Capitolo venti

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- Harry - mormoro stiracchiandomi tra le coperte. Apro lentamente gli occhi per vederlo, bellissimo, accovacciato su di me. È in piedi sul bordo del letto già vestito e pronto per partire.

- È presto. Dormi.

Ancora assonnato, gli avvolgo le braccia intorno al collo e lo tiro verso di me fino a farlo quasi sdraiare. Lui poggia un ginocchio sul materasso per evitare di schiacciarmi e mette le mani ai lati della mia testa. Ci guardiamo.

- Dei pe fora adre?

Lo sento ridacchiare sulla mia pelle per le mie parole incomprensibili. Non sono un ragazzo mattiniero e quando mi alzo mi ci vuole un po' perché i miei muscoli facciali prendano a funzionare correttamente e non usi un linguaggio sconosciuto.

- Cosa?

- Devi per forza andare? - parlo nuovamente cercando di scandire meglio la frase.

- Beh si, ho un tour da portare avanti, piccolo.

Emetto un gemito di frustrazione, non voglio che se ne vada. Quelli che abbiamo passato, in questi tre giorni, sono stati i momenti più belli della mia vita e non voglio che finiscano. Non ancora.

Ho bisogno di lui qui con me.

Ma so che ha ragione e deve rispettare i termini del suo contratto di lavoro. Per non parlare delle sue fan che mi farebbero a pezzi se togliessi loro il loro idolo. Solo che non mi va giù nemmeno che a causa delle mie riprese probabilmente non ci vedremo più per quasi un mese. E so già che mi mancherà moltissimo.

- Non fare quella faccia triste - mormora intuendo i miei pensieri. Mi bacia sulla fronte e si discosta da me per potersi levare in piedi.

Deve finire di sistemare le ultime cose prima di partire (lontano da me) e mentre lo fa resto a guardarlo sistemandomi comodamente sul fianco.
Dalla camera lo sento trafficare per prendere spazzolino e dentifricio e quando lo ripone nella sua borsa un moto di malinconia mi attraversa.
Nonostante abbiamo passato insieme solo tre giorni avevo cominciato ad abituarmi alla sua presenza, a vedere le sue cose riposte accuratamente di fianco alle mie. Ed è folle il pensiero che mi piacerebbe se andassimo a convivere.
Mi chiedo se non abbia un qualche problema con i legami affettivi - tipo un disturbo ossessivo compulsivo - considerando quanto facilmente mi affezioni a persone che non si meritano ciò che ho da dare.
All'inizio di tutto mi ero ripromesso di non concedere il mio cuore senza sforzo e ovviamente il mio proposito è andato perso. E io sono perso per questo cantante, che potrebbe frantumarmi come niente ora come ora.

Ma ho anche deciso che non m'importa. Voglio solo godermi tutto questo finché dura.

- Non ci vedremo per quasi un mese.

- Vero - concorda lui. - Ma possiamo tenerci in contatto in tutti i modi possibili e inimmaginabili. E potresti sempre venire ad uno dei concerti.

Non credo che serva l'uso del condizionale. Avevo già pensato di andare a vederlo cantare. Mi sono immaginato più volte come sarebbe e di sicuro dal vivo sarà anche dieci volte meglio. E non me lo perderei per niente al mondo.

Il suo cellulare squilla due volte e capisco che deve essere per avvisarlo della presenza dell'auto che lo poterà in aeroporto infatti Harry prende la sua valigia e la pone vicino alla porta prima di tornare in camera da me.

- Come faccio a lasciarti se mi guardi con quegli occhioni? - sospira. - Era per questo che avrei preferito che fossi addormentato.

- Ma non ci saremmo nemmeno salutati - controbatto.

Annuisce e piega la testa di lato mostrandomi il suo bellissimo e dannato sorriso. Mi mancherà anche quello.

Dio, sono così ridicolo.

Love Contract |Larry VersionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora