18.

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Non parlammo di quello che era successo.

Il viaggio di ritorno fu silenzioso, persino per me che avevo la lingua lunga e non riuscivo a stare zitto per un minuto sembrava opportuno tacere .

Mille domande affollarono la mia mente,

perché mi aveva baciato?

Perché gli ho chiesto di tornare indietro?

Perché mi era piaciuto così tanto?

Lui era la mia nemesi, il mio esatto opposto, ma prima di tutto un mio collega e non potevo permettere che ciò accadesse.

Quella poca confidenza instaurata doveva finire, non gli avrei rivolto minimamente la parola.

Con la coda nell'occhio osservai la sua reazione, mi aspettai di trovarlo teso e scorbutico come al solito ma..

Guidava con un sorrisetto rilassato e per giunta stava pure canticchiando, come ho fatto a non sentirlo fino a quel momento?

Stava facendo finta di nulla sicuro, come se niente fosse accaduto, mi andava più che bene anche se provai una nota di fastidio poiché mi sentì uno dei tanti cretini che cadono ai suoi piedi.

Dopo anni impiegati a costruire la persona che ero, il duro lavoro incentrato sullo studio e la serietà mi sono lasciato trasportare dal momento come una quindicenne in balia degli ormoni, bel colpo Louis.

Inutile dire che Harry, arrivati a casa, finalmente fece caso al mio comportamento schivo e taciturno guardandomi in maniera strana.

In quel momento mi mise in seria soggezione.

Ero così nervoso che compivo delle normali azioni come girare la chiave nella fessura della porta con tanta enfasi e più forza del necessario.

Dopo pochi minuti mentre cercavo di zittire i pensieri che invasero la mia testa sentì un risolino roco in sottofondo,
"Loui-" non lo feci concludere che mi voltai completamente dall'altro lato e iniziai a salire le scale.

Era un atteggiamento molto infantile e ne ero consapevole ma ogni volta che non riuscivo ad esternare ciò che pensavo mi chiudevo a guscio.

Per sbollire un po' decisi di prendere inizialmente un lungo respiro e successivamente di fare un altro bagno, come a lavarmi di dosso tutte le sensazioni che avevo provato prima.

Volevo lavare il tocco delle sue mani così grandi e ruvide ma allo stesso tempo delicate dal mio viso, il suo dannato profumo e l'immagine delle sue labbra e della sua pelle calda a contatto con la mia, volevo che tutto scivolasse via dal mio corpo e dalla mia mente ma dentro di me sapevo già che Harry non sarebbe mai scivolato dalla mia vita,

perché lui non era importante o inutile ma era un qualcosa, un qualcosa di bello.

Harry's pov
Era così nervoso in ogni movimento, sembrava rigido come un robot, che fosse a causa di ciò che era successo un'ora prima era scontato, ma non mi spiegai neanche io esattamente cosa fosse successo.

Baciarlo mi è piaciuto come mai in vita mia e avrei continuato per ore, che lui fosse Louis non me ne importava minimamente, mi mandava fuori di testa.

Ciò che mi lascia perplesso è perché io non sia andato oltre al bacio, non era il mio ragazzo o la mia cotta adolescenziale quindi il bacio non rappresenta nulla.

Ero frustrato e arrabbiato con me stesso e il mio istinto di protezione verso di lui, se fosse stato qualsiasi altro ragazzo lo avrei scopato senza fregarmi della sua vita e della sua persona.

Perché con lui è tutto così diverso?

Perché mi sento in dovere di proteggerlo?

La verità è che in modo diverso l'ho sempre fatto, da quando l'ho conosciuto, lui non lo sa perché si soffermava solo sulle mie battute acide per non far destare sospetti, ma c'è altro dietro.

Ho protetto la vita di Louis varie volte mettendo a rischio la mia perché lo vedevo così fragile ma così forte fuori, lo vedevo così efficiente e preso dal suo lavoro, guardavo i suoi occhi e vedevo la stessa paura di quando ero piccolo e avrei voluto avere qualcuno accanto a me a proteggermi.

Volevo dargli quello che io non ho mai ricevuto senza neanche accorgermene.

"UNDERCOVER" -Larry StylinsonWhere stories live. Discover now