13. ㄗ

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»You nasty ass, suck my dick.«

«»

Kim Taehyung era un ragazzo semplice. Gli piaceva mangiare in compagnia, stare con i bambini, cucinare, prendersi cura delle sue nuove tinte e chiavare.

Già, se c'era una cosa che Kim Taehyung adorava fare, era il sesso.

Non gli importava particolarmente di che carne fosse fatto il suo partner, l'importante era bucare.
Sì, il giovane ragazzo era fermamente convinto del fatto che, a lui, nel culo, non gli sarebbe mai arrivato.
Mai.

Il moro ghignò.
«Salve, Taehyung.»

Il lilla si voltò, nella direzione in cui veniva la nuova voce.
Quella del cliente.
E lì impallidì.

Per quanto potesse essere una persona tanto tranquilla, la sua vita era basata su un paradosso: Taehyung odiava le nuove entrate.

Tutto ciò che poteva scomporre l'equilibrio della sua vita, lui lo considerava un pericolo.
Ma, per quanto potesse detestare le nuove cose, il ragazzo dai capelli lavanda viveva nella costante attesa di un evento che gli scombussolasse la vita.
Un po' di pepe: ecco cosa desiderava inconsciamente.

Deglutì, e respirando profondamente riconobbe il ragazzo di quella sera.
«Buongiorno, Kim Taehyung.»
Salutò lui, cercando di mantenere la calma.

Nel frattempo il biondo guardava stranito i due; poteva sentire il disagio emanato dal suo collega come il tanfo dei tartufi.
Insomma, un vero e proprio fetore.
«Allora minchione, vuoi stare lì impalato tutto il tempo o mi metti a posto 'sto inferno?»

Il moro e il lilla si fissavano intensamente. Il loro sguardo bruciava tanto quanto quella sera nel pub, l'unica differenza era che adesso non avevano un pacco sulla coscia e una lingua in gola.
Piccole differenze.

Il silenzio governava ancora, finchè una manna dal cielo non arrivò.

Chiamata in arrivo da Checca Jae.

Il moro tornò con i piedi per terra, trascinando il dito sull'icona verde sul display.

«Brutto figlio di puttana, dove cazzo sei?!»

Il ragazzo allontanò leggermente il telefono, temendo per i suoi timpani.
«Jae, ti sto prendendo il fa–»

«No minchione, stai prendendo il farmaco da ore!» Urlò.
«È già mezzogiorno e tu non sei ancora a casa! Muovi il tuo fetido cu–»

Jungkook, disgustato, staccò nuovamente l'apparecchio dal suo orecchio: a fermare le grida dell'amico era stato ancora lo stomaco.
«Jae, stanno avendo problemi a stampare la ricevuta.»
Si scusò lui.

Nel frattempo mosse il capo nei confronti dei due farmacisti, incitandoli a dare del loro meglio per ottenere il foglietto di carta.

«Fagliela scrivere a mano. Basta che poi la firmino.»

«Ma va Jae, ti pare che si mettano a scrivere un papiro a mano?»

«Si!»

Astutamente, il giovane ragazzo cambiò discorso.
«Stai meglio?»

Cocks » TaekookWo Geschichten leben. Entdecke jetzt