CAPITOLO XIII

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La domenica mattina, inizia molto prima del previsto.

Ero nel meglio del sonno, uno di quei momenti in cui sai che, se per qualsiasi strano motivo dovessi aprire gli occhi e, di conseguenza, svegliarti, potresti semplicemente richiuderli e continuare a dormire fino alla fine dei tempi perché, dannazione, è domenica!

E invece, uno splendido esemplare di maschio alfa, con capelli neri e occhi grigi, ha deciso di interrompere il mio momento idilliaco per gettarsi, letteralmente, sul mio letto e iniziare a muovermi le dita, leggere, sotto il mio naso, tanto per disturbarmi e provocarmi uno starnuto.

«Cazzo, Damian!» urlo, spingendolo, senza successo, e voltandomi dall'altra parte, infilando la testa sotto le coperte.

«Meredith ha fatto i pancakes.» mormora, nel mio orecchio, dopo aver abbassato le lenzuola in maniera tale da far entrare la sua cazzo di voce roca dritta nel mio cervello.

«Ho sonno, Damian.» borbotto, perché sono troppo stanco per rimproverarlo per il fatto che chiama mia madre Meredith, come fosse una sua amica di vecchia data.

«Ok.» risponde, e sento che, finalmente, si alza da letto.

Chiudo gli occhi e provo a concentrarmi su uno splendido sogno in cui Damian non esiste e io sono estremamente felice ma no, sembra che il destino non sia dalla mia parte.

Welcome to the Jungle parte a tutto volume, risuonando nella mia stanza come fosse una cazzo di discoteca e io, letteralmente, salto sul posto, con il cuore che batte a mille per lo spavento e la dannata voglia di uccidere Damian West una volta per tutte.

«Che cazzo hai al posto del cervello?!» gli urlo, ma lui, anziché rispondermi, sorride, con il suo viso magnifico fatto apposta per essere preso a pugni e poi, con nonchalance, esce dalla stanza, lasciando la musica accesa e la porta aperta.

**

«TU!» grido, segnando con il dito il profilo di Damian che, con un sorriso da canaglia, mangia tranquillamente i pancakes di mia madre.

«Sei ufficialmente al primo posto sulla mia lista nera!» continuo, sotto gli occhi sgranati di mia madre e la sua faccia di bronzo.

«Felice del primato.» risponde, dando un'altra forchettata al pasto.

«Tesoro, non prendertela con lui, gli ho chiesto io di venire a svegliarti.» s'intromette mia madre.

E ti pareva che non prendeva le sue difese.

Guardo male anche lei ma poi, la vista di quegli splendidi dolci mattutini, risveglia la mia fame e mi fiondo al solito posto, accanto a Damian, riempiendo un piatto senza pietà.

Senza degnare di attenzione nessuno, continuo a mangiare, nonostante non possa fare a meno di ascoltare le conversazioni sul tempo e su ciò che faremo durante la giornata, tra lo stronzo e la traditrice, finché vedo il mio cellulare illuminarsi e vibrare in tasca.

Matt- Buongiorno :)

Sorrido, e rispondo al mio ragazzo, nonostante sia perfettamente consapevole dello sguardo di Damian su di me.

Che si fottesse.

Oliver- Ehi. Buona domenica :)

Matt- Che farai oggi?

Mi domanda e io, ovviamente, non so come rispondere. Ma non posso di certo continuare a mentire ogni volta che c è Damian.

Poi, mi viene una splendida idea.

Oliver- Ti andrebbe di venire a pranzo qui da me?

Attendo con ansia e, nel frattempo, bevo un po' di succo d'arancia, ho l'ansia a mille. Ricambio lo sguardo di Damian e faccio un sorriso falso.

Infinity (Incompleta)Where stories live. Discover now