CAPITOLO XVIII

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La casa di Jo, è nel mio stesso isolato. Ecco perché, prima di andare alla festa, passo da casa per lasciare la macchina e, con la scusa, torno a cambiarmi.

Dopo aver conosciuto Cleo, tantissimi dubbi sono tornati.

Ho paura che, questa volta, Damian mi manderà a fanculo in maniera effettiva. E, allo stesso tempo, sono anche terrorizzato da una sua eventuale reazione.

E se dicesse a tutti la verità su di me?

E se, invece, l'avesse già fatto?

Ho imparato a conoscere Damian e, nonostante questa paura, so, ne sono quasi certo, che non direbbe mai che sono gay all'intera scuola.

Avrebbe potuto farlo settimane fa, no?

Faccio un respiro profondo e mi osservo allo specchio: gli occhi verdi sono spenti, i capelli non riescono ad avere una forma decente e, come se già non fossi messo abbastanza male, non trovo niente da mettere.

Alla fine, infatti, torno ad indossare la t-shirt verde che avevo nel pomeriggio solo che, sopra, metto una camicia nera di jeans, lasciandola aperta.

«Su, Oliver.» dico a me stesso, prima di andare.

**

Casa di Jo, come vi dicevo, è nel mio stesso isolato ma, in fondo alla strada. E' grande, dallo stile tipico dei sobborghi residenziali americani ma, il punto di forza, è l'ampio giardino sul retro, con tanto di piscina.

Un luogo favoloso in cui far festa.

Quando arrivo, c è già un gran casino.

Tante sono le persone che mi sorridono. Qualcuno mi dà una pacca sulla spalla, altri mi salutano col pugno e, purtroppo, le troppe ragazze presenti, si avvicinano, toccandomi con qualche scusa, nonostante abbiano bevuto solo qualche goccia.

Mi addentro in casa e, finalmente, vedo i miei amici.

«Meglio tardi che mai!» mi urla Jo, porgendomi un bicchiere di birra.

Non so se ho voglia di bere, sono venuto solo per vedere Damian, chiedergli scusa e sperare che non reagisca male.

Però prendo la bibita, così che non me ne offrano altre. Ho intenzione di tenere il bicchiere, pieno, tra le mani, per tutta la serata.

In lontananza intravedo Andy. E' favoloso con la t-shirt grigia e i jeans stretti e neri.

Irriconoscibile.

Sta ballando con Nancy Stuart, una delle ragazze più carine della scuola, dopo Bet.

Sorrido per lui.

Sono felice che abbia preso le redini della sua vita.

Mi intrufolo nella folla e mi guardo in giro. Decido di uscire in giardino. La casa è sempre più piena e ho bisogno di prendere aria.

«Ciao Oliver.» è Betty, dannazione.

«Ciao Betty.» le dico, continuando a guardarmi intorno.

«Possiamo parlare?» mi chiede.

Porto gli occhi sui suoi e la osservo silente.

«Dimmi.»

«Non possiamo spostarci? C è troppa gente.»

La guardo con biasimo. L'ultima volta che l'ho seguita da qualche parte, mi sono trovata la sua lingua in bocca.

No, grazie, non voglio ripetere l'esperienza.

Infinity (Incompleta)Where stories live. Discover now