VENTIQUATTRESIMO CAPITOLO...

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Nate era ancora immerso nel mondo dei sogni. Quando qualcosa di umido lasciava e tornava attratto il suo collo. Il ragazzo mugugnò, strizzando gli occhi e lasciandosi andare a quelle sensazioni allo stesso tempo. Anche perché era troppo stanco per ribellarsi. Mugugnò ancora sentendo un tocco sfiorargli la pelle sotto la maglietta. Aprì appena gli occhi, per poi notare un Akira attaccato a lui come una cozza.

-Akira, che fai?- domandò il ragazzo mentre la mano dell'altro gli accarezzava gli addominali e le sue labbra gli lasciavano umidi baci su tutto il collo. -Voglio solo coccolarti...- sussurrò il ragazzo dai capelli bianchi, continuando a baciargli il collo. La sua mano continuava con lo stesso ritmo lento e affascinante, e così anche le sue labbra -ho fame Shonen- disse in modo malizioso -tu cos'hai da darmi?- chiese sempre con lo stesso tono. N-Non vorrà... Nate si scansò subito uscendo fuori dal letto. -V-Vado a preparare qual-qualcosa...- balbettò con l'imbarazzo evidente su tutto il viso. Guardò Akira che, senza maglietta, sorrideva soddisfatto.

L'ha fatto apposta...

Distolse lo sguardo, fuggendo poi lontano dai suoi occhi che lo scrutavano ancora mentre era in piedi. Attraversò velocemente il corridoio e scese le scale. Possibile che debba fare sempre il maniaco?Chissà com'è... Come ci si sente... Ritornò subito rosso, imbarazzato dai suoi stessi pensieri poco casti. Eppure la curiosità non lo lasciava andare.

È lecito desiderare di farlo se...? Pensò il castano, cercando di giustificarsi. Scosse la testa contro quei pensieri strani. Non devo lasciarmi trasportare troppo da tuto questo... Infondo non siamo una coppia, giusto?

Non aveva preparato la colazione. Infondo era pieno pomeriggio e la colazione sarebbe stata più che fuori luogo. Preparò un semplice pranzo, quello di tutti i giorni.

Nessuno dei due parlò. In parte, uno non aveva niente da dire, ma non sentiva l'imbarazzo del secondo che di tanto in tanto alzava lo sguardo verso di lui. Notò uno strano azzurro, familiare, fra i suoi capelli. -Perché hai... della tinta fra i capelli?- chiese il ragazzo osservando ancora quel colore, poi ne notò un altro. Un rosso, bellissimo e intenso, un rosso che col tempo era diventato il suo preferito. Un rosso che l'aveva catturato fin dal primo momento.

Akira incrociò i suoi occhi -è solo pittura- Pittura... Riecheggiò nella testa del castano, la stessa pittura di cui aveva sentito il profumo quella mattina presto prima di addormentarsi. -Pittura?- domandò in modo curioso -dipingi?- chiese al ragazzo di fronte a lui, che annuì semplicemente.

Akira non aveva mai confessato a qualcuno la sua passione per la pittura, se non ad una persona. Per l'unione dei colori. La stessa che bramava col castano. Ma ormai era troppo tardi per negare ciò che era evidente. -Me ne fai vedere uno?- domandò ingenuamente il ragazzo, Akira si irrigidì senza andarlo a vedere. Ripensò, al quadro lanciato. Quello squarcio fra i loro colori. Il solo pensiero gli fece venire l'ansia e il batticuore. Poi gli venne in mente il bacio fra lui e Yoko. Questo... Raccolse il suo cuore per stringerlo con forza e soffocarlo. -Forse...- disse freddamente, ricominciando a mangiare. Di nuovo quella sensazione.. Era passato così tanto tempo dall'ultima volta in cui si era sentito in quel modo.

Nate, notò il suo cambiamento. L'espressione vuota, gli occhi rossi sbiaditi e rattristati. Ebbe un eterna paura di quello sguardo perso, e non perché rabbrividisse. Aveva paura di quello sguardo, perché era abbastanza da potergli squartare il cuore e uccidergli la felicità nell'averlo accanto. Sono io a renderlo così infelice?

Spazio autrice:

Heilà, chi di voi si ricorda si "Shades Of You"? L'ho ripubblicata sul mio secondo profilo~

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𝙻𝚘𝚜𝚝 𝚆𝚒𝚝𝚑𝚘𝚞𝚝 𝚈𝚘𝚞 - YAOIWhere stories live. Discover now