Capitolo dodici

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Ho le palpebre pesanti e un forte mal di testa.

Anzi, definirlo forte è un' eufemismo. È come se una squadra di demolizione stesse cercando di abbattere la mia tempia con una pesante palla nera.

Gemo e storcendo la bocca, mi contorco tra le lenzuola. Assumo una posizione fetale tenendomi la testa fa le mani.

Oh Gesù.

- Quella posizione non ti allevierà il dolore, lo sai?

Nell'istante stesso in cui odo quelle parole mi tiro su di scatto, ignorando la fitta lancinante e il breve giramento di testa.

Un Harry Styles si trova al bordo del letto con le ginocchia flesse sul materasso e le braccia incrociate. I capelli castani umidi di doccia che gocciolano sulla maglietta blu notte rendendo il tessuto ancora più scuro. Un ghigno incurva le sue splendide labbra mentre mi scruta attentamente.

L'orologio appeso alla parete dietro di lui segna le undici del mattino.

Oh. Mio. Dio.

L'ultima cosa che ricordo, siamo io e Harry seduti al tavolo della piccola cucina della sua barca.

Alla fine il moro era riuscito sinceramente a stupirmi: una serata sulla sua barca al largo del mare di Lawson, nonostante il freddo. Sotto coperta avevamo goduto di un'ottima cena per poi rilassarci sui sedili imbottiti della cabina adiacente in compagnia dello champagne.

Ed è qui che si interrompono i miei ricordi. Dopo qualche bicchiere di alcol frizzante..

Completamente sveglio mi giro di scatto verso l'oblò cui la vista sono le acque cristalline in movimento e la spiaggia in lontananza.

Un gusto sgradevole mi attraversa la gola e il primo conato di vomito arriva. Corro in bagno e riverso tutto nel gabinetto.

Brividi mi attraversano il corpo e mi accascio al muro.

- Avendo a che fare con quell'ubriacone di Chase sono premunito. Tieni - sussurra Harry parandosi di fronte a me. Tra le mani un bicchiere d'acqua e una pastiglia bianca. Mi rivolge un sorriso rassicurante mentre mando giù la medicina e poi mi aiuta a tirarmi su.

Mi appoggio al lavandino con l'intento di lavarmi i denti e la faccia e guardandomi allo specchio non posso fare a meno di trattenere una smorfia di disgusto; ho il viso pallido, le labbra screpolate, due enormi borse sotto gli occhi e i capelli piatti e tutti appiccicati alla fronte.

Dannazione!

- Sei stupendo, anche così.

La sue mani si stringono attorno ai miei fianchi e la sua testa si appoggia sulla mia spalla. Dallo specchio vedo i suoi occhi verdi che mi scrutano accompagnati dal suo inseparabile sorriso.

Mormora quelle parole come se mi avesse letto nel pensiero e mentalmente gli do del cieco bugiardo. Chiudo gli occhi per non dover vedere quel me patetico e solo ora mi rendo conto delle vicinanza del suo corpo. Vicinanza che mi ricorda una situazione simile avvenuta ieri.

- Che cosa..

Mi interrompo tappandomi immediatamente la bocca. Mi sono rigirato tra le sue braccia trovandomi esattamente di fronte a lui. Voglio parlargli ma il mio alito puzzerà di sicuro e non oso immaginare quanto e di che cosa.

Prima di rivolgergli la mia domanda, allora, mi lavo i denti e mi sciacquo la faccia sempre stando intrappolato nel suo abbraccio. Harry intanto ridacchia tra i miei capelli intuendo di nuovo la direzione presa dai miei pensieri.

- Che cosa é successo ieri?

- Perché ho come l'impressione che la tua domanda implichi che abbiamo fatto necessariamente qualcosa ieri? - ribatte sospettoso.

Love Contract |Larry VersionWhere stories live. Discover now