-Piccoli passi (o l'Eco del Diluvio)-

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Titolo: Piccoli passi (o l'Eco del Diluvio)
Autore: Leonardo_Pollina
Genere: Poesia
Stato: In corso

Quanta musica che ho sentito nelle poesie dell'autore.

Partiamo dal contesto:

Dalle poche righe che leggiamo possiamo immaginare da cosa siano partite queste poesie

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Dalle poche righe che leggiamo possiamo immaginare da cosa siano partite queste poesie.
Ci ritroviamo trasportati nel mondo di un ragazzo che cresce, che scopre ed apre gli occhi. Più o meno la stessa situazione che vivono la gran parte degli adolescenti non appena escono da quella brutta fase. Come gerbilli con gli occhi cisposi, si stropicciano le palpebre e si rendono conto, che al di fuori dal loro microcosmo, ne esiste uno molto più grande e vasto.

Gli amori acquistano sfumature più mature, la felicità diventa più importante e "si diventa cittadini del mondo".

Tenendo a mente queste ambientazioni siamo in grado di apprezzare ancor di più le prime poesie che ci vengono presentate nella raccolta. Un'ambientazione che sembra via via sfumando andando più avanti, perché, forse ormai assuefatti dallo stile dell'autore, non avremo più bisogno di contestualizzare i pezzi per comprenderli.

Si tratta di poesie disposte principalmente in versi liberi, ma nascosti in giro (e ringraziamo l'impaginazione infima di Wattpad per averci storpiato l'impatto visivo) faremo la piacevole scoperta di equilibrati sonetti.
Rime principalmente incrociate e replicate, raramente povere e principalmente ricche, perfette e grammaticali. Il massiccio uso di queste rendono tutto tremendamente musicale. 

Ogni tanto incontreremo qualche verso stonato, soprattutto leggendo i frammenti ad alta voce: sembrerà un po' una pala ficcata nei piedi all'improvviso, in quella melodia quasi perfetta, ma questi casi non si palesano spesso e si adattano però ad una lettura silenziosa.

Cosa mi è piaciuto molto di questa raccolta? L'intento strutturale, le conoscenze metriche, seppur abbastanza semplici, alla base dei lavori. Un dettaglio fin troppo dimenticato dagli aspiranti poeti di questo secolo. E no, non sto dicendo che la poesia sia solo questo, ma è ANCHE questo, senza esclusione per i lavori in versi e metrica libera.

Le emozioni dell'autore sono chiare e non ci metteranno molto a raggiungerci. Si tratta di uno stile piuttosto semplice, il suo, nessuna parola stopposa ad intralciarci il passaggio, ma l'uso di parole quotidiane danno vita a delle metafore spiazzanti.
Una poesia giocata tra i suoni ed i richiami interni, sul ritmo e sul mare. Tanto mare, sembra traboccare dalle lettere.

Romanticismo, tanto da farci innamorare del divano sul quale staremo seduti durante la lettura (e si sa, un po' tutti siamo innamorati del proprio divano. Solo che è una storia un po' contorta, mondi diversi, famiglie contrarie, insomma... avevamo provato a dimenticarlo, prima che arrivasse Leonardo Pollina).
Disillusione, poca, ma c'è. Un ragazzo che non trova ciò che si sarebbe aspettato, oltre al microcosmo di un'adolescenza della quale si sente il puzzo ogni tanto. Temi che forse andrebbero approfonditi meglio, quali la religione, pessimismo.

Abbiamo delle discontinuità, ogni tanto ci troviamo di fronte a qualche pezzo che ho reputato personalmente più abbozzato, come "Rive ricurve" o un "Un cielo di milioni di anni fa". Forse un po' confuse sintatticamente, con tematiche meno incisive e ritrite.

Ma, d'altra parte, è più probabile ritrovarsi di fronte a delle vere e proprie genialate: vedesi "Accordo di sera". Vi sfido a trovare il puzzle dietro quella poesia, non sarà forse immediato, ma, quando sarete faccia a faccia con l'ultimo verso, sarà probabile veder scattare un interruttore. Non vi dico altro, provare per credere, ed in caso falliste, potete sbirciare nei commenti e rimanere stupiti.

Anche il mero romanticismo è trattato in tante diverse sfumature, tra la furia di alcune litigate, la titubanza e delicatezza dei primi mesi, la dolcezza quasi platonica tra due mondi diversi che invece di incontrano e sì, abbiamo anche un assaggio di erotismo. Con questo ci troviamo  su "La nostra estasi". Il richiamo del titolo è palese, ma ancora una volta vi invito a leggere questo pezzo. Cercate di non soffermarvi sulle singole parole, ma leggete, leggete, andate veloci, fate scorrere gli occhi rapidi sui versi. Passerà qualche secondo, durante i quali probabilmente sarete confusi, ma un'istante ancora e riuscirete a cogliere l'erotismo, ma al contempo la dolcezza di questo frammento. Mi è sembrato più un concentrato di sensazioni coordinate, veloci, da gustare in un sol boccone, piuttosto che da analizzare.

La nota più bella arriva alla fine, nel fare l'amore come in questa poesia.

E certo, come dimenticare l'originale presenza di elementi scientifici nelle poesie. L'autore metterà in versi la funzione di un reagente e la sua equivalente reazione. Perché la scienza può essere sentimentalismo, soprattutto se modellata da una persona a cavallo tra i due mondi, che sa parlare dell'uno e sa trattare dell'altro.
Gli chiederò di versare la creazione della muffa su un cibo, vediamo se sarà in grado di romanzarcelo. Eheh. Eheh. No, non faceva ridere.

Chiudiamo, prima che la situazione degeneri ulteriormente.

Quindi, in conclusione, ci troviamo di fronte ad una raccolta sulla quale consiglio di considerare il suo contesto e di approcciarsi ad ogni poesia in maniera istintiva, sempre diversa, decidendo ad impulso se soffermarcisi o procedere con una lettura più rapida.

Consiglio caldamente questa raccolta, accontentati o rimborsati. 
In caso non dovesse piacervi potete venire a linciarmi, ma sono certa che vi farete influenzare anche solo un po' dal profumo del mare e delle pagine di carta.


La Critica [Recensioni]Where stories live. Discover now