05.

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NOTE AUTRICE:
QUANTI MESI SONO CHE NON CONTINUO QUESTA STORIA? BEH HO PERSO IL CONTO, MA UNA RAGAZZA FANTASTICA SI È FIDATA DI ME COME AUTRICE E MI  HA CHIESTO DI CREARE QUESTA STORIA PER LEI, IO SONO DISPOSTA A CONTINUARLA, GRAZIE ANCORA A TUTTI PER I VOTI CHE LA STORIA CONTINUA A RICEVERE, BUONA SERATA.

Si alzò velocemente dalla sua postazione tirandomi con se, aveva una presa ferrea, del resto si trattava del capo delle spedizioni. 

Ignorai i miei pensieri, stando attento ai suoi movimenti. 

"Dove stiamo andando?" 

Chiesi stranito, lui si voltò con un ghigno, senza però degnarmi di un minima risposta. Era davvero irritante. 

Arrivati in un punto del lungo corridoio vidi una porta piccola, laccata di bianco. 

Allungando il braccio, Harry prese una chiave in ottone da sotto un vaso e l'aprì. 

Ero stupito da quella situazione e per un attimo, mi sentì curioso come da bambino.

"Beh Tomlinson, per te non dovrebbe essere difficile passare..."  

Disse deridendomi spudoratamente. Che stronzo! 

"L' altezza non è una qualità assoluta. Una persona può essere apprezzata anche per altro."

Replicai stizzito alla sua provocazione, sistemando la montatura sottile dei miei occhiali neri.

La sua espressione cambiò diventando più maliziosa

"Certo, non lo nego." 

Rispose abbassando lo sguardo sul mio di dietro.

Feci finta di non rendermi conto di nulla, nonostante il calore sulle guance, passando senza troppe difficoltà dalla porta. 

Non mi guardai intorno, troppo attento alla figuraccia che lui avrebbe dovuto fare da lì a poco, invece passò da quella porta con un'agilità incredibile, sbuffai. 

Appena mi voltai stralunato rimasi con le labbra socchiuse: un balcone immenso, ricoperto di piante rampicanti, che dava la vista sulla città in lontananza.

Luci ed ombre, un contrasto meraviglioso. Il temporale aveva reso l'aria umida.

"Come hai scoperto questo posto?" 

Chiesi, essendo sicuro del fatto che Harry avesse passato molto tempo fuori e che, il 90% del tempo trascorso in casa, lo avesse speso in scopate e dormite.

"Mi sono sempre chiesto cosa fosse quella porticina. Ho cercato una chiave nei posti più ovvi: come sotto tappeti, sopra le cornici delle porte oppure sotto vasi ed alla fine l'ho trovata."

Disse tranquillamente e mi stupii nello scoprire che io avrei fatto la stessa cosa

"Quindi dovrei credere al fatto che tutti quei rumori compromettenti fossero oggetti spostati e non scopate?" 

Dissi alzando un sopracciglio. Ora non mi sopportavo neanche io, ma era proprio questo che volevo. 

Sentii i suoi passi farsi più vicini ed il suo profumo più forte.

"Entrambi. Mi piace avere una vita sessuale attiva... A differenza della tua."

Disse ridendosela ed io mi voltai per replicare, ma la sua risata mi spiazzò.

Era fottutamente roca, ma allo stesso tempo calda. 

Mi ripresi immediatamente.

"Io ho una vita sessuale attivissima, solo che nell'ultimo periodo mi sono dedicato solo al lavoro."

Dissi con sicurezza.

"Per "ultimo periodo" intendi dire che sono anni che uno non ti scopa a dovere?" 

Era incredibile la naturalezza con cui pronunciava quelle parole sporche, mentre tranquillamente si accendeva una sigaretta. 

Quasi mi affogai con la mia stessa saliva.

"Come fai a sapere che sono gay?" 

Chiesi indignato.

Lui puntò i suoi occhi verdi nei miei, odiavo quando lo faceva... Non mi era facile reggerlo.

"Non so con precisione come, ma l'ho sempre saputo, credo sia intuito."

Disse scrollando le spalle come se per lui non cambiasse niente. Per un'attimo ci credetti sul serio, 

"Intuito un cazzo! Chi te l'ha detto?" 

Chiesi vergognadomi senza un motivo preciso.

Non mi ero mai imbarazzato per il mio orientamento sessuale, ma ero molto riservato. 

"Hey, va tutto bene, anche io lo sono... Più o meno. Mi definisco bisessuale." 

Disse con voce ancora più calma, guardandomi sempre fisso negli occhi come per rassicurarmi.

Quel tono basso mi calmò all'istante.

Cosa mi succedeva? Sospirai.

"Colpa mia, mi sono agitato per nulla."

Quella sera parlammo molto della nostra passione per la polizia, anche se eravamo in settori diversi e rimasi affascinato da molte cose che mi disse... 

Come il fatto che appena finiti gli studi si arruolò subito, poichè sin da piccolo era il suo sogno.

Notai come evitasse di parlare della sua famiglia, ma non infierì. 

Fu stranamente... Piacevole? Anche con un tipo irritante come lui. 

Forse era solo la stanchezza che mi portava in uno stato dove non mi andava di discutere.

Si, era tutta stanchezza. 

Decisi che si era fatto tardi e che era il tempo di tornare a dormire. Preferibilmente senza tuoni o incubi.

"UNDERCOVER" -Larry StylinsonWhere stories live. Discover now