CAPITOLO 14

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 *******spazio autrice*******

Buon Natale bellii. Come stanno andando queste vacanze? Avete mangiato tanto? Io si, tantissimo. Durante queste vacanze voglio scrivere il più possibile, cercherò di aggiornare tantissimo. Vole anche ringraziare chi sta leggendo questa storia, non ho ancora raggiunto un numero elevato di visualizzazioni, ma quelle che ho ora sono davvero tantissime per me. Grazie ancora, vi lascio alla lettura. <3

Emy 

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Vanessa cerca continuamente di avvicinarsi a Benjamin, forse aveva le orecchie leggermente otturate quando andarono nella paninoteca e non ha sentito che Benjamin le ha esplicitamente detto CHE NON LE INTERESSA MINIMAMENTE. Non sopporto queste persone, davvero sembra che fanno fatica a comprendere determinate cose. Le ore continuano a passare, lentamente purtroppo, ma almeno c'è Benjamin che le rende migliori.

<<Ben vado a prendere qualcosa al bar, vuoi anche tu qualcosa?>>

<<Nono, tranquilla>>

<<Va bene>>  E' la seconda ora ed ho già fame, mi preoccupa davvero questa mia fame continua.

Così prendo il cartellino ed esco dalla classe. Con il  nostro professore d'inglese posso stare tranquilla, non dobbiamo chiedere il permesso, possiamo prendere il cartellino ed uscire tranquillamente. Il nostro è il terzo piano, ed il bar è al primo piano. Mentre scendo le scale avverto una presenza dietro di me, è inquietante. Cerco di accellerare il passo, ma avverto una mano che mi prende il braccio e mi ferma.

<<Bellezza dove corri?>>

E' un ragazzo che ho già visto in giro, sembra un tipo davvero inquietante, ha gli occhi abbastanza lucidi, credo abbia appena fumato uno spinello.  Si sente ancora la puzza quando mi si avvicina. Mi blocca con la schiena vicino alle scale e mi afferra per i fianchi, ho paura. Ma siamo in una scuola, dove sono i controlli quando servono?? Così cerco di urlare, ma mi tappa la bocca, e senza dire altro le sue labbra sono sul mio collo. Ma uno sconosciuto che fa ste cose deve essere picchiato seriamente. Comincia a spingermi giù per le scale, arriviamo al secondo piano.

<<Ora non fiatare, ti porto in un bel posto>> mi fa un occhiolino e comincia a spingermi verso una porta, è la stanza dove i bidelli mettevano i loro averi(le scope, i secchi per lavare, etc), così apre con le chiavi e mi sbatte contro il muro. Ma come fa ad avere le chiavi? 

Poi richiude la porta. Forse è proprio drogato. Le lacrime mi rigano il viso, forse era meglio se avessi mandato Benjamin al bar. Ma siamo in una scuola, possibile che accada tutto questo? Dove sono i controlli, i professori, i bidelli? Dove?

<<Senti tu non mi conosci nemmeno, smettila>> gli urlo. Sono sempre fredda in queste situazioni, ed è una fortuna.

Comincia a guardarmi ancora più inferocito <<sta zitta, e non muoverti. Non ti farò male>> 

Mi inizia a toccare dappertutto, mi bacia, ma riesco a non ricambiare, così passa al collo. Improvvisamente le sue mani passano ai miei jeans, cerca di strapparli via, ma senza pensarci gli do un calcio sullo stinco, e lui si allontana dolorante, molto. Così corro alla porta, cerco le chiavi che, non sono vicino alla serratura, le vedo sul tavolo, ma mentre sto per afferrarle sento qualcosa che mi afferra una caviglia.

<<Levati stronzo>> gli urlo. Lo allontano con violenza, fortunatamente l'avevo colpito in modo davvero brusco prima, così da non riuscire a rialzarsi. Prendo le chiavi, apro la porta, esco e la richiudo, così da essere sicura che non esca da li. Benjamin mi ha chiamato all'incirca dieci volte ma non gli ho risposto. Sono passati circa trenta minuti da quando sono uscita dall'aula. Ed io ero bloccata li dentro da trenta minuti?? Con le lacrime che continuano a rigarmi il volto corro giù in vicepresidenza, senza nemmeno bussare entro nella stanza.

<<Signorina si bussa...>> mi dice la vicepreside, ma vedendomi in quelle condizioni non ha esitato nemmeno un attimo <<tesoro che cosa succede?>>

Così le spiego l'accaduto in preda all'ansia, e lei corre al telefono per chiamare alcuni professori. Senza perdere altro tempo mi prende per mano e mi porta al secondo piano, dove c'è la stanza dei bidelli.

<<Ad avvertire gli altri ci penseremo dopo(riferito al professoresse) ma dov'è successo?>>

<<Li>> le indico una camera, tremando. Ricomincio a piangere a singhiozzi, e prima di procedere ad aprirla mi abbraccia <<Tranquilla, è tutto finito>>. Li fuori ci sono già alcuni professori, che mi guardano davvero dispiaciuti.

<<Non voglio venire li dentro>>

<<Allora aspetta qui>> mi fermo vicino ad un termosifone ed aspetto che lo prendano. Così vedo la professoressa assieme ad altri uscire da quella stanza con questo ragazzo. È lui. Mi guarda imbestialito più di prima. 

<<Portatelo giù>> dice la professoressa ai professori, ha già avvertito i carabinieri,  sono nel cortile. Improvvisamente mi giro verso le scale e vedo il mio professore di inglese, Benjamin, Ale e Federico avvicinarsi a me. Ale corre verso di me e mi abbraccia, ed io ricambio l'abbraccio. Lo stesso Federico. Poi entrambi lascia spazio a Benjamin, che mi abbraccia ancora più forte. 

<<Non accadrà mai più, te lo giuro.>> mi sussurra. Tutto questo sotto gli occhi dei professori. Ma non me ne importa più di nulla, avevo bisogno di lui, del suo tocco. Comincio a piangere, un pianto liberatorio. <<E' tutto finito, ora ci sono io>>

Mentre il professore e la vicepreside parlano, Benjamin mi accompagna nell'atrio, dove ci sono i miei genitori ad aspettarmi, terribilmente preoccupati. Corro da mia madre e l'abbraccio, subito dopo abbraccio mio padre.

<<Tesoro come stai?>>

<<Meglio mamma>> ma non è vero, per niente. Voglio solo piangere.

<<Andiamo a casa>> mi dice mio padre. <<La professoressa, vista la situazione, ti ha autorizzata>>

<<No papà, non voglio andare, fammi restare qui...>>

<<Ma tesoro...>>

<<No, voglio restare qui!>> voglio davvero restare a scuola, se torno a casa ripenso a tutto quello che mi è accaduto, e comincio sicuro a piangere, e poi voglio stare con Benjamin, ora.

<<Va bene tesoro>>

<<Voi andate a lavoro, davvero, state tranquilli>>

<<Tesoro sei sicura? Sai, siamo qui per te, per portarti a casa>> mi dice mamma

<<No mamma, resto qui>> 

<<Va bene tesoro. Ti prego, qualsiasi cosa, chiama. Okay?>>

<<Okay>> vanno via. Mi dispiace mandarli via, e capisco la loro preoccupazione, ma non voglio andare a casa, visto che loro devono ritornare a lavoro ed io resterei da sola.

Guardo in vicepresidenza. Lui è ancora li, e mi guarda, continuava a fissarmi. 

<<Brunetta che hai?>>

<<Niente...>> mi giro verso Benjamin.

Benjamin invece ha già capito tutto. Sta andando nella sua direzione, ma poi lo fermo, non voglio che succedano altri guai.

<<Ci pensa la polizia, tranquillo>> nemmeno io sono sicura di quello che dico. Benjamin approva quello che ho appena detto, anche se so che vorrebbe piacchiarlo. Andiamo verso le scale, e Benjamin mi prende la mano. Lo stesso fa Fede con Ale.

<<Se ti dovesse ancora sfiorare, lo ammazzo, giuro>> furono le ultime parole di Benjamin, poi silenzio.

Lost on you. |Benji&Fede| //FF//Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum