo rivedeva ancora davanti ai suoi occhi. Indifeso e solo, impaurito da una probabile fine. Nate lo avrebbe salvato.
Akira rimase con le labbra socchiuse dalla sorpresa, lo sguardo perso nell'espressione di Nate, arrabbiato e ancora con i resti del breve pianto -sei un baka...- singhiozzò tentando di asciugarsi il viso.

Akira si avvicinò a lui, quel poco per dar scontrare le loro labbra, per accarezzare la lingua dell'altro con la propria, per chiudere gli occhi. Per far scontrare i loro cuori, increduli ma felici.

𝙻𝚘𝚜𝚝 𝚆𝚒𝚝𝚑𝚘𝚞𝚝 𝚈𝚘𝚞 - YAOIDonde viven las historias. Descúbrelo ahora