愛 (ài • love)

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»What am I to you?»

«»

«Jungkookie?»

«Mh?»

Il biondo si voltò, osservano l'espressione leggermente increspata del moro ai primi raggi del sole.
«Stavo pensando a noi due...»

Si voltò cauto, ansioso per l'argomento appena intrapreso. «Noi... Due?»

«Sì, oddio, insomma, sempre se siamo un... Noi.» Balbettò. Riportò lo sguardo all'alba, ancora tanto fresca da essere turchese.
«È passato abbastanza tempo da quando ci siamo conosciuti, e ahah non dimenticherò mai il nostro primo incontro...» Giocherellò con le dita. «Sì insomma, abbiamo fatto una pomiciata a tre con Jimin!» Rise. «Ma nel tempo ho capito di avere anche altri interessi verso di te, Jeongukk.»

Teso.
Anche se la confessione di Taehyung era da far sciogliere il cuore, Jungkook era teso come una corda di violino.
Non che non ricambiasse i sentimenti dell'altro, anzi, tutt'altro che quello, ma aveva paura che, il qualche modo, tutto quel loro castello di cristallo che si erano creati, potesse frantumarsi da un momento all'altro.

«... Kookie? Mi stai facendo preoccupare.»

E se Jeon poteva provare il doppio dei sentimenti dell'altro, questo non lo sapeva, poiché anziché ricevere un caldo bacio, ricevette un freddo e cupo silenzio.
«Oh, forse io... Ho f-frainteso...»

Si alzò dal bagnasciuga, e un po', quando si girò sbattendosi via la sabbia dai pantaloni, ci rimase male; si aspettava che, come nei film romantici, il bruno si alzasse fermandolo, come nei cliché più classici.
Ma, ahimè, Jeon, i grandi classici, li odiava.

Sconsolato, iniziò a camminare verso l'entrata della spiaggia; aveva provato a dare un'occhiata alle sue spalle, giusto per vedere se anche questo si fosse voltato o avesse accennato a qualsiasi minimo movimento, ma nulla, il moro continuava a guardare il cielo.

E nella sua delusione, cominciò a provare ira, ira che ben presto si sarebbe trasformata in rancore; nessuno in vita sua gli aveva mai servato tante attenzioni, e quell'unica volta in cui gli era successo, era stato un puro e semplice gioco.
Un passatempo.

Turbato, cominciò a stringere i pugni, e alla fine, tanto per sfogo, alzò le mani al cielo, gridando.
«Sai che ti dico?! Vaffanculo Jeon Jungkook, vaffan–»
Cadde a terra, e quasi soffocò.

Avete presente Forrest Gump?
Quel ragazzo a cui gridarono: "Corri Forrest, corri!", con il semplice scopo di incoraggiarlo.
Bene, il ragazzo dai capelli cioccolato sentiva ripetersi nella testa: "Corri Forrest, corri!".
Si grattava via la pelle, e la sua mente continuava ad esserne annebbiata: "Corri Jungkook, corri!", ma il moro non sapeva cosa fare, come comportarsi.
Poteva scattare e prendergli il polso, sussurrandogli parole dolci, oppure poteva scappare non facendosi più vedere, un po' come interpretava le voci della sua coscienza.

Allora, annoiato dai propri pensieri, fece di meglio: si alzò dalla sabbia, voltandosi a guardare il più grande già lontano da lui, e prese a camminare, ad accelerare, fino ad arrivare a correre quanto un fulmine.
Il biondo aveva preso ad urlare, a sfancularlo, e a nemmeno un metro da lui, si buttò letteralmente a capofitto sul suo corpo, cingendogli la vita e strizzando gli occhi.
Il tonfo era stato quasi inudibile perché attenuato dalla sabbia, ma la botta si era fatta sentire eccome.

Ancora avvinghiato a questo, rotolò su se stesso, arrivando ad essere steso di schiena, faccia a faccia con il biondo.

«Che cazzo fai?»
Brontolò scorbutico, sputacchiando quella poca sabbia che gli era finita in bocca.

«Cerco di far capire al mio ragazzo che lo amo con tutto me stesso, e che se mai provasse a lasciarmi mentre sto elaborando tutto il mio amore per lui, beh, potrei fare cose di cui non mi prenderei le responsabilità.»

Deglutì alle parole marcate.
«Ad esempio?»

«Baciarlo finché morte non ci separi.»

Dante diceva:

Non può comprendere la passione chi non l'ha provata.

Cocks » TaekookWhere stories live. Discover now